Quei timidi fantasmi dell'Arkansas

Quei timidi fantasmi dell'Arkansas Quei timidi fantasmi dell'Arkansas Una trappola per sbarrare la strada alla rielezione LO SCANDALO INVENTATO TNEW YORK UTTE le storie hanno un inizio, anche se non sempre come si impara dalle vicende italiane - hanno una fine. Ma la vicenda «White water» - di cui ormai si parla come dello «scandalo dei Clinton» ovvero di un nuovo «Watergate» che potrebbe travolgere il giovane Presidente e la sua audace consorte-di inizi ne ha due. Il primo inizio risale al 1984, quando le autorità bancarie federali, rivedendo le carte di una piccola Cassa di Risparmio - Madison Saving and Loans - dell'Arkansas, controllata e diretta (molto male) dalla coppia Susanna e James McDougal, hanno avuto il sospetto di una pessima amministrazione. Dopo due anni di indagini la coppia è stata estromessa, la Cassa dì risparmio chiusa e i creditori rimborsati. Non dimentichiamo che siamo negli Anni Ottanta, il decennio in cui i fallimenti delle «Saving and Loans» si sono succeduti al ritmo di costi altissimi. Si è trattato, ad esempio, solo nel caso, mai chiarito, dei prestiti avuti da George Bush Jr., figlio dell'allora vice presidente Bush, di molte decine di miliardi di dollari. Devo ricordare questi fatti al lettore non a causa della simpatia per Clinton. Ma perché durante gli Anni Ottanta senatori e deputati del partito democratico si sono battuti invano per ottenere un «investigatore speciale» (cioè indipendente, non legato al governo) affinché indagasse sul crollo delle Casse di risparmio. Non solo non ci sono riusciti, ma il presidente Bush ha addirittura lasciato scadere la legge. Ora, la prima vittoria repubblicana contro i Clinton è stata proprio quella di forzare il Dipartimento della Giustizia a nominare uno «special prosecutor», benché il Paese sia senza una legge che lo preveda. Ma torniamo ai fatti e cerchia- mo di capire che cosa hanno fatto la Madison Saving and Loans dell'Arkansas, la coppia McDougal e l'attuale prima coppia degli Stati Uniti, per meritare questa inchiesta speciale. Per rispondere bisogna risalire al 1978. Quell'anno Bill Clinton, che è «Attorney General» (Procuratore Generale) del minuscolo Stato dell'Arkansas, e la moglie Hillary, che è già un avvocato civilista di successo, si associano alla coppia McDougal in un investimento detto «Whitewater», un appezzamento di terreno di 200 acri da sviluppare ed eventualmente trasformare in centro residenziale o di vacanza. Ci sono altre persone? Sì, c'è Vincent Foster, avvocato dello stesso gruppo legale in cui lavorava a quel tempo Hillary. Foster, in più, tiene tutte le carte dei suoi amici Clinton. C'è anche un ex giudice diventato finanziere e investitore, David Hale, che avrebbe prestato altri 300 mila dollari ai McDougal per la Whitewater Corporation. Lui dice: «L'ho fatto perché me lo ha chiesto Clinton», che nel frattempo era diventato Governatore dell'Arkansas. C'è l'avvocato Hubell, che adesso è numero tre al dipartimento della Giustizia. Il suocero di questo Hubell avrebbe profittato del vistoso legame di amicizia con i Clinton per farsi prestare dalla Madison Trust and Loan fino a 500 mila dollari. E c'è infine un altro avvocato, Beverly Basset Schaffer. E' un funzionario dello Stato dell'Arkansas con il compito di sorvegliare l'andamento dei prestiti delle Casse di risparmio. Essendo stata nominata da Clinton, si dice che non abbia sorvegliato con la dovuta attenzione la parte degli investimenti McDougal-Clinton. Dunque ci sono quattro linee di sviluppo di questa storia. Una sono i legami fra avvocati amici di Hillary Clinton. Una è quella tra i Clinton e la banca dei McDougal. Una è quella fra lo Stato dell'Arkansas, presieduto da Clinton, gli avvocati e le banche. Infine una è quella fra banca, investitori, governatore e Whitewater Corporation, ovvero l'avventura d'affari in cui i Clinton hanno investito. Quando tutto si è concluso, i Clinton ci hanno rimesso 68 mila dollari. Il giro vorticoso degli Anni Ottanta deve avere sfiorato anche l'Arkansas se, nel 1984, il valore della banca era di 120 milioni di dollari. Ma siamo a un passo da quella verifica che porterà alla decisione di chiudere la banca. Notizie di Whitewater? Non chiude quando chiude la banca. Ma il progetto di sviluppo non decolla. I McDougal si vedono sfuggire l'affare, gli sceriffi li cercano per il pagamento di debiti contratti in proprio. Bill e Hillary Clin-/ ton si dirigono verso il sentiero della campagna presidenziale. Se questa fosse una radiografia, dove sono le aree opache o sospette? Il radiologo direbbe che sono nei rapporti fra Clinton e Clinton, lui governatore, lei avvocato che tratta questioni che toccano o sfiorano il controllo che spetta al governo locale. Direbbero che ci sono fra i due Clinton e gli avvocati loro amici. Si saranno scambiati informazioni, avranno incoraggiato qualcuno, qua o là, a chiudere un occhio? Direbbero che ci sono stati rapporti impropri fra i due Clinton, i loro amici avvocati e i due McDougal. Se non altro perché si erano imbarcati tutti insieme in quella che sembrava una bella avventura di investimento. Alla fine di quella avventura i McDougal sono apparsi degli incapaci, gli avvocati poco esperti e i Clinton poco fortunati. Mai dimenticare tuttavia questi punti. Primo: Nessuno è stato imputato, tranne il signor McDougal, e solo per questioni personali. Nella inchiesta sulla gestione della banca, non è emerso un «affare Whitewater». Secondo: i Clinton hanno affrontato, a partire dall'Arkansas, tutta la campagna elettorale con il fardello Whitewater già noto a tutti, noto in Arkansas, noto a Washington, a George Bush, al suo Fbi, ai suoi legali. Basterà ricordare che è stata una campagna senza esclusione di colpi. E' dubbio che sarebbe stata risparmiata la questione Whitewater, se ci fosse stato qualcosa da imputare a uno dei Clinton. Terzo: tutto si svolge fra il 1978 e il 1984, dunque da 16 a 10 anni fa. Niente a che fare con la presidenza, e neppure con la campagna elettorale. Dunque non è ragionevole alcun paragone con Watergate (dove si era mentito al Paese, su questioni politiche, dalla Casa Bianca). Quarto: non si sono fatte avanti persone danneggiate, a qualsiasi titolo. Quinto: si tratta di una somma piccolissima, non solo a confronto con gli immensi scandali manovrati dai presenti accusatori repubblicani. Ma anche a confronto con eventi controllati direttamente dal predecessore di Clinton. E' bene non dimenticare il «perdono» accordato a Caspar Weinberger per evitare inchieste su fatti incomparabilmente più gravi. E' bene ricordare che il colonnello North, da solo, da un ufficio della Casa Bianca, maneggiava cifre, non personali ma dello Stato, venti-trenta volte più grandi del piccolo investimento dei Clinton in Whitewater. Allora? Allora c'è il secondo inizio della vicenda. Un giorno di luglio si uccide, in una boscaglia vicino a Washington, uno dei protagonisti di questa vicenda, l'avvocato Foster, già collega di Hillary alla ditta Rose, già consigliere personale dei due Clinton, che si era trasferito con la «prima coppia» a Washington. Amante di Hillary Clinton? Si è detto, vio, l'eventuale lato romantico in questa storia non conta. Conta invece che custodisse - da avvocato - le carte personali del presidente e della First Lady. E che quelle carte siano state subito prese in consegna dal legale che ha sostituito Foster dopo il suicidio. E' questo lo scandalo? E' bene non dimenticare che esiste negli Usa come in molti Paesi - il «privilegio di discrezione fra avvocato e cliente». Si dice adesso (sono parole del columnist William Safire) che «nessun politico è così stupido da nascondere una cosa che non lo danneggia». Giusto, ma c'è da dubitare che William Safire, persona di tutto rispetto e grande giornalista (repubblicano), lascerebbe le sue integerrime carte personali su qualunque tavolo invece che nella cassaforte del suo avvocato, protette dall'impegno di non essere mostrate al mondo, per quanto innocenti. Si parla di Nixon. Ma Nixon ha negato o nascosto materiali della sua presidenza e relativi a fatti e atti della sua presidenza. Qui, come si è detto, stiamo parlando di un periodo che si apre 15 anni prima e si chiude 10 anni prima della presidenza, e che non interferisce in nessun punto con Washington. Forse, al peggio, sti mo parlando di scambi di nomi onoscenze nell'establishment >ie dell'Arkansas. Niente di Ma niente di ignobile. Stornamente l'inchiesta del «procuratore speciale» voluto e ottenuto dai repubblicani costerà al contribuente americano ben di più del famoso investimento di «Acqua Bianca». Perché la stampa americana si è buttata con tanta passione in questa non-storia? «Perché», propone Ted Koppel nel suo programma tv «Nightline», «c'è profumo di donna e ombra di suicidio. Comunque vada, promette di essere un buon -acconto». Sul versante politico, una constatazione. Il prestigio del presidente resta alto, un solido 62%. Alcuni nemici dei Clinton devono avere pensato: o lo spezziamo adesso o dobbiamo rassegnarci a vederlo rieletto nel 1996. Furio Colombo Ci sono altre persone? Sì, cè Vincent Foster, avvocato dello stesso gruppo legale in cui lavorava a quel tempo Hillary. Foster, in più, tiene tutte le carte dei suoi amici Clinton. C'è anche un ex giudice diventato finanziere e investitore, David Hale, che avrebbe prestato altri 300 mila dollari ai McDougal per la Whitewater Corporation. Lui dice: «L'ho fatto perché me lo ha chiesto Clinton», che nel frattempo era diventato Governatore dell'Arkansas. C'è l'avvocato Hubell, che adesso è numero tre al dipartimento della Giustizia. Il suocero di questo Hubell avrebbe profittato del vistoso legame di amicizia con i Clinton per farsi prestare dalla Madison Trust and Loan fino a 500 mila dollari. E c'è infine un altro avvocato, Beverly Basset Schaffer. E' un funzionario dello Stato dell'Arkansas con il compito di sorvegliare l'andamento dei prestiti delle Casse di risparmio. Essendo stata nominata da Clinton, si Il giro vorticoso degli Anni Ottanta deve avere sfiorato anche l'Arkansas se, nel 1984, il valore della banca era di 120 milioni di dollari. Ma siamo a un passo da quella verifica che porterà alla decisione di chiudere la banca. Notizie di Whitewater? Non chiude quando chiude la banca. Ma il progetto di sviluppo non decolla. I McDougal si vedono sfuggire l'affare, gli sceriffi li cercano per il pagamento di debiti contratti in proprio. Bill e Hillary Clin-/ tutta la campagna elettorale con il fardello Whitewater già noto a tutti, noto in Arkansas, noto a Washington, a George Bush, al suo Fbi, ai suoi legali. Basterà ricordare che è stata una campagna senza esclusione di colpi. E' dubbio che sarebbe stata risparmiata vrati dai presenti accusatori repubblicani. Ma anche a confronto con eventi controllati direttamente dal predecessore di Clinton. E' bene non dimenticare il «perdono» accordato a Caspar Weinberger per evitare inchieste su fatti incomparabilmente più gravi. E' bene ricordare che il colonnello North, da solo, da un ufficio della Casa Bianca, maneggiava cifre, non personali ma dello Stato, venti-trenta volte più grandi del piccolo investimento dei Clinton in Whitewater. Allora? Allora c'è il secondo inizio della vicenda. Un giorno di luglio si uccide, in una boscaglia vicino a Washington, uno dei protagonisti di questa vicenda, l'avvocato Foster, già collega di Hillary alla ditta Rose, già consigliere personale dei due Clinton, che si era trasferito con la «prima coppia» a Washington. Amante di Hillary Clinton? Si è detto,