la'ndrangheta uccidete cinque giudici

r Orafi di Vicenza e Arezzo riciclavano i narcodollari dei boss colombiani, banche sotto accusa la 'ndrangheta: uccidete cinque giudici Dovevano morire in Calabria assieme ai carabinieri REGGIO CALABRIA. L'obiettivo dell'agguato di martedì sera in Calabria in cui sono stati uccisi due carabinieri erano cinque giudici. E' l'ipotesi degli investigatori che indagano sulla morte di Antonio Fava e Vincenzo Garofalo. I due appuntati avevano scortato i cinque magistrati che nel pomeriggio avevano interrogato nel supercarcere di Palmi il boss messinese Antonio Sparacio, che sembrava disposto a collaborare. Ma il programma era stato cambiato per il protrarsi dell'interrogatorio e ai due carabinieri era stato ordinato un semplice servizio di pattugliamento. E' stato scoperto poi un grosso traffico di oro e di narcodollari «lavati» tra l'Italia, la Colombia, gli Usa e Panama. Sotto inchiesta anche due banche. Il sospetto è che non abbiano segnalato l'attività di riciclaggio dei narcodollari, svolta da personaggi di Arezzo e del Vicentino per conto di agenti colombiani. Enzo Lagana A PAGINA 11

Persone citate: Antonio Fava, Antonio Sparacio, Enzo Lagana, Vincenzo Garofalo