Beatles ritomo con tanti «se» di Marinella Venegoni

I tre sopravvissuti a Lennon dovrebbero riunirsi per un disco: ma quanti dubbi I tre sopravvissuti a Lennon dovrebbero riunirsi per un disco: ma quanti dubbi Beatles, ritomo con tanti «se» L'odio, le liti continue, il business SE l'hanno stanato, è stato soltanto con l'arma dei quattrini. Ci scusi George Harrison, il chitarrista dei Beatles, per questo cattivo pensiero: ma cos'altro potrebbe smuoverlo dal suo rancore pluridecennale verso Paul McCartney, se non un freddo business, un'offerta miliardaria da parte della discografia? Manciata da un periodico autorevole come il «New Yorker», l'insistente indiscrezione che dà per certa la riunione in sala d'incisione dei tre Beatles sopravvissuti a John Lennon si spinge infatti ad affermare che essi comporranno nuove musiche. E un conto è rifare i vecchi successi per il documentario Bbc (non c'è neanche bisogno d'incontrarsi, al limite), ma tutt'altri orizzonti si aprono se dalla riunione nasceranno nuove canzoni: poiché il giuggiolone Ringo Stair - l'unico in buoni rapporti con tutti gli altri della ex Ditta Beatles, compresa l'Orrenda Vedova Yoko Ono - non è mai stato uno scrittore di musica, il peso di ridar voce al marchio cadrebbe sulle spalle di George Harrison e Paul McCartney. Due che più diversi al mondo non li potete trovare e che non si amano mica tanto. In particolare, Harrison non ama McCartney e non ne ha mai fatto mistero. George è timido, serio ed appartato, uomo di sinistra, con un profondo senso della religiosità che lo ha portato ad avvicinarsi al buddhismo; per anni ha abbandonato il mondo della musica dedicandosi con successo alla produzione cinematografica - fu anzi tra i promotori dell'esilarante avventura dei Monty Python - ed è tornato poi ad impegnarsi nella musica sporadicamente, con amici come Bob Dylan nei Traveling Wilburys prima e con Eric Clapton poi: in tutte queste occasioni, e per un paio di bei dischi solisti incisi alla fine degli Anni Ottanta, lo abbiamo spesso incontrato a Londra e sempre, inevitabilmente, il discorso è caduto sulla possibilità di una riunione con gli ex compagni; ma egli sempre ha escluso bruscamente l'ipotesi, ed anzi nell'ultimo nostro colloquio, in una suite dell'Hotel Mayfair, ricordo che sbottò con asprezza particolare: «Ma perché mai dovrei mettermi a comporre musica con Paul? Non ha mai voluto lavorare con me quando stavamo nei Beatles, non c'è nessun motivo che ci mettiamo a farlo adesso». Si poteva indovinare dal tono l'amarezza per esser rimasto terzo escluso fra Paul e John, mai ammesso al diritto di scrivere canzoni. L'ipotesi che raccontavamo a George quel giorno veniva da una dichiarazione di Paul McCartney. Il quale, ogni volta che esce un disco suo, nelle interviste o conferenze stampa, all'Inevitabile Domanda ha sempre risposto: «Chi lo sa, potrebbe essere...», lasciando aperta una possibilità, ma in modo così ambiguo che più volte la notizia della riunione è uscita come certa: il che portava poi acqua al mulino della pubblicità ai suoi nuovi album. Solare e vegetariano, furbissimo, uomo da media, amico degli animali, abile e astuto nello sfruttare la propria notorietà, definito da più parti «il democristiano del rock'n'roll», McCartney ha in mano il tesoro dei Beatles: poiché è stato lui a firmare, con John Lennon, tutti i successi dell'Immortale Quar¬ tetto, è stato anche l'unico che ha potuto a pieno titolo riaprire l'album dei ricordi, riportando in concerto le canzoni dei Beatles. Yoko, Harrison e l'ex parrucchiere Ringo Starr per un certo periodo ce l'hanno avuta a morte con Paul anche perché hanno scoperto un suo accordo segreto con la casa discografica: rinegoziando il proprio ingaggio, Paul era riuscito infatti ad ottenere una percentuale più alta degli altri sulle incisioni dei Beatles. La faccenda finì in tribunale, finché giustizia fu fatta. E certo neanche questa furbata aveva contribuito a rimetter pace fra Paul e George, che oggi potrebbero, solo obtorto collo e solo per una manciata di miliardi, risedersi allo stesso tavolo. Marinella Venegoni

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