Pronto? C'è Saffo in linea

Pronto? C'è Saffo in linea Pronto? C'è Saffo in linea A Milano un servizio telefonico Indica punti d'incontro e feste MILANO. «Scoprii di essere omosessuale a 19 anni, mi ero appena iscritta ad Architettura, mi confidai con la mia migliore amica, compagna di liceo. Ruppe immediatamente i rapporti, non volle più rivedermi» dice Rita. «Io ne presi atto un po' più tardi, cercai di incontrare donne come me, qualcuno mi diede un numero di telefono. Mi trovai di fronte a una grassa laida che passava il tempo andando in giro a mettere le mani addosso alle ragazze» dice Annamaria. «Ero un'adolescente, romantica solamente in compagnia di un'amica, mi piaceva darle appuntamenti a tarda sera, camminavamo sotto la luna e io sentivo irresistibile l'impulso di abbracciarla. Compresi e mi spaventai, decisi che per salvarmi l'unica soluzione sarebbe stato il convento, evitai quell'errore soltanto per la netta opposizione dei miei, che peraltro non sospettavano nulla, altrimenti mi avrebbero cacciata di casa» dice Olga. Possibile che sìa ancora una tragedia, essere omosessuali? Evidentemente sì, e le tre voci che rispondono alla «Linea lesbica amica» (66804434) ne sono un'altra conferma. Il numero è entrato in funzione da qualche giorno; ogni giovedì, dalle 19 alle 21. «Una cosa dev'essere subito chiara - affermano le animatrici dell'iniziativa - nessuna di noi accetta richieste di incontri personali. Lavoriamo a turno e a chi telefona non diciamo neppure il nostro nome di battesimo. D'altronde il nu¬ mero non compare nell'elenco e l'indirizzo rimane segreto». Il proposito è dare, prima di tutto, consigli sul come muoversi in ambienti ostili, nei casi gravi il gruppo si appoggia a una psicologa professionista. Poi si indicano iniziative culturali e ludiche promosse dalle lesbiche: locali e punti d'incontro, librerie, feste, discoteche, libri e film. Esistono pure bollettini, editi da varie associazioni, e si darà conto anche di essi. I suggerimenti riguarderanno Milano e varie città italiane. Ma non c'è già l'Arcigay che provvede a questo tipo di servizio? «Certamente», rispondono, «e i nostri rapporti sono ottimi, però all'Arci tutto è centralizzato, l'attività dei gruppi deve uniformarsi alle direttive na¬ zionali, noi invece vogliamo la nostra autonomia». L'iniziativa si basa sul volontariato, le dieci promotrici si dividono le spese. Per pubblicizzarla faranno anche volantinaggi di fronte a luoghi frequentati prevalentemente al femminile. Pensate che l'omosessualità delle donne sia in aumento? «No, ma oggi è facile avere quest'impressione in quanto, nonostante gli anatemi, c'è meno paura che in passato a dichiararsi tali» risponde Olga. «E non ci si sposa più "per guarire", come si faceva una volta» aggiunge Annamaria. Di parere opposto è Rita: «Sì, come quella maschile, perché una delle conquiste degli Anni 70 fu di liberare la componente omosessuale insita in ogni essere umano». [o. r.] Una recente manifestazione di donne lesbiche

Luoghi citati: Architettura, Milano