« Il Real Collegio può vivere» Le famiglie aumentano le rette

« Rifiutata l'offerta dei docenti di autoridursi gli stipendi « Il Real Collegio può vivere» Le ffamiglie aumentano le rette Una decisione presa all'unanimità durante l'assemblea delle famiglie, lunedì sera: il «Real Collegio Carlo Alberto» deve vivere ad ogni costo. E di vero costo si tratta. Spiega padre Andrea Bonini, rettore dello storico istituto: «Le famiglie si impegnano ad autoalimentarsi le rette in modo da portare in pareggio il bilancio dello scorso anno: un gesto deciso in un clima di profondo affetto e di grande preoccupazione». L'incontro, al quale hanno partecipato 350 genitori, si è concluso con l'approvazione del generoso documento che ieri mattina è stato subito faxato alle massime autorità dei Barnabiti: affinché rimeditino la decisione - se questa è realmente basata su motivi economici - di non accettare le iscrizioni ai primi anni delle elementari, medie, licei classico e scientifico per il '94'95. Il progetto, lo ricordiamo, prevederebbe il graduale esaurimento dei vari cicli di studi. L'assemblea non si è invece mostrata favorevole alla proposta degli insegnanti di autoridursi lo stipendio. «I genitori ritengono - dice padre Bonini - che i docenti debbano mantenere la serenità necessaria per poter continuare al meglio il loro lavoro». Ieri il rettore ha risposto a decine di telefonate di ex allievi preoccupati per la sorte della loro scuola, mentre gli allievi «in corso» si sono riuniti in assemblea per discutere le loro preoccupazioni. Sempre ieri, il sindaco di Moncalieri Carlo Novarino ha offerto ai rappresentanti dei genitori la disponibilità a discutere la questione con i superiori Barnabiti: la perdita del Real Collegio sarebbe troppo grave per il prestigio della città. Se il Real Collegio piange sul calo d'iscritti e di insegnanti in abito talare, gli altri istituti religiosi non hanno motivi per sorridere. Nell'ultimo anno le scuole cattoliche in Piemonte hanno subito un calo del 20 per cento. A Torino, dal '92 a oggi, sono scomparsi istituti storici come il «San Giovannino» di via Madama Cristina - fondato da Giovanni Bosco - e la scuola media di via Luserna gestita dai salesiani. In Piemonte sono 38 mila gli studenti che frequentano una scuola cattolica. A Torino 20 mila: «Sembrano tanti, ma in realtà sono una specie in via d'estinzione» spiega Aldo Rizza vicepresidente della Fidae, federazione italiana scuole cattoliche. Oggi i genitori ci pensano due volte prima di tirare fuori i milioni della retta scolastica (da tre a cinque). Il problema però riguarda anche gli istituti privati laici: «L'Italia è l'unico Paese europeo che non concede sovvenzioni a queste scuole» dicono alla Fidae. Al problema della recessione si aggiunge il calo demografico (che riduce la popolazione scolastica globale) e la crisi delle vo¬ cazioni: che costringe gli istituti religiosi ad assumere insegnanti laici con relativo stipendio e contributi. Negli ultimi dieci anni i «religiosi in cattedra» sono diminuiti del 20 per cento: oggi nelle scuole cattoliche piemontesi insegnano 3700 docenti di cui soltanto 900 sacerdoti. La chiusura del «Carlo Alberto» di Moncalieri archivia un lungo capitolo della storia subalpina. Quale futuro per gli altri prestigiosi istituti cattolici torinesi? Il direttore del San Giuseppe, fratel Marco Tottoli, dichiara un calo del 10 per cento delle iscrizioni: «I genitori non possono detrarre dal 740 parte delle nostre rette: in tempi di crisi pa¬ gare due volte le tasse scolastiche è davvero troppo». Per risolvere il problema dei banchi vuoti la direzione ha realizzato un pieghevole pubblicitario: è la prima volta che accade. Il marketing come salvagente della scuola cattolica? «E' un depliant molto austero: del resto a questi mezzi ricorrono pure le scuole pubbliche» si giustifica fratel Tottoli. Diminuiti del 20 per cento pure gli studenti del Rosmini: «La crisi delle vocazioni ci ha obbligato ad alzare le tasse fino a 4 milioni» spiega il preside, padre Romano Giovannini. Oggi il suo istituto conta soltanto 6 docenti religiosi su un totale di 40. Il pre¬ side fornisce spiegazioni più profonde sul calo degli allievi: «E' diminuita l'esigenza di una cultura cattolica». Cinquanta allievi in meno, rispetto all'anno scorso, anche per l'Istituto Sociale dei gesuiti che è passato da 780 studienti a 733. «E' il primo anno di flessione spiega il preside, padre Buschini - ma siamo già contenti di avere contenuto le perdite». Ci sono alcune eccezioni alla regola degli studenti decimati. Dice il preside Francesco Maj del liceo Valsalice dei salesiani: «Quest'anno abbiamo perso il 5 per cento degli iscritti: considerati i tempi possiamo essere soddisfatti». La retta annuale del liceo è di 3 milioni contro i 4 o 5 degli altri istituti. Forse è questa la ragione della sua «tenuta». Calo d'iscritti tutt'altro che preoccupante alla Sacra Famiglia di via Rosalino Pilo: «La diminuzione c'è stata, ma di un quattro per cento: niente di grave» dice il preside fratel Lorenzo Ferrio. All'Istituto La Salle di via Lodovica «le iscrizioni sono stazionarie, forse perché siamo l'unico istituto cattolico per geometri di tutta la città» dice il preside, fratel Secondino Scaglione. La sua direzione ha preparato per il prossimo anno scolastico centinaia di volantini e locandine con cui tappezzare la città: «Non si sa mai». Emanuela Minucci Maria Teresa Martinengo Scuole cattoliche ovunque in crisi per il calo degli iscritti r r Il direttore del San Giuseppe fratel Marco Tortoli: «Le iscrizioni sono calate del dieci per cento» Il Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri (a sinistra) fu fondato nel 1838. Sopra: il Collegio San Giuseppe dei Fratelli delle Scuole Cristiane li rettore del Real Collegio padre Andrea Bonini «All'assemblea le famiglie hanno dimostrato profondo affetto e inquietudine per la sorte dell'istituto»

Luoghi citati: Italia, Moncalieri, Piemonte, Torino