Terza età pianeta da riscoprire

L'aumento del numero di pensionati ha contribuito a riaccendere l'interesse della società nei confronti di chi ha i capelli grigi L'aumento del numero di pensionati ha contribuito a riaccendere l'interesse della società nei confronti di chi ha i capelli grigi Terza età, pianeta da riscoprire Vita più lunga e dinamica per l'anziano «Vecchi, soli sulle panchine» cantava, in uno dei suoi primi successi, Claudio Baglioni. Ed era una canzone piena di tristezza e di desolazione che fotografava una realtà triste e desolata. Ma oggi la vecchiaia è un pianeta da riscoprire. Complici l'aumento dell'età media e del numero di anziani nella società, è cambiato il modo di essere vecchi ed è cambiato anche il modo di guardare a chi ha i capelli grigi. Stanno cadendo molti dei pregiudizi che hanno accompagnato, per decenni, gli anziani. A cominciare da quello che li vuole emarginati dalla vita attiva, obbligati a rinunciare ad essere protagonisti della propria esistenza, accontentandosi di essere muti testimoni del tempo che passa. Pur tra mille difficoltà, gli anziani scoprono una nuova dimensione di libertà: libertà dalle cure della famiglia, dagli impegni di lavoro, dalle ipocrisie della vita. La vecchiaia, come ogni età, ha risorse e problemi: l'importante è conoscere i propri punti di forza e accettare i propri limiti. Limiti che possono essere di carattere fisico e psicologico. A volte esistono condizioni di salute che richiedono cure impegnative, ma, spesso, l'esigenza è soltanto quella di vivere in un ambiente che non renda insormontabili alcuni piccoli problemi, o addirittura semplicemente di stare in compagnia e impegnare il proprio tempo in attività che stimolino il cervello e le amicizie. Da una ricerca condotta dall'Università di Genova per conto dell'Anaste, l'associazione di categoria delle residenze per anziani, emerge che le abitazioni presentano spesso barriere architettoniche, che le vasche da bagno sono diffìcilmente accessibili, che la solitudine è una costante nella vita degli anziani. Problemi che non vanno sottovalutati: un paio di gradini possono trasformare la casa in una prigione per chi ha perso l'agilità dei movimenti. Così come una vasca da bagno che renda difficoltosa la cura della persona può favorire il senso di avvilimento e di abbandono. Situazioni che creano uno stato di dipendenza psicologica oltre che fisica, con effetti devastanti sulla qualità della vita degli anziani che sempre più rivendicano la propria autonomia e non desiderano abitare con i figli, pur mantenendo con quest'ultimi buoni rapporti. Spesso, dunque, il trasferimento in casa di riposo viene considerato come una necessità quando insorgono problemi di salute. E' sorprendente notare come dalla ricerca universitaria emerga che la casa di riposa è vissuta in modo negativo da chi vive nella propria abitazione, mentre chi questa scelta l'ha già fatta, apprezza i vantaggi che la nuova sistemazione offre, sia come abitazione, sia come servizi. Dalla ricerca dell'ateneo genovese emerge che la maggior parte degli anziani intervistati ha scelto come sistemazione preferibile una casa di riposo privata: «Sono più belle e ti trattano meglio». Al momento della scelta è comunque fondamentale individuare il livello dei propri bisogni: si può spaziare da una sistemazione di tipo alberghiero quando la salute è buona a una struttura che risponda alla necessità di un'assistenza più o meno continuativa. Ci sono però alcune caratteristiche irrinunciabili, indipendentemente dalla scelta: la pulizia, l'assenza di barriere archi¬ tettoniche, la presenza di campanelli per chiamate di emergenza, la quantità e la qualità del personale, la disponibilità di assistenza medica e infermieristica, il costo completo della retta, per non avere sorprese a trasferimento avvenuto. Le residenza più valide - secondo i ricercatori dell'univer¬ sità di Genova - offrono spazi verdi per consentire il mantenimento della mobilità, le camere sono singole o doppie, con servizio e doccia in camera. E' spesso possibile portare con sé alcuni pezzi di arredamento che aiutano a ridurre il disagio del distacco dal proprio ambiente. E ancora: è prevista l'assistenza medica e infermieristica e, di solito, si può contare su un piccolo aiuto per lo svolgimento delle faccende quotidiane. In molti casi si organizzano feste di compleanno per gli anziani che compiono gli anni in quel giorno. Dopo aver verificato di persona, la maggior parte degli anziani dichiara di giudicare la casa di riposo migliore rispetto all'idea che ne aveva. In altre parole, dal confronto tra l'immagine precedente all'ingresso e l'immagine successiva, la casa di risposo esce decisamente rivalutata. In particolare quella privata: mentre più di un terzo degli ospiti di strutture pubbliche ha giudicato modesto il tipo di stanza in cui abita, nessuno degli anziani che vivono in una residenza privata si è lamentato. C'è di più: nelle case private, rileva lo studio coordinato dal professor Giorgio Dellacasa, ci sono meno possibilità di annoiarsi. «Insomma concludono i ricercatori genovesi - dall'indagine emerge che l'immagine, purtroppo spesso presente, della casa di riposo come "ultima soluzione", appare assai poco adeguata e, in larga misura, infondata». m

Persone citate: Claudio Baglioni, Giorgio Dellacasa