Condannata l'ex poliziotta di Claudio Cerasuolo

L'accusa era di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione L'accusa era di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione Due anni e due mesi a Cinzia Condannata l'ex poliziotta Duo anni e due mesi di reclusione: questa la pena inflitta a Cinzia Tucci, 30 anni, la poliziotta della Buoncostume radiata dal servizio perché coinvolta in un giro di prostituzione. E' stata processata ieri con il rito abbreviato dal giudice delle indagini preliminari Andrea Del Colle. Alla lettura della sentenza la giovane donna è scoppiata in lacrime ed è uscita dall'aula sorretta dai difensori Geo Dal Fiume e Roberto De Sensi: «Vedrà che in appello riusciremo ad avere uno sconto, non finirà in carcere». Per due mesi la pena ha superato i limiti della condizionale, ma Cinzia Tucci ha rischiato molto di più. Il sostituto procuratore Elena Daloiso aveva chiesto tre anni e mezzo di reclusione. Pesanti anche le condanne inflitte dal gip alle altre donne imputate nel processo. Loredana De Bastiani, 43 anni, e Mirka Alberti, 44 anni, entrambe di Corio Canavese, titolari dello studio di cartomanzia «Myra» dove Cinzia Tucci si sarebbe prostituita, sono state condannate a tre anni e quattro mesi di carcere. Marina Ivette Geymet, 30 anni, che riceveva le telefonate dei clienti nello studio delle false cartomanti, ha avuto un anno e mezzo di carcere. A Silvana Ferrerò, 48 anni, che avrebbe messo a disposizione il proprio appartamento per i convegni di Cinzia Tucci, il giudice Del Colle ha inflitto due mesi di reclusione, ma in continuazione con una precedente condanna per gli stessi reati. Mario Ciccarelli, l'uomo che avrebbe presentato Cinzia alle titolari dello studio Myra, non si è presentato perché malato. Il suo difensore non ha chiesto l'abbreviato e Ciccarelli è stato rinviato a giudizio. Cinzia Tucci era accusata di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. L'omissione di atti d'ufficio, che le era stata contestata all'inizio dell'inchiesta, è assorbita dal reato principale, quello che come poliziotta avrebbe dovuto impedire. E' coinvolta in due giri di case d'appunta- mento: gli incontri avuti nello studio Myra e quelli avuti nell'appartamento di Silvana Ferrerò. L'estate scorsa, quando si scoprì che nel giro di prostituzione dello studio delle false cartomanti c'era una poliziotta, la notizia rimbalzò su tutti i giornali e Cinzia diventò un caso nazionale. Interrogata dalla dottoressa Daloiso, Cinzia ammise: «E' vero, qualche volta dopo il turno delle volanti andavo in via Arona. Mi rendo conto di aver sbagliato ma non ho ucciso né rapinato, ho fatto una scelta che coinvolge solo me». Una affermazione che il pm in quella occasione si era limitata a registrare, ma sulla quale non era d'accordo e che ieri nella requisitoria ha rovesciato contro di lei: «Il problema, in questa vicenda, non è solo la violazione della legge contro lo sfruttamento della prostituzione. Ci troviamo di fronte a una paurosa caduta di valori di una dipendente della polizia di Stato, che ha accettato di svolgere una delle attività più squalificanti per una donna. Figuriamoci per chi come lei doveva essere di esempio ai cittadini e alle cittadine». Il pm ha concluso: «Il reato di cui si è macchiata come po¬ liziotta della Buoncostume va punito con una pena molto severa. Qualsiasi altra donna meriterebbe indulgenza, non lei. Non si possono concedere le attenuanti generiche, né a lei, né alle altre due imputate, le tenutarie della casa d'appuntamenti, perché sono recidive: hanno dedicato la loro vita allo sfruttamento della prostituzione». Ai difensori dell'ex poliziotta è toccato un compito difficile. Ha sostenuto l'avvocato Geo Dal Fiume: «Ad un certo punto Cinzia ha fatto questa scelta di vita, ha rinunciato alla sua vocazione per una professione a cui aveva dedicato fino a quel momento impegno e dedizione. Il suo stato di servizio parla chiaro. Sapeva che cosa rischiava, ma perché indignarci oltre misura? E' una giovane donna, che, come tante altre, è stata presa nella spirale del mestiere più antico del mondo, che altre persone gestivano lucrandoci sopra. Anche Cinzia è una vittima, e per questo le devono essere concesse le attenuanti generiche». Tesi accolta dal gip Del Colle che ha concesso le attenuanti soltanto a Cinzia, negandole invece alle tenutarie dello studio Myra. Claudio Cerasuolo Il pm: «Qualsiasi altra donna meriterebbe indulgenza ma lei no» 4 H 1 La poliziotta della Buoncostume Cinzia Tucci, 30 anni (a destra con il suo legale Geo Dal Fiume), rischia di andare in carcere, se la pena sarà confermata in appello

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