Arriva il jeans del carcerato
Arriva il jeans del carcerato Arriva il jeans del carcerato L'ultima moda è il «Prison blues» prodotto dai detenuti americani PARIGI. «Fatti dentro per essere portati fuori». Con questo slogan sono appena sbarcati in Italia i «Prison Blues», i jeans prodotti e indossati dai detenuti del penitenziario statale di Pendleton, nell'Oregon. In Usa i «pantaloncini del carcerato» hanno avuto un grande successo. Negli ultimi sei mesi, soltanto nella zona Nord Ovest, le vendite sono arrivate a un milione di dollari. I detenuti impegnati nella realizzazione di questi capi guadagnano dai 4 ai 6 dollari l'ora. Il ricavato è così ripartito: una parte è utilizzata per la riabilitazione dei prigionieri tossicodipendenti, il resto viene versato su un conto corrente che il detetenuto potrà riscuotere quando uscirà. Hank Barthes, 39 anni, assicura che con i soldi guadagnati in due anni potrà permettersi di comperare una piccola casa. Sono stati soprattutto i giovanissimi, sempre a caccia di novità modaiole trasgressive, ad apprezzarli maggiormente, trasformandoli in un must. E' il fascino del proibito ad affascinarli? Sembra di sì. In Giappone, poi, sono richiestissimi quelli con il marchio del carcere: una grande aquila stampata all'altezza della coscia. «Non capisco perché, che cosa c'è di così bello in un paio di pantaloni fatti dai galeotti?», si chiede sbigottito il prigioniero Bobert Pudget. Ma tant'è. Le richieste aumentano a vista d'occhio. I modelli sono già diventati cinque e presto saranno accompagnati da una serie di T-shirt. In Italia i «Prison Blues» per ora sono disponibili nella versione Denim 501. I cinque tasche classici costano 97 mila lire. A distribuirli in 25 punti vendita è l'azienda bolognese «WP Lavori in Corso», una società specializzata in ricerca e selezione di capi in grado di resistere alle mode, grazie a una serie di curiose caratteristiche storiche. [a. am.)
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