I provvedimenti spediti per telegramma ai dipendenti di Mirafiori e Rivalta fiat da oggi in cassa 250 operai di Enzo BacaraniEnrico Deaglio

I provvedimenti spediti per telegramma ai dipendenti di Mirafiori e Rivalta I provvedimenti spediti per telegramma ai dipendenti di Mirafiori e Rivalta fiat, da oggi in cassa 2500 operai Venerdì due ore di sciopero Lunedì le lettere agli impiegati e ieri i telegrammi agli operai. La Fiat applica i provvedimenti di cassa integrazione per i dipendenti di Mirafiori e Rivalta. Ieri la comunicazione è stata ricevuta da 2500 operai. Trecento lavoratori delle carrozzerie di Mirafiori sono usciti dalla porta 18 e hanno manifestato in via Settembrini. Gb* impiegati protestano e telefonano al giornale: «Non so se voi della Stampa potete scriverlo - dice una donna con voce affannata - ma la Fiat ha inviato le lettere soprattutto ai lavoratori monoreddito, mentre ad esempio alle Tecnologie ci sono funzionari con più di 35 anni di anzianità che non hanno ricevuto, alcuna lettera. Non è giusto». Domani assemblee nei posti di lavoro, venerdì due ore di sciopero negli stabilimenti. Sempre domani i sindacati decideranno quando attuare le 4 ore di sciopero la prossima settimana. I lavoratori in cassa integrazione dell'ex-Lancia di Chivasso hanno deciso di organizzare un presidio venerdì alle 10 davanti alla porta 5 di Mirafiori. I sindacalisti passano giorno e notte di riunione in riunione: incontri, strategie e discussioni. Da una parte c'è la Fiom-Cgil che vuole premere sull'acceleratore con uno sciopero generale immediato, dall'altra parte si trovano - anche se con posizioni diversificate - le altre organizzazioni: Fim-Cisl, Uilm-Uil e Fisime. Si tratta di una visione di¬ versa di come gestire la crisi. Giorgio Rossetto, segretario regionale Uilm: «La trattativa l'abbiamo interrotta unitariamente, ma con un patrimonio di valutazioni differente. Noi puntiamo soprattutto sui prepensionamenti e crediamo che i contratti di solidarietà non possano essere applicati su vasta scala. Ci lascia perplessi il fatto che la Cgil voglia aspettare il nuovo governo per riprendere le trattative». Lo sciopero generale a Torino è stato rimandato, come mai? «La Fiom voleva fare subito lo sciopero generale, io ritengo invece che un'azione del genere vada preparata gradualmente». Giuseppe Cavalitto, segretario della Fismic: «Nel sindacato c'è una componente trasversale che utilizza questo momento a fini politici tenendo conto della debolezza del governo. Invece bisogna recuperare la situazione, riaprire appena possibile la trattativa perché è più difficile trattare con i lavoratori già raggiunti dal provvedimento di cassa integrazione». Cavalitto, lei è d'accordo con la Fiom sui contratti di solidarietà? «Non risolvono la situazione. Però io dico: utilizziamo tutti gli strumenti previsti dalla legge, anche i contratti di solidarietà». Gianfranco Zabaldano della Firn: «La scelta della Fiat è stata drammatica, ma la trattativa va ripresa. Quello che dice la Cgil non è realistico, se spiragli ci so- no vanno riaperti subito. Gli strumenti? La mobilità verso la pensione, contratti di solidarietà in termini non simbolici». Ugo Rigoni, responsabile auto della Fiom regionale: «Ma come, in Lombardia i lavoratori sono partiti a testa bassa con lo sciopero e noi lo rimandiamo di una settimana? Capisco che uno sciopero generale dell'industria lo si voglia gestire con accortezza, ma spero che si tratti di uno scrupolo formale e non sostanziale». Agli altri sindacati non piace l'idea della Cgil di aspettare il nuovo governo per riaprire la trattativa. «La trattativa l'ha rotta la Fiat, mica noi. Se si profila un'ipotesi di accordo come quello dell'Olivetti noi andiamo a piedi a Roma a firmarlo». Enzo Bacarani A fianco, Valentino Castellani In basso, Gianfranco Borghini Cesare Annibaldi con il conduttore Enrico Deaglio

Persone citate: Cavalitto, Cesare Annibaldi, Gianfranco Borghini, Gianfranco Zabaldano, Giorgio Rossetto, Giuseppe Cavalitto, Ugo Rigoni, Valentino Castellani

Luoghi citati: Chivasso, Lombardia, Rivalta, Roma, Torino