Vitti: «Domenica in? Basta, grazie Meglio il cinema della televisione» di Simonetta Robiony

Vitti: «Domenica in? Basta, grazie Meglio il cinema della televisione» L'attrice se ne va dopo 14 puntate, nonostante le insistenze della Rai Vitti: «Domenica in? Basta, grazie Meglio il cinema della televisione» ROMA. Monica Vitti se ne va. E' l'ultima «Domenica in» per l'attrice. Dopo quattordici settimane lascia la televisione e se ne torna al cinema. Anche se i dirigenti Rai non avrebbero voluto: avevano aumentato le puntate, da dieci a quattordici, con lei sempre a dir di no, a tirarsi indietro, a non decidere, e loro a insistere, a forzarle la mano, a pregarla di fare quel che voleva, ma di far qualcosa, di non mollare. Domenica saluterà quelli che l'hanno seguita, che le hanno scritto lettere, le hanno mandato bigliettini d'auguri. Monica Vitti sarà a lungo in studio, in diretta dalla Dear. Come avrebbe dovuto fare fin dall'inizio, ma come s'è sentita di fare solo alla fine. Stranezze. Monica Vitti, però, è anche questo. Ora che questa esperienza è finita ha ancora paura della televisione? «Sono contentissima. La prova è andata bene. Tutti sono stati gentilissimi con me. I dirigenti m'hanno mandato ogni settimana grafici di ascolti suddivisi in share e altre diavolerie da cui risultava che il mio pezzo era gradito al pubblico. Io non ho capito assolutamente nulla delle cifre che mi facevano vedere, ma ho sentito tra la gente in strada un affetto ancora maggiore del solito e perciò ci ho creduto. Insomma, bene. Ma è finita. Io sono un'attrice. E la televisione è un'altra cosa». La tv è un contenitore: ciascuno ci mette dentro quello che vuole. «Già ma io non so fare i giochim. Non so parlare a un pubblico che non vedo. Non faccio interviste agli ospiti. Non sono capace di intrattenere chi passa. Perciò non posso fare la televisione. Ho raccontato la mia storia. Ho parlato del mio lavoro. Ho fatto vedere spezzom* dei miei film. Ho perfino chiacchierato. Di più non posso. Vado». E' vero che registrava sempre i suoi interventi? «No. Spesso ero in diretta. L'ho dovuto fare qualche volta per ragioni di montaggio: mostrare tanti spezzom di film, ottenerne i diritti magari per poco tempo, accostare sequenze diverse, è un lavoro che non sempre si adatta alla velocità della diretta. E per fortuna che mi ha aiutato il mio compagno Roberto Russo, altrimenti non so proprio come avrei potuto cavarmela da sola». Dove va adesso? «Vado a Parigi. Ho avuto una proposta per un film. Mi hanno chiamata. Voglio andare a parlarne con gli autori. Non so affatto se accetterò perché al punto in cui sono ormai entro in un progetto soltanto se mi convince in tutti i suoi particolari. Ma sono ugualmente lusingata. E poi progettare un film è il momento più bello». Perché? «Perché lo puoi sognare come vorresti venisse. Quando si parla di una storia tutti sono al massimo del loro entusiasmo, la fantasia corre, l'illusione ti sostiene, la perfezione appare raggiungibile. Parli, ascolti, speri. E' già tanto in un momento per il cinema così duro». In Francia però non attraversano la crisi che abbiamo noi in Italia. «Lo so. Ma anche loro vogliono realizzare delle coproduzioni. Trovare partner stranieri non è un'impresa semplice. L'Inghilterra non ci sta mai perché, per via della lingua, s'allea con gli amen- cani. E allora anche in questa grande Europa che resta? L'Italia, la Francia , la Germania e, qualche volta, la Spagna. Non è molto». Se non le avessero offerto questo nuovo film sarebbe rimasta in televisione? «Non credo. I dirigenti della Rai hanno pensato fino all'ultimo che avrei cambiato idea. Ma io fin da quando mi hanno proposto di lavorare a questa "Domenica in" sapevo che non avrei retto fino in fondo. E' troppo lunga. E poi ho ricominciato a scrivere». Scrivere le piace, vero? «La mia autobiografia è andata benissimo. Adesso voglio misurarmi con un racconto lungo un po' buffo, la storia di una donna che attraversa in allegria i fatti drammatici della sua esistenza. Una cosa che mi appartiene: il ritratto di come mi piacerebbe davvero essere». Simonetta Robiony Monica Vitti andrà in Francia per studiare il progetto di un nuovo film che le è stato proposto. Pensa anche a un libro dopo l'autobiografia: «Non sono una conduttrice. Ho raccontato la mia vita in tv, ora non saprei più che dire»

Persone citate: Dear, Monica Vitti, Roberto Russo