Un nuovo scacco all'antisemitismo

Un nuovo scacco all'antisemitismo EBREI ED ELEZfiONl Un nuovo scacco all'antisemitismo SARA' il solito pasticcio italiano, per cui le cose si rimediano dopo invece di pensarci prima, ma da sotto questa storia del voto degli ebrei sembra emergere qualcosa di consolante. Ogni tanto, nel nostro Paese, per qualche ragione contingente o per qualche episodio malaugurato o per riflessi politici dalla zona mediorientale, si affaccia la paura di un antisemitismo diffuso, si odono dichiarazioni preoccupate per il timore di un ritorno a mentalità da Olocausto. Se qualcosa di buono viene fuori dal pasticcio elettorale combinato e aggiustato dalle nostre autorità governative, è la constatazione che un vento di solidarietà e di simpatia si è riversato sulla comunità ebraica italiana da ogni versante: politico, culturale e dell'opinione pubblica. Non si hanno notizie di opposizioni o di manifestazioni contrarie. Sarà anche perché, in prospettiva elettorale, c'è sempre una grande premura, da parte delle forze partitiche, di elargire bontà verso ogni ceto di cittadini, ma, in definitiva, questa vicenda diventa una verifica che, in campo nazionale, non esistono né animo né animosità di antisemitismo. Se, per caso, valesse anche per gli ebrei l'affermazione di un personaggio per loro forse religiosamente scomodo, si potrebbe citare la frase di San Paolo nella Lettera ai Romani: «Scimus quoniam diligentibus Deum omnia cooperante in bonum», sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio. E' certo che gli ebrei amano Dio, e lo dimostrano con il severo atI taccamento alle disposizioni I .Iella loro legge religiosa, ma oggi essi possono anche constatare che il popolo italiano, fatto nella quasi totalità di battezzati cristiani, li aiuta ad amare Dio (se si vuole, li aiuta ad amare il loro Dio). Non è un atto di bontà di cui si debba menar vanto né un atteggiamento di benignità verso una piccola minoranza religiosa, seppure di grande prestigio. E' il normale rispetto, è la normale considerazione che si ha per le persone all'interno di una convivenza umana. Ma quello che forse più importa, nel contesto italiano, è che l'imbarazzo del governo, il suo chiedere scusa e il suo darsi da fare per rimediare, così come l'appoggio della gente e delle parti politiche, dà la dimostrazione consolante di un'assenza di antisemitismo nel nostro Paese. E' consolante soprattutto che, dal lato della cultura laicizzante italiana, non ci siano state meraviglie o ironie o attacchi a disposizioni religiose (il non muoversi di festa, il non poter nemmeno usare la matita) da considerarsi per lo meno stravaganti se non addirittura stolide in una società moderna. Chi sa che, sotto questo aspetto, la vicenda del voto agli ebrei non possa essere paradossalmente di stimolo per una certa cultura italiana. Voglio dire che, oltre aver cura delle credenze delle minoranze, ci si potrà sforzare, in futuro, di rispettare magari anche le convinzioni della maggioranza religiosa esistente nel nostro Paese, per certe cose guardate spesso come medioevali e contrastate in nome della modernità e della civiltà di un secolo evoluto. Domenico Del Rio «io

Persone citate: Domenico Del Rio

Luoghi citati: San Paolo