Eltsin fa il governo ma il rublo fa crack di Cesare Martinetti

Rientra Fiodorov, economia al collasso RUSSIA Rientra Fiodorov, economia al collasso Eltsin fa il governo ma il rublo fa crack MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Con un colpo al cerchio e un altro alla botte Boris Eltsin alla fine ha messo insieme un governo. Fiodorov, uno dei professorini riformatori, ritira le dimissioni e resta alle (disastrate) Finanze; Oleg Soskovetz, uno dei più resistenti dinosauri dell'eterno potere russo, è promosso primo vicepremier. Ma intanto il rublo precipita a 1607 per un dollaro al cambio ufficiale e nelle banche, come quella sul boulevard Tverskoij, nel pieno centro della città, la direttrice Larissa Ivanova ieri mattina non poteva che constatare: «E' il panico». Alla fine della settimana scorsa, prima della tempesta politica, il rublo era a 1293. I russi vendono i pochi o tanti soldini che hanno per attaccarsi al salvagente del dollaro. La banca centrale non interviene più: dall'inizio dell'anno, ha speso un miliardo di dollari per sostenere la sua insostenibile moneta. Nei palazzi del potere l'orizzonte è imperscrutabile. Ieri mattina s'è tenuta al Cremlino la riunione del Consiglio di sicurezza, con Eltsin, il premier Cernomyrdin, i capi dello spionaggio interno ed estero, ma non i ministri della Difesa e degli Interni. Graciov e Erin non c'erano e nessuno ha spiegato perché. Eppure la notizia è sufficientemente clamorosa, dal momento che la presenza dei due alle riunioni del Consiglio di sicurezza (come dice la parola stessa) è fondamentale. All'incontro si è però presentato il ministro delle Finanze Fiodorov, a quel momento ancora dimissionario insieme al sacerdote-capo delle riforme, Gajdar. Ma Fiodorov ò rimasto pochi minuti al Cremlino. Quand'è arrivato nella sala delle riunioni ha scoperto che non era stato invitato. Misteri russi. In quel conclave di governo e di spie si è intanto deciso di costruire nuove armi e di formalizzare programmi industriali per «garantire un adeguato approvvigionamento all'esercito». Non è difficile decifrare la manovra dal momento che l'altro giorno il ministero della Difesa aveva rivelato che il 70 per cento delle industrie militari sono ferme e senza soldi. Dunque, la prima mossa di politica economica si è decisa nell'improprio ambito del Consiglio di Sicurezza. Ed è stata la più scontata, ma anche la più inquietante se si lega all'incidente internazionale con gli Stati Baltici provocato dal ministro degli Esteri Kozyrev. Martedì aveva dichiarato che le truppe «non avrebbero abbandonato le regioni che nel corso dei secoli avevano costituito la tradizionale sfera di influenza russa». Ieri, il suo portavoce ha corretto il tiro scaricando la colpa sul giornalista della Tass che non avrebbe capito il senso delle parole del ministro. Kozyrev voleva riferirsi agli Stati della Csi, la Comunità di Stati Indipendenti che non comprende i Baltici. Pensava a Tagikistan e «fronte» asiatico. Ma, a scanso di equivoci, i ministri di Estonia, Lettonia e Lituania si sono subito incontrati decidendo di rinforzare la difesa delle frontiere con Russia e Bielorussia e dichiarando congiuntamente che «Mosca deve mantenere il suo impegno a ritirare le truppe». In Estonia e Lettonia ci sono ancora 12 mila soldati russi che, secondo gli impegni, se he devono andare entro il 31 agosto. Nel calderone della politica il caos è stato totale fino alle 9 di sera quando il telegiornale ha rivelato che il nuovo governo era pronto. Ma l'incertezza resta. Un fedelissimo di Eltsin come Mikhail Poltoranin, ha detto che l'esecutivo «assomiglia ad un uomo che danza su una lastra di ghiaccio che si scioglie». Ma ieri faceva meno 13, a Mosca, e per adesso il ghiaccio tiene. E' dagli uffici governativi che ogni giorno escono notizie pilotate sempre più allarmanti. Ieri il ministero del Lavoro ha detto che la differenza tra i più ricchi e i più poveri è sempre più forte: nel '93 è stata di 26 volte, nel '92 era di 10, nel '91 di 5-6. Nel corso del '93 il 35 per cento della popolazione ha avuto un reddito inferiore al minimo vitale. Cesare Martinetti Il ministro delle Finanze Fiodorov