Un nuovo Agnelli per la Signora

Il delicato momento della Juventus: entro fine mese partirà il rinnovamento al vertice Il delicato momento della Juventus: entro fine mese partirà il rinnovamento al vertice Un nuovo Agnelli per la Signora Boniperti farà da balia al figlio di Umberto? TORINO. Ore 14,45 del 5 febbraio 1990. Giampiero Boniperti annuncia, a sorpresa, che lascia la Juve (ne era stato presidente dal luglio del '71). E' la rivoluzione. Il 26 giugno dell'anno successivo, l'ex presidente fa clamorosamente dietrofront: ritorna in sella, accetta di giocare un'altra partita per mille giorni, come precisa l'avvocato Agnelli in persona. E oggi? Oggi i mille giorni stanno per scadere. C'è qualcosa di nuovo nell'aria, la voce di un rinnovamento circola da un paio di mesi. Qualcosa di nuovo che prenderà forma, forse, entro questo mese. La Juve di oggi somiglia a un bunker in una nebulosa. E' la metafora che suggerisce il club di piazza Crimea, impenetrabile e sfumato. I concetti si spiegano così: la Juve ha sempre chiuso le porte davanti alla curiosità, secondo una coerenza inflessibile e quasi centenaria. La nebulosità si giusfifica con il momento critico e con decisioni importanti da prendere, che richiedono serietà, tatto, discrezione nei passi e passaggi. La fretta genera figli ciechi, magari decisioni emotivamente giuste ma pericolose tecnicamente. Non ci si priva a cuor leggero, e in un momento così, di due uomini come Boniperti e Trapattoni, il cui comportamento è improntato a serietà e onestà professionale. L'avvento del dottor Umberto Agnelli alla carica di amministratore delegato dell'Ifi rappresenta la sua fisiologica investitura a uomo che dispone, con pieni poteri, della cassaforte juventina. L'Avvocato non dimenticherà certo la Juve, ma ha altri problemi prioritari. E pochi dubbi esistono sul fatto che Giovanni, figlio di Umberto, consigliere della Fiat, presidente della Piaggio veicoli europei e manager che si è saputo rapidamente conquistare la stima del mondo industriale, salga sul trono presidenziale. Scettro che l'avvocato Chiusano gli lascerebbe volentieri, anche per ragioni di età. E la continuità della famiglia Agnelli troverebbe, senza traumi, un altro esponente molto rappresentativo. Esistono perplessità. E sono legate al momento difficile del Paese e del club. Mancano i soldi, anzi devono essere recuperati. A costo di privarsi di pedine importanti (si dice Moeller, visto che BaggioUno è l'intoccabile pallone d'oro e che strategicamente il loro utilizzo simultaneo è problematico). E Roby dovrà adattarsi ad avere una squadra costruita non certo sulle follie. II «nuovo» che avanza gestirà pure la cessione di nomi illustri come Vialli (lo rivuole la Samp, ma solo se Gullit lascerà Genova e se Mantovani jr non darà in cambio un tozzo di pane) e come Julio Cesar (limiti di età). Con tali prospettive, è facile prevedere anni delicati e magari l'impopolarità. L'esperienza e il carisma degli Agnelli valgono però quanto un robusto ombrello protettivo. I tifosi, quando vogliono, non sono sciocchi, sanno interpretare obiettivamente la congiuntura. E poi chi l'ha detto che per stare in alto ci si debba svenare? Qualche scambio «intelligente» può addirittura rinforzare la squadra. Si capiscono, semmai, le perplessità e gli indugi di Umberto Agnelli, cauto nel lanciare nel¬ l'arena calcistica Giovannino. Il football oggi è diverso, più smagato (a ogni livello) di quanto fosse quando proprio Umberto fu presidente juventino e delle Federcalcio a cavallo degli Anni 50/60. Perciò Giovanni jr forse non se la sentirebbe di sostenere, da solo, una carica farcita di responsabilità. Perciò si pensa subito a Boniperti come ideale «balia a termine», un biennio, in attesa che Agnelli jr prenda visione del cosmo calcistico. Le ipotesi vanno veloci e sono tante, ci sono collaboratori del Dottore che si sospingono più in là e aprono ad altre prospettive il ventaglio del rimpasto: creare immediata alternativa al maxipresidente il cui mandato scade in giugno. Boniperti alla Juve ha dato una bella fetta della propria esistenza, ha sbagliato (talvolta) ma ha vinto (moltissimo) e per amore dell'«amato bene bianconero» acconsentirebbe: lo garantiscono i rapporti sereni che ha con la famiglia Agnelli. Il Dottore cerca dunque anche un Boniperti giovane, malato come lui di passione juventina. E' il punto chiave. Lo dimostra la storia di un club che non ha mai gettato l'amo a prede di passaggio. Il capitolo più intricato riguarda il tecnico. Trapattoni può essere discusso, può aver commesso i suoi errori, però non c'è persona che possa negare la sua professionalità, l'umiltà nell'aggiornarsi, il sapiente sfruttare ciò che passa il convento. E' più facile che si adatti a questo tipo di dottrina economica un esperto conoscitore della piazza juventina piuttosto che un giovane ambizioso e pretenzioso. Dunque, potrebbe far comodo che resti. Tempo fa, al Trap è stata offerta una sedia dirigenziale. Ha risposto con chiarezza che per ora non se la sente, il suo posto è il campo, lo spogliatoio, a diretto contatto con i giocatori. Perciò nel caso in cui la famiglia Agnelli interrompesse il rapporto di lavoro con il Trapattoni-tecnico, lui non esiterebbe a sedersi su un'altra panchina. In tal caso, la linea del rinnovamento sarebbe totale e ispirata (speriamo) a due principi: 1) mettere al più presto il tecnico al corrente della separazione; i giocatori leggono i giornali, che sono pieni di notizie, talvolta incomplete ma spesso vere (non è bello per un allenatore sentirsi un re nudo in mezzo a calciatori che devono per forza vederlo con addosso ermellino e corona); 2) mantenere la coerenza: si parla di Bianchi e Lippi (ottimi tecnici), ma allora tanto varrebbe tenere Trapattoni. Però, i responsabili puntano anche su allenatori giovani (Prandelli o Tardelli) oppure su uomini con il culto della zona (pura nel caso di Zeman), del pressing e del fuori gioco. Li predicano Sacchi, Zeman ed Eriksson. Angelo Caroli Una seconda ipotesi: Giovanni jr presidente con un altro manager E se Trap dà l'addio una rosa di candidati Il tedesco Moeller (a sin.) potrebbe essere sacrificato. Sopra il Trap alla sua stagione bianconera n. 13 Agnelli junior (sopra) e Boniperti (a lato)

Luoghi citati: Genova, Torino