Barucci: adesso la barta va di Eugenio Ferraris
Tutti d'accordo, il grande problema del '94 resta la disoccupazione Tutti d'accordo, il grande problema del '94 resta la disoccupazione Barucd: adesso la barta va Ma l'Ocse insiste, ripresa senza lavoro ROMA. «La barca va...». Piero Barucci, ministro del Tesoro, tira le somme dell'anno che ci siamo lasciati alle spalle. «L'Italia è sulla buona strada - gli fa eco l'Ocse - ma il rigore deve continuare...». Sono due le fotografie del nostro Paese, dei suoi problemi, delle sue possibilità di risalire la china. «Un anno a luci e ombre - dice Barucci parlando all'accademia della Guardia di Finanza di Bergamo -. Il governo ha evitato che la nave si rovesciasse, ha vinto qualche tappa di un giro d'Italia ancora molto lungo». I risultati positivi sul fronte economico sono visibili. Barucci li individua in una Borsa più efficiente che attira un maggior numero di risparmiatori, di investitori e di imprese in cerca di risorse; in un azionariato più diffuso; in un rapporto Bankitalia-Tesoro più definito; nell'avvio delle privatizzazioni. I nemici da battere restano tre: disoccupazione, problema del Mezzogiorno, alto debito pubblico. Ma su quest'ultimo punto, le iniziative dei governi Amato e Ciampi hanno dato i loro frutti. «Dopo oltre vent'anni di saldo primario negativo sostiene infatti Barucci - negli ultimi due anni è diventato positivo». L'attivo di bilancio al netto della spesa per interessi è passato da circa 7 mila miliardi nel '92 a 23 mila nel '93. «Se non battessimo la strada della riduzione del debito pubblico, si riaprirebbe il circolo vizioso con alti tassi d'interesse, crescita sostenuta del debito e bassa crescita economica. E così secondo il ministro del Tesoro si danneggerebbero produzione, imprese ed occupazione». Luci ed ombre, ma la nave Italia non si è rovesciata. Il governo Ciampi «l'ha portata sulla retta via, ora toccherà ad altri farla procedere». Attenzione, ammonisce Barucci: «L'eredità che lasciamo non è semplice, guai a commettere l'errore di dire che tutto è in discesa. No, è tutto ancora in salita, anche se il 1993 non chiude male». E' in salita, ad esempio, il mercato del lavoro: «L'occupazione - sostiene il ministro può ricominciare a riprendere soltanto quando l'economia italiana crescerà almeno del tre per cento». Un tasso che è ben distante dall'andamento previsto per il '93, che indicherà una crescita negativa o molto vicino a zero. Ma il calo della disoccupazione è legato anche ad una maggiore «competitività delle imprese e della collettività», che a sua volta dipende «dall'efficienza della macchina dello Stato». In questo scenario si colloca il terzo nemico da battere. E cioè il problema del Mezzogiorno, che segna un tasso di disoccupazione del 19 per cento (dato dello scorso ottobre) contro il 7,7 per cento del Centro-Nord ed una media europea del 12 per cento. Su questo fronte c'è molto da fare e «la vittoria dello Stato nella lotta contro la criminalità organizata è - conclude Barucci - il primo presupposto per una ripresa economica del Mezzogiorno». Di disoccupazione (e di inflazione) parla anche il rapporto annuale dell'Ocse - organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - che sarà pubblicato oggi a Parigi. «Dopo essere piombata nella recessione - recita in buona sostanza l'analisi dell'Ocse - l'Italia dovrebbe conoscere nel 1994 e nel '95 una progressiva ripresa, che rimane però esposta a gravi pericoli legati alle ripercussioni dell'inflazione e della disoccupazione sulle spese ordinarie delle famiglie». L'Ocse rileva «la rapidità e l'ampiezza» delle trasformazioni politiche che «vanno oltre tutte le previsioni» ma ritiene che la loro credibilità presso la pubblica opinione dipenda dal «sentimento di un'equa divisione del fardello». Per quanto riguarda gli aspetti della crescita, l'Ocse sottolinea che «cali più sensibili nell'occupazione ed una maggiore precarietà del lavoro potrebbero stimolare il risparmio per motivi di cautela e ritardare la ripresa dei consumi privati». L'attività economica «riprenderà soltanto gradualmente nel 1994-95 ma sarà troppo debole per contenere l'aumento della disoccupazione». Quest'anno, sempre secondo il rapporto, il Pil crescerà dell'1,7% (l'anno scorso era regredito dello 0,1) e del 2,3% nel '95. Scenderà 'aumento dei prezzi dal consumo: dal 4,5% del '93 si passerà quest'anno al 4,1 e nel '95 al tre per cento. Salirà invece il tasso di disoccupazione che dovrebbe raggiungere l'I 1,6 per cento contro il 10,2 dell'anno scorso. Perplessità, infine, sul raggiungimento dell'obiettivo privatizzazioni, «certamente ambizioso in un Paese da tempo abituato ad un diffuso intervento statale». Gli appunti dell'Ocse a questo proposito sono tre: limiti sotto il profilo decisionale, giudicato troppo complesso; assenza di adeguati incentivi; mancata regolamentazione dei servizi di pubblica utilità. Eugenio Ferraris AUTONOMO >%$UUA OCCUW^rONH Il ministro del Tesoro Piero Barucci
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