«Attento papà se sbagli lo dico alla tv» di Stefania Miretti

Attento papà/ se sbagli lo dico alla tv» « Italia 1 invita i bambini a mandare fax. Ma gli esperti: «E' pericoloso, così muore il dialogo» Attento papà/ se sbagli lo dico alla tv» « Polemiche per il programma sui problemi in famiglia INFANZIA E SPETTACOLO ALLORA, bambini, se avete dei problemi in famiglia scrivete a "Cara mamma, caro papà, volevo dirvi che...", oppure mandateci un fax. Faremo noi da tramite». L'allarmante invito, formulato da una bestia di pezza marroncina, arriva così, a tradimento, da alcuni giorni, su Italia 1 all'ora di pranzo, tra uno spot sui nuovi robot-trasformer e il cartone animato della vecchia serie «Candy Candy». Ecco, ci siamo. Avanza in tv il piccolo cittadino che protesta, si spegne, nella già scombinate famiglie italiane, anche l'ultimo afflato di dialogo tra genitori e figli. La televisione «vi farà da tramite», piccolini, come d'altra parte han sempre fatto le bambinaie di cui ha impropriamente preso il posto. Minimizza la responsabile dei programmi per ragazzi della Fininvest, Alessandra Valeri Manera: «Una normale trasmissione che dovrebbe parti- re in marzo. Perché mai dovrebbe allarmare? Forse si tratta di un "promo" non riuscito, lo rivedremo. Ma riceviamo in continuazione lettere da parte dei nostri piccoli spettatori che ci sottopongono i loro problemi di vita quotidiana, e ci sembrava giusto occuparcene in una striscia giornaliera». Quanto al fax, spiega gentilmente Valeri Manera, «non si ha l'idea di quanti fax mandi¬ no oggi i bambini. Per loro è un mezzo di comunicazione del tutto normale, lo usano nell'ufficio dei genitori, oppure nella cartoleria sotto casa. Lo conoscono così bene che spesso non colorano i disegni che ci mandano, sapendo che le tinte non verrebbero riprodotte». Mamma mia. Ma cosa scrivono i bambini alla tv, e quali sono i «problemi in famiglia» su cui verterà la nuova trasmissione? Cose innocenti, assicurano a Italia 1. Niente a che vedere, naturalmente, con «Telefono Azzurro». Uno scenario che, nella più idilliaca delle ipotesi, e nella speranza che situazioni di disagio più profonde vengano affrontate in altre sedi, possiamo così prefigurare: «La mia sorellina mi rompe i giocattoli, come posso fare per farla smettere?», «la mamma non mi permette di giocare nel fango, come convincerla?» «i compagni di scuola mi prendono in giro perché sono grassa, potete aiutarmi voi?». E come no. Tanto normale, però, quell'annuncio, non pare, ai genitori che ce l'hanno segnalato, agli esperti che abbiamo interpellato. «Una trovata superficiale», stigmatizza la psicologa infantile Tilde Giani Gallino, «la televisione non è l'ente adatto per affrontare questi problemi, e se lo fa, comunque non li risolve. Non credo che un'iniziativa di questo tipo possa far male, magari i piccoli abituati a tenersi tutto dentro troveranno un modo per sfogarsi. Purtroppo, però, la televisione si propone sempre di più come il tramite tra noi e gli altri». Inorridisce il semiologo Omar Calabrese: «E' tipico dei bambini meditare il suicidio per un gelato negato, e, naturalmente, dimenticarsene subito dopo. C'è un tratto narcisistico, nell'infanzia, che spinge a sentirsi costantemente vittime di qualche ingiustizia, ci siamo passati tutti. Sopravvalutare ciò, permettere che questi sentimenti durino più di quello che normalmente durerebbero, e farli arrivare addirittura sulla scena... tutto questo mi pare abbastanza pericoloso. No, lo spettacolo della sfiga dell'infanzia non mi piace». E trasecola Mario Lodi, scrittore per bambini: «Ma questi programmisti della tv consultano qualche esperto, prima di fare un programma per bambini, o fanno di testa loro? Ma queste trovate se le sogneranno di notte?», s'interroga. E così riassume la sua sbalordita opinione: «Invece di consigliare i genitori a recuperare il dialogo con i loro figli, perduto anche a causa della televisione, invitano i bambini a parlare con la tv. Anziché con papà e mamma. Peccato che la televisione, pur essendo un mezzo potentissimo, non sia ancora in grado di dialogare». Stefania Miretti Calabrese: si enfatizza il narcisismo dei piccoli A fianco il semiologo Omar Calabrese. In altro a sinistra, Mario Lodi, ex insegnante e autore di libri per l'infanzia

Persone citate: Alessandra Valeri Manera, Candy Candy, Mario Lodi, Omar Calabrese, Tilde Giani Gallino, Valeri Manera

Luoghi citati: Italia