A Fabiani i cannoni Efim di Roberto IppolitoFabiano Fabiani

Con un '93 in utile, la grande Finmeccanica diventa realtà Con un '93 in utile, la grande Finmeccanica diventa realtà A Fabiani i cannoni Efim E mette all'asta l'Esaote ROMA. Buona fine. Fabiano Fabiani chiude il bilancio 1993 in utile. E buon principio. L'amministratore delegato della Finmeccanica comincia il 1994 ridisegnando il gruppo. Ieri sera ha firmato, dopo mesi e mesi di trattative, l'intesa per l'acquisto delle aziende della difesa finora in mano all'Efim: Oto Melara, Agusta, Agusta Sistemi, Orni, Breda Meccanica Bresciana, Sma e Galileo. Quasi definita poi la privatizzazione dell'Esaote destinata alla cordata dei venti manager interni guidati da Carlo Castellano e affiancati da due banche (Sofipa del Mediocredito e Arca Merchant) e tre fondi internazionali (Advent, Italian Private Equity, Euroventures). La grande Finmeccanica sognata per anni da Fabiani sta così diventando realtà. Manca solo un tassello: l'acquisizione dall'Efim anche della Breda Costruzioni Ferroviarie. Alla fine nell'orbita della capogruppo dell'Iri per l'alta tecnologia graviterà la maggior parte delle attività industriali italiane per difesa, aerospaziale, ferroviario, energia e automazione. La concentrazione su questi fronti ha richiesto la rinuncia all'Optimes, la società che produce compact disc messa in vendita, e all'Esaote, l'azienda di apparecchiature mediche per la quale il consiglio di amministrazione della Finmeccanica ha dato mandato a Fabiani di concludere gli «accordi definitivi» con Castellano (attuale amministratore delegato). Si tratta di cessioni che avranno effetto sul bilancio 1994. Ma per affrontare con maggiore serenità il previsto salto di dimensione e rimediare al brutto andamento del primo semestre del 1993, Fabiani ha già fatto ricorso a iniziative straordinarie: la vendita sul mercato degli Stati Uniti del 40% di due controllate americane, l'Union Switch e la Bailey Process Automation, e il collocamento del 20% dell'Ansaldo Trasporti presso investitori istituzionali (banche, assicurazioni, fondi). Avendo ancora la mag¬ gioranza assoluta di queste società, la Finmeccanica rivendica di non aver intaccato la consistenza operativa e il patrimonio tecnologico del gruppo. Queste operazioni hanno fruttato circa 400 miliardi consentendo, come viene precisato, «di mantenere invariato il livello dell'indebitamento registrato a fine '92». In base al preconsuntivo esaminato ieri dal consiglio di amministrazione, l'indebitamento dell'intero gruppo alla fine dello scorso dicembre era di 5250 miliardi, 60 in meno di un anno prima e soprattutto molto al di sotto della quota di 6311 miliardi raggiunta a fine giugno. La vendita delle quote di minoranza delle tre controllate ha quindi aiutato Fabiani a raddrizzare i conti, chiusi dopo il primo semestre con un passivo di 160 miliardi. Per l'intero 1993 è previsto un piccolo utile (una nota invita a «considerare recuperate le negatività»). Dopo la vendita dell'Alfa Romeo alla Fiat il bilancio della Finmeccanica è stato in pareggio nel 1987 e poi sempre in utile (con la punta di 186 miliardi nel 1992) tranne nel 1991 in seguito alla restituzione degli aiuti ricevuti proprio per l'Alfa. Nel 1993 i ricavi sono scesi da 11.790 a 10.450 miliardi (con un recupero nella seconda parte dell'anno). Comunque, resta attivo il risultato operativo (cioè l'utile prima delle tasse e senza i proventi straordinari e finanziari), sintomo dell'andamento della gestione industriale. Alla Finmeccanica c'è perciò fiducia: oltre che ai proventi straordinari, i positivi risultati degli ultimi mesi vengono attribuiti alla chiusura della vertenza Alenia (tremila esuberi) e al recupero di produttività. Del resto l'aumento dell'efficienza è ora l'obiettivo numero uno. Va digerito il boccone delle aziende prelevate dall'Efim in liquidazione. Le diverse aziende operative vanno integrate. Per esempio, nell'avionica (strumentazione degli aerei e difesa elettronica) l'Alenia e la Fiar vanno accorpate con le nuove arrivate Sma e Galileo, razionalizzando le risorse. Per ora il commissario dell'Efim Alberto Predieri ha concordato con Fabiani il passaggio delle sole attività industriali. Il contratto che sarà firmato a giorni concede alla Finmeccanica l'opzione per comprare successivamente anche le società, ridotte a scatole vuote, una volta effettuati gli aumenti di capitale possibili grazie al decreto che stanzia tremila miliardi per l'indebitata difesa Efim. Fabiani eserciterà l'opzione solo in seguito a un'intesa con Comit, Credit, S. Paolo, Banca di Roma e gli altri istituti che vantano crediti verso Agusta, Oto Melara e tutte le società ex Efim. Fabiani intravede il possibile approdo finale: l'ingresso delle stesse banche nel capitale Finmeccanica. Si tratta di un obiettivo delineato da tempo per sostenere lo sviluppo del gruppo. La scommessa sull'ulteriore rafforzamento verrà giocata anche ricercando alleanze industriali con i principali gruppi europei della difesa, come Aérospatiale, Dasa, Thomson o Marconi. Roberto Ippolito Fabiano Fabiani

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