Guerra legale su Feltri direttore di Indro Montanelli
I redattori del «Giornale» votano il gradimento, ma il suo vecchio editore si ribella I redattori del «Giornale» votano il gradimento, ma il suo vecchio editore si ribella Guerra legale su Feltri direttore «E' concorrenza sleale» MILANO. Non lasciare, non andartene. Grido di dolore (giudiziario) dall'Indipendente che ieri ha perso il suo direttore, Vittorio Feltri, passato ad occupare l'ufficio di Indro Montanelli al Giornale. Concorrenza sleale, le parole che volano in via Valcava dove Feltri ha lasciato la sua poltrona al caporedattore centrale Antonio Belotti. «Ci penseranno i legali del mio editore», replica Feltri, ieri per la prima volta alle prese con la nuova redazione. Cinque minuti di discorso, mezz'ora per le risposte alle domande a raffica e poi il voto per il gradimento: 79 «sì», 11 «no», 38 astenuti, 128 voti su 143. Uno smacco per chiunque, ma non per Feltri, abituato ai non gradimenti. All'Europeo, quando arrivò, fecero 3 settimane di sciopero. «Si sono astenuti quelli che pensano di andare alla Voce, dietro a Montanelli», dicono tutti. Ma i nomi non li fa nessuno. Si sussurra di abboccamenti, si favoleggia di contratti già firmati e di altri «che manca poco». Tante voci e nessuna certezza. Si dice pure che la cronaca sia con Montanelli, che la redazione romana e lo sport siano invece schierate con Feltri, ma quando si chiede al comitato di redazione come sono andate le votazioni sede per sede, la risposta è un «No, proprio non si può». In redazione spicca un «Grazie, Indro» a caratteri cubitali. Già, ma adesso c'è Feltri. Esordio davanti alla redazione: «Ai moderati manca un giornale, sarà questo. E non sarà il megafono di Forza Italia». Poi piovono le domande sull'autonomia dei giornalisti, sull'editore di minoranza Silvio Berlusconi, sugli investimenti, sui computer che mancano. Feltri risponde, voce pacata, la battuta pronta. Poi va giù, terzo piano, là dove c'era la scrivania di Montanelli. Quando il cdr comunica i risultati della redazione è già al lavoro. I problemi sono mille, uno in più arriva da Andrea Zanussi, l'editore dell'Indipendente abbandonato. L'«Editoriale l'Indipendente» srl ha infatti deciso di ricorrere al Tribunale civile di Milano per concorrenza sleale contro la «Società Europea di Edizioni», proprietaria della testata fondata da Montanelli. II giudice Cesare De Sapia ha convocato le parti per il 9 febbraio. Eppure non sembrava un divorzio burrascoso quello di Feltri, e del suo vice Maurizio Belpietro, dall'Indipendente. Mentre la redazione salutava con un «Grazie, Vittorio» a tutta pagina 9, più piccolo però del «Grazie, Indro» uscito sul quotidiano di via Negri, l'editore marciava già per vie legali. Sedici pagine il ricorso presentato dagli avvocati Paolo Casella e Giovanni Frau per «riavere» il loro direttore. Si legge, nell'ordine: «Feltri è il direttore responsabile dell'Indipendente, il successo del quotidiano è stato il fatto editoriale più significativo del '93, Feltri ha preso in mano il giornale in grave crisi e prendendolo a calci lo ha rimesso in piedi e fatto correre». Dunque? Decida il Tribunale se Feltri se ne può andare così. Spiegano gli avvocati nel ricorso: «L'importanza del dottor Feltri per il giornale (con la minuscola, n.d.r.) è tale che il suo contratto che doveva scadere il 15 febbraio 1995 è stato rinnovato di altri due anni». E non è finita. Arrivano altre accuse pesanti dai due legali che hanno affidato alle carte bollate la battaglia per il direttore. Scrivono nel ricorso: «Lo storno è avvenuto in modo clandestino e senza alcun preavviso». Di più: «Senza neppure che Vittorio Feltri sentisse la necessità di presentare una lettera di dimissioni». Per la successione di Feltri, intanto, Zanussi ha scelto Roberto Briglia, attuale direttore di Epoca, che porterà con sè il suo vice Carlo Verdelli. Al settimanale della Mondadori andrà invece Pier Luigi Magnaschi, da Italia Oggi, già vice di Guglielmo Zucconi al Giorno. Fa bio Poletti Scelto il successore air «Indipendente» E' Roberto Briglia il responsabile di «Epoca» A sinistra Vittorio Feltri, neodirettore del «Giornale» Sopra, Indro Montanelli
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