Milcm ecco il muro della discordia
Tre santoni della panchina discutono i rossoneri «capovolti»: più forti dietro che in attacco Tre santoni della panchina discutono i rossoneri «capovolti»: più forti dietro che in attacco Milcm, ecco il muro della discordia Confronto fra la difesa di oggi e quelle del passato IL pareggio di Marassi non ha spostato i termini del problema. E' un Milan capovolto, questa lumaca con l'elmetto che avanza adagio, e in grisaglia d'ordinanza, verso il titolo. Non c'è più religione, spropositano i chierici del dogma. E invece non ci sono più gli olandesi. Difesopoli fa rumore e spacca la critica. La scorsa stagione, dopo 19 partite, la squadra di Capello aveva realizzato 44 gol, contro i 20 attuali, e ne aveva subiti 16, contro gli 8 di oggi. Colpa degli schemi (e, dunque, dell'allenatore), si mormora. Per quanto Desailly sia meno portato all'attacco di Boban, e Savicevic risulti prigioniero di un ruolo non suo, non siamo d'accordo. Cifre alla mano, le 44 reti di cui sopra erano state così distribuite: 12 Van Basten, 8 Papin, 5 Gullit, 4 Massaro, 3 Lentini e Simone, 2 Eranio e Savicevic, 1 Albertini, Donadoni, Maldini e Rijkaard. Autoreti, una. Rigori, quattro (tutti trasformati). Veniamo ai 20 gol della dieta odierna: 4 Papin, 3 Albertini e Massaro, 2 Boban, Panucci e Raducioiu, 1 Desailly, Laudrup, Nava e Simone. Autoreti, zero. Rigori, zero. La flessione più sensibile riguarda Papin (-4), triste e solitario come il binario della canzone. Contenute le altre: Eranio, Savicevic e Simone -2, Donadoni, Maldini e Massaro -1. In rialzo, Albertini ( + 2). E allora? Proviamo a sommare i gol di chi non c'è più, o è appena tornato: i 12 di Van Basten, i 5 di Gullit (che errore madornale, cederlo), i 3 di Lentini e l'acuto solitario di Rijkaard. Totale, 21. E dal momento che 44 meno 20 fa 24, ecco spiegata, senza bisogno di salti mortali, la stridente differenza fra i Kalashnikov di ieri e il cemento armato di oggi. Un conto è affiancare Van Basten a Papin e un conto ripiegare su un Savicevic robotizzato o sul fragile Raducioiu (che pure rimane, a nostro avviso, il partner più «compatibile»: e difatti domenica, smaltito l'infortunio, dovrebbe rientrare). Un conto è spingere sulle fasce con Gullit e Lentini, e un conto spremere Donadoni ed Eranio. Era inevitabile che il Milan, questo Milan, perdesse «potere» e qualità dalla cintola in su. Il turn over, le grucce e l'innesto di Desailly hanno avviato e affrettato la metamorfosi. Quanto alle occasioni da gol, il Milan ne crea più in Europa che in Italia. Però a Marassi, domenica, ne ha divorate tre. Di sicu¬ ro, sotto porta pesa di meno e, di conseguenza, incute meno paura. Desailly funge da doganiere: controlla i passaporti al valico di Baresi. Globalmente, il tasso di classe è diminuito. La zavorra più ingombrante grava, così, sull'organizzazione difensiva. Con i Van Basten e Gullit, Capello poteva tranquillamente scendere a rete, incurante degli avversari, e degli eventuali corridoi a loro abbandonati: memorabile la rimonta di Pescara, da 2-4 a 5-4. E non meno strabilianti le luminarie di Firenze (7-3), con il Napoli (5-0 e 5-1), con la Samp (5-1), con la Lazio (5-3). Introdotta dal ko di Van Basten, e scandita dalla rimonta dell'Inter, l'inversione di tendenza è stata poi accentuata dalla partenza di Gullit e Rijkaard. La fantasia corre alle trincee della Grande Inter e al fortino della Juve trapattoniana. Enzo Bearzot, Vujadin Boskov e Azeglio Vicini ci accompagnano nel labirinto di un paragone non del tutto gratuito. I palazzi si costruiscono dalle fondamenta, e una buona difesa rappresenta la base, irrinunciabile, di ogni progetto. E' sempre stato così. Lo conferma l'attuale classifica: i migliori attacchi (Samp, Juve) sono a tre punti dalla maginot milanista. Per i campionati a 18 squadre, il record del minor numero di gol subiti appartiene, con 17, al Cagliari 1966-67, mentre la Juventus di Heriberto Herrera, sempre nel 1967, si laureò campione con 44 gol, minimo storico. Il Milan è in lizza su entrambi i fronti. Roberto Beccantini L'effetto Desailly: l'ex campione dell'Om funge da filtro davanti alla difesa e protegge il lavoro di Baresi e compagni PORTA IN VIOL ATA IN 22 GARE SU 32 PARTITE PARTITE GOLSUBITI SENZA G0LSUBITI CAMPI0NAT0 19 8 13 C0PPA ITALIA 4 3 1 SUPERCOPPA Dl LEGA 1 0 1 C0PPA DEI CAMPIONS 6 0 6 C0PPAINTERCONTINENTALE 1 3 SUPERCOPPA D'EUROPA 1 0 1 T0TALE 32 14(0,43) 22(68%) Dei 14 gol subiti, Rossi ne ha incassati 8 (2 su rigore), lelpo 6 (3 a Marassi con la Samp, di cui 1 su rigore, e 3 in Coppa Italia). DUE DOMANDf 1 a LA DIFESA DELL'INTER BI-MONDIALE. LA DIFESA DELLA GRANDE JUVE. L'ATTUALE DIFESA DEL MILAN. QUAL E' LA PIÙ' FORTE IN ASSOLUTO? 2 a IL MILAN HA REALIZZATO SOLTANTO 20 GOL, VENTIQUATTRO IN MENO RISPETTO ALL'ULTIMO CAMPIONATO. PERCHE'? RISPONDONO BEARZOT, VICINI E BOSKOV LA DIFESA DELLA GRANDE INTER 1962-66 PICCHI BURGNICH GUARNERI FACCHETTI LA DIFESA DELLA GRANDE JUVENTUS 1981-84 SCIREA GENTILE BRIO CABRINI LA DIFESA DEL GRANDE MILAN 1991-94 TASSOTTI BARESI COSTACURTA MALDINI Capello (sin.) orfano degli olandesi e con un Savicevic in più ha costruito con Desailly davanti alla difesa il bunker Milan L'anno scorso 44 gol segnati contro i 20 attuali ma 16 subiti contro 8
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