Cronaca di Claudio Cerasuolo

Cronaca Mazzette per l'ospedale di Carmagnola Anche l'architetto finisce in carcere Sul primo lotto dei lavori, 40 milioni Moncalieri: prescrizione per Fiumara Secondo arresto nell'inchiesta sull'ampliamento dell'ospedale di Carmagnola, che il 13 gennaio scorso aveva portato in carcere Pier Paolo Bigone, 48 anni, ex vicesindaco de di Settimo, ex membro del Nucleo di valutazione del ministero della Sanità, già coinvolto nell'inchiesta sull'ospedale di Chivasso. Su richiesta del pm Corsi, il gip Sorbello ha ordinato l'arresto dell'architetto Sergio Marchi, componente della commissione per l'appalto dell'ospedale di Carmagnola. Marchi (difeso dagli avvocati Zancan e Cerchio) è accusato di corruzione: avrebbe ricevuto 40 milioni dalla ditta Prunotto sul primo lotto dei lavori (l'appalto era di cinque miliardi). Il denaro sarebbe finito a Marchi grazie ad una consulenza data dalla ditta Prunotto a una sua amica. Nel '92 la Prunotto aveva vinto la gara dell'ospedale, qualcosa però non aveva convinto l'amministratore straordinario dell'Usi di Carmagnola Arduino, che aveva revocato l'appalto. Interrogato ieri pomeriggio, Marchi avrebbe ammesso di aver capito che qualcuno voleva corromperlo ma di aver opposto un rifiuto. Nell'inchiesta sull'ospedale di Carmagnola, Pier Paolo Bigone sta assumendo un ruolo decisivo. Come componente del Nucleo di valutazione del ministero della Sanità, avrebbe fatto pressioni sull'Usi di Carmagnola per far entrare Marchi nella commissione. Danilo Prunotto avrebbe pagato con 60 milioni la consulenza dell'ingegner Marco Campari, della Sis di Milano (anch'egli arrestato per l'inchiesta su Chivasso), per uno studio sull'ospedale e con 40 milioni la consulenza sulla immagine della Prunotto all'architetto amico di Marchi. Sul fronte dell'inchiesta sull'appalto della raccolta rifiuti a Moncalieri, condotta dal pm Corsi, si è conclusa con un non luogo a procedere per prescrizione l'udienza preliminare per il socialista Francesco Fiumara. L'uomo politico era accusato di corruzione per aver ricevuto 20 milioni dall'impresa Spaic di Lazzari, che aveva vinto l'appalto nell'81, quando Fiumara era sindaco di Moncalieri. L'ex sindaco (difeso dall'avvocato Giardini) ha sostenuto che la somma era un regalo di un compagno di partito ed ha restituito venti milioni al Comune di Moncalieri a titolo risarcimento danni. Altrettanto ha fatto l'imprenditore Lazzari. Sempre ieri mattina, il gip Rossotti ha rinviato a giudizio l'ex presidente del comitato dei garanti dell'Usi di Susa, Tullio Monti, e l'architetto Giuseppe Garino, accusati di corruzione. Garino avrebbe dato dieci milioni a Monti per ottenere incarichi professionali. Claudio Cerasuolo L'ex sindaco di Moncalieri Francesco Fiumara ha restituito 20 milioni al Comune