Da Strasburgo mano tesa a Martinazzoli di F. S.

Da Strasburgo mano tesa a Martinazzoli OCCHETTO Da Strasburgo mano tesa a Martinazzoli STRASBURGO. Nel governo di Occhetto, se mai vi sarà, ci sarà posto anche per Martinazzoli: la vecchia «balena bianca» ha appena tirato il suo ultimo respiro, e subito il leader della Quercia ha iniziato a corteggiare la parte «popolare» dei suoi eredi. Il ragionamento, alla luce del bipolarismo, è semplice, se Mastella e gli altri «neocentristi» guardano alla Lega e a Berlusconi, perché mai i popolari non potrebbero allearsi alle sinistre? «Non dico al Partito popolare di partecipare al tavolo dei progressisti - dice Occhetto da Stasburgo - ma di determinare prima o poi, ma meglio prima, un patto con i progressisti per governare il Paese». Il partito di Martinazzoli, secondo il leader del pds, ha infatti davanti a sé tre strade possibili: «Scegliere un'alleanza a destra, fare l'ago della bilancia, lasciandosi le mani libere, oppure, ed è quello che auspico, fare un partito snellito perché purificato di tutti gli elementi del vecchio regime, che si proponga di governare con le sinistre». L'amo, comunque, è lanciato. A Martinazzoli, alla Bindi, scegliere se rispondere o no agli abboccamenti. Intanto Occhetto spezza un'altra lancia per Ciampi, «un'importante riserva per la democrazia», e si scaglia con durezza contro Craxi («il principale degli inquisiti italiani»). [f. s.]

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