Scusi/ può spiegarmi perché? di Amintore Fanfani
Scusi/ può spiegarmi perché? Scusi/ può spiegarmi perché? Tutte le domande che fanno arrossire il Potere FUORI PROGRAMMA AROMA TTENZIONE al fuori programma. Occhio alla trappola della domanda crudele, alla buccia di banana che rischia di rovinare la festa, all'attacco proditorio e inatteso, all'improvviso happening che crea sconcerto. E che costringe la vittima dell'imboscata a reagire con prontezza, a non farsi prendere dal panico, a impedire che lì, sotto i riflettori, possa compromettersi un'immagine e una reputazione. Qualcosa del genere è accaduto per esempio al presidente americano George Bush. Sul cui volto, l'estate scorsa, si è dipinta all'improvviso la maschera dello sgomento non appena un giornalista carogna, nel pieno di una conferenza stampa, aveva chiesto se era vero o no che l'inquilino della Casa Bianca si era imbarcato in un affaire amoroso con una avvenente impiegata di nome Jennifer. Stupefazione. Imbarazzo. Non proprio ira. Come quel vero e proprio scatto di malumore esibito da Ciriaco De Mita in viaggio a Los Angeles come presidente del Consiglio per commemorare il piano Marshall. Doveva essere un viaggio trionfale, la traversata oceanica che doveva sancire il credito internazionale del leader de e invece, anche lì, ecco apparire il giornalista che chiede a De Mita notizie su un presunto complotto piduista ai danni del fedelissimo Sanza. La faccia di De Mita diventa gonfia come un pallone, al colmo della collera: «Quando la politica è alta, il gioco è limpido». E chissà cosa voleva dire. E il volto di Berlinguer in quella Tribuna politica con il direttore della Notte Nino Nutrizio? Semplicemente stravolta. E certo che tutto poteva attendersi il segretario del pei tranne quel giornalista che in tv tira fuori all'improvviso un pacco di riso e uno di pasta chiedendo a Berlinguer come diavolo si potessero bollire nella stessa acqua «la pasta democratica con il riso del comunismo». Più pronto di Berlinguer Silvio Berlusconi che all'inaugurazione di un ipermercato viene investito dalla domanda se avrebbe votato Fini o Rutelli. Berlusconi risponde senza esitazione Fini. E la frittata è fatta. Attenzione al fuori programma. Come dovette constatare sulla sua pelle il tiranno di Romania Nicolae Ceausescu. Eccolo concionare la folla dal suo balcone dittatoriale. Tutto come di consueto. Tranne quella salva di fischi che sale dalla piazza. E' il segnale dell'inizio della congiura che butterà giù il despota e la sua consorte. Gli occhi di Ceausescu rimangono fissi nel vuoto, atter¬ riti, increduli: lo sguardo di chi in un attimo intuisce che quella sonora fischiata rappresenta davvero il marchio della fine. Facce in cui viene scolpito il disappunto. O anche la vergogna e il dolore fisico, come quello apparso sul volto di Amintore Fanfani, il leader de colto da un fotografo nello strenuo tentativo di divincolare le orecchie dalla robusta presa di un ribelle dello Scudo crociato. Facce imperturbabili, come quella di un Andreotti bersaglio improvviso di un nutrito lancio d'uova: «Fanno bene alla pelle». E tutti sorrisero alla battuta dell'allora potentissimo. Il missino Giorgio Almirante non esitò a rispondere a una domanda cattiva sfoderando in diretta televisiva un cornetto portafortuna. Promosso. Gianni De Michelis invece si infuriava senza controllo ogni volta che un giornalista (mai italiano) si avvicinava per chiedergli se era soddisfatto delle ore trascorse in discoteca durante la notte precedente. Bocciato. Perché sono gli imprevisti del mestiere. Il presidente Sandro Pertini, che pure aveva un'altissima concezione di sé e della simpatia che sapeva suscitare tra gli italiani, se la cavò benissimo una volta che dalla piazza era partito qualche fischio: «Libero fischio in libera piazza». U po' meno bene se l'è cavata il ministro Jervolino con i fischi di qualche mese fa. Provvidenziale fu l'intervento di Scalfaro. Proprio lui, l'ultima vittima del più sgradevole dei fuori programma, [p. bat.] Amintore Fanfani quando fu aggredito da un contestatore
Luoghi citati: Los Angeles, Romania
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