La Ganga palleggia un anno e 8 mesi

L'ex capogruppo psi ha chiuso i conti con la giustizia: aveva 10 avvisi di garanzia L'ex capogruppo psi ha chiuso i conti con la giustizia: aveva 10 avvisi di garanzia La Ganga palleggia un anno e 8 mesi Ha dovuto restituire mezzo miliardo di tangenti Non s'è presentato in aula, c'era solo il legale Giusi La Ganga ha chiuso ieri i suoi conti con la giustizia torinese: ha patteggiato un anno e otto mesi di carcere con la condizionale e ha restituito mezzo miliardo di tangenti. Come aveva preannunciato, ha inviato al gip Sorbello una lettera in cui annuncia il suo ritùo dalla politica. E' probabile che ritorni all'insegnamento. L'ex capogruppo socialista alla Camera non si è presentato in aula, al primo piano di piazzetta della Visitazione. Ha demandato tutto al suo difensore Sergio Badelhno, che nei giorni scorsi aveva trattato il patteggiamento con il pm Vittorio Corsi e il gip. L'udienza è durata meno di mezz'ora, il tempo di formalizzare quello che si era concordato. Giusi La Ganga ha chiuso il suo conto: aveva ricevuto già 9 avvisi di garanzia che lo ponevano in testa alla classifica dei politici piemontesi indagati. Nei giorni scorsi ha allungato ancora il distacco: l'ultima informazione di garanzia gli è arrivata dal pm Marini. Riguarda un presunto finanziamento illecito al par- tito concesso tramite l'affitto del suo ufficio elettorale. Ma anche quest'ultùna vicenda è finita nel maxi-patteggiamento. Giusi La Ganga, il colonnello di Craxi sotto la Mole, è stato per 15 anni l'uomo forte di un partito entrato in tutte le giunte succedutesi dal 1976 al 1992. Era responsabile nazionale degli enti locali. Come tale è rimasto coinvolto in molte inchieste, da quella sull'ospedale di Asti, a quella sul teleriscaldamento, a quella sul Cdiu (consorzio intercomunale di igiene urbana) di Colle¬ gno. Ha ricevuto tangenti per centinaia di milioni da aziende del gruppo Fiat, dalla Grandi Motori di Trieste, dall'Ansaldo. Alla fine ha deciso di raccontare la sua verità: in una memoria al procuratore aggiunto Marcello Maddalena, nel luglio scorso, riconobbe le sue responsabilità. Nella lettera consegnata ieri al dottor Sorbello, La Ganga scrive: «Illustre magistrato, nel momento in cui, con la richiesta di patteggiamento intendo definire ogni mia pendenza giudiziaria, ribadisco quanto ebbi modo di manifestare nell'originaria memoria con la quale assumevo le mie responsabilità ed a cui faccio integrale richiamo. Anche per tali ragioni, come ho già ripetutamente dichiarato, confermo la decisione di ritornare alle mie private occupazioni, lasciando, dopo molti anni, la vita pubblica. Tale mia impegnativa decisione deriva dalla convinzione che si è aperta una nuova stagione politica ed altri dovranno esserne i protagonisti». Per poter ottenere il consenso del pm Vittorio Corsi e del gip al patteggiamento, La Ganga - come si è detto - ha risarcito 500 milioni: 250 milioni alla ditte che hanno pagato nella vicenda Aem; 140 milioni alla Regione, 100 milioni al Cdiu, 10 milioni per spese legali. In sospeso con la Giustizia sono rimaste due pendenze: una presunta corruzione a Castrovillari (Cosenza) e un'altra a Verbania. Due episodi per i quali sarà applicata la continuazione e che potranno costargli un mese o poco più di carcere, [n. pie.] «Mi assumo le mie responsabilità, lascerò la politica per tornare a vita privata» Giusi La Ganga: «Si è aperta una nuova stagione politica»

Luoghi citati: Castrovillari, Cosenza, Trieste, Verbania