AUSTERITY LA PAROLA D'ORDINE di G. Ro.

AUSTERITY LA PAROLA D'ORDINE AUSTERITY LA PAROLA D'ORDINE TRAPATTONI gioca due partite, come viene spiegato qui a fianco. Farà di tutto per vincere la prima, contro il Milan, anche se è ad armi impari. Poi si rimetterà al giudizio di Casa Agnelli per l'eventuale riconferma senza nessuna angoscia. Alla Juventus resterebbe a vita, come suol dirsi, però non gli mancano le alternative per allontanare la pensione. Ma la partita più impegnativa verrà giocata nei prossimi mesi in piazza Crimea. Chi sarà lo stratega, se ancora Boniperti oppure qualcun altro, non si sa. Come dovrà giocare, chiunque sia, è già chiaro: economia saggia e anzi qualcosa di più. Economia feroce, cancellazione di tutte le spese considerate ieri normali, oggi folli. In un momento difficile per l'economia italiana in generale e quella torinese in particolare, la Juventus non potrà fare eccezione alla regola. Meglio togliersi dalla testa le aste miliardarie per soffiare i campioni più forti alle squadre concorrenti. Se arriveranno nomi celebri sarà perché nomi altrettanto celebri sono serviti per lo scambio o per fare denaro fresco. Sposare l'austerità potrà dispiacere a qualche tifoso; sarà invece un messaggio importante che partendo da Torino potrà fare del bene al calcio italiano. Finora la via dell'austerità è stata una scelta obbligata delle squadre con le finanze più dissestate; ma le cosiddette «grandi» da quell'orecchio ancora non ci sentono. Anzi fanno proseliti, come dimostrano Lazio e Parma, le ultime commensali invitate al tavolo dei ricchi. La Juventus fu tra le prime società a intuire l'evoluzione del calcio spettacolo. Non erano ancora gli anni Trenta quando approdò a Torino la bandiera della Pro Vercelli, Viri Rosetta, strapagato con 50.000 lire. Ora la Juventus è la prima a invertire la rotta, per impedire che di questo passo il calcio muoia soffocato. Un messaggio che contiene presupposti economici e morali. Troppo comodo fare i moralisti quando mancano i soldi, osserverà qualcuno. Vero. Ma ci sono confini che si stringono o si allargano a seconda dei momenti storici. Chi intuisce per primo la mossa giusta, ha dei meriti. La Juventus due anni fa ha fatto follie per Vialli, domani non si farà incantare da nessuna sirena. Oltre certi limiti non può andare la Juventus, ma non può andare soprattutto il calcio. [g. ro.]

Persone citate: Boniperti, Vialli

Luoghi citati: Lazio, Parma, Torino