Con gli spadini e le ghette

Con gli spadini e le ghette Con gli spadini e le ghette Parla il rettore padre Bonini Nomi illustri, 156 anni di storia Fino ai primi anni del dopoguerra gli studenti del «Real Collegio Carlo Alberto» vestivano con ghette, kepi, giacca blu e calzoni azzurri, bottoni d'oro. «Oggi tiriamo fuori le divise di un tempo per le occasioni ufficiali più importanti - dice il rettore - e i ragazzi sono sempre molto contenti di indossarle. Lo spirito di appartenere a una grande famiglia è rimasto, anche se molte cose sono cambiate». Per esempio, alla metà degli Anni Settanta furono ammesse le ragazze. Chissà cosa ne avrebbe detto Carlo Alberto che aveva voluto il «Real Collegio» per curare la formazione morale e intellettuale dei figli maschi dell'aristocrazia e della migliore borghesia piemontese. Del convitto furono ospiti intere classi di militari - una Nunziatella subalpina - e di ambasciatori. I nomi che appartengono alla storia? I Borghese di Roma, i Foscari di Venezia, i Corderò di Pamparato. E ancora: medaglie d'oro al valor militare, due vescovi, letterati, astronomi. In tempi recenti, intere dinastie di industriali e imprenditori, tra i quali i Ferrerò di Alba, Giugiaro, Carello, Testa. La maggioranza oggi è cosituita dai figli di professionisti, imprenditori, commercianti. La retta dei licei è di circa 5 milioni l'anno, delle elementari di circa tre: i costi di tanti istituti religiosi meno noti. «L'istituto - dice il rettore, padre Andrea Bonini - purtroppo è anche rimasto vittima del suo nome, della sua fama di collegio esclusivo. Molte famiglie in cerca di una scuola cattolica non sono nemmeno venute a visitarci, pensando: "Chissà come si troverebbe mio figlio tra quelli là". Ma il Carlo Alberto ha seguito il mutare dei tempi, con qualcosa in più. Questa è una scuola che offre tante preziose occasioni: abbiamo una biblioteca di 40 mila volumi, collezioni archeologiche, scientifiche, un osservatorio astronomico». «A Carlo Alberto non deve morire - dice il dottor Mingo Jannon, presidente dell'Unione ex convittori, 300 soci - perché se ne andrebbe un pezzo di storia troppo importante, che ha porta. to Ù nome di Moncalieri in tutto I il mondo». [m. t. in.]

Luoghi citati: Alba, Moncalieri, Roma, Venezia