Esclusa dalla squadra: non è lesbica di F. Gal.

Esclusa dalla squadra: non è lesbica Ha denunciato: le mie compagne non tollerano che io sia l'unica ad amare gli uomini Esclusa dalla squadra: non è lesbica Giocatrice australiana di cricketfuori dalla Nazionale LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Denise Annetts è australiana, ha 29 anni ed è una delle più grandi giocatrici di cricket. Di questo nessuno ha dubbio, fra quanti - beninteso nel mondo anglosassone - seguono con passione quello sport, che a chiunque altro appare come una brutta copia del baseball, lento e noioso, ma anche piuttosto complicato. Il fatto stesso che la conoscano, tenuto conto che il cricket femminile è considerato di serie C rispetto a quello maschile anche se poi sul terreno la foga del gioco più o meno s'equivale, è sicuro indice di valore. Quando i selezionatori della nazionale australiana l'hanno esclusa dalla squadra per una serie di confronti con la Nuova Zelanda, quindi, molti sono rimasti sorpresi. E ancora più lo sono stati quando Denise ha tentato di spiegare il perché: «Mi hanno esclusa unicamente perché sono sposata», ha affermato: «Diciamolo chiaro: perché non sono lesbica». Lei sostiene che per una ragazza normale, cioè eterosessuale, non c'è più posto nel cricket australiano. E' un ambiente ormai dominato dalle lesbiche, dice. A poco valgono le sue indiscusse capacità, il fatto che abbia una media di oltre 50 punti in tutte le partite disputate con la squadra australiana, che negli incontri di campionato la sua media sia un incredibile 81,9, che in lei si riconoscano tutte le ragazzine australiane che a scuola giocano a cricket. «Il guaio - dice - è che a me piace un uomo, mio marito». Esclusa dalla nazionale, Denise Annetts ha lanciato le sue pesanti accuse nel corso di un'intervista televisiva che ha suscitato un vespaio di polemiche; e al tempo stesso ha fatto ricorso presso la Commissione anti-discriminazione. Povera Annette: ha fatto un buco nell'acqua. Non perché la Commissione sia sorda alla sua protesta, ammesso che lei riesca a provare le accuse; ma semplicemente perché nessuno dei parametri di giudizio comprende il caso di discriminazione contro eterosessuali. Discriminazione fra uomini e donne, molestie sessuali, omosessualità, razza, stato familiare, difetti fisici: la commissione è pronta a sentenziare su tutto, ma non su una donna che si sente esclusa soltanto perché le piacciono gli uomini più delle compagne di squadra. «E' una situazione difficile», dice la Annetts, che a Sydney fa la farmacista: «Anche perché, costretta come sono stata a un gesto pubblico, ho bruciato qualsiasi speranza di essere selezionata in futuro per la nazionale. In verità io ce l'avevo con una manciata di selezionatori, e non con tutte le donne che giocano a cricket. Quattro o cinque persone, niente di più». Ma una di quelle - Ann Mitchell, presidentessa della federazione femminile di cricket replica inviperita: «Le statistiche non sono tutto. Denise non è in grande forma: alla battuta è deludente, il suo gioco a tutto campo non va meglio». Ma le accuse di un cricket in mano alle lesbiche, di uno sport negato a una ragazza «normale»? «E' chiaro - replica la Mitchell, per nulla sorpresa - che l'omosessualità esiste; ed è perfettamente normale che se ne trovino esempi anche nel mondo dello sport, esattamente come in quello dell'arte». [f. gal.]

Persone citate: Denise Annetts

Luoghi citati: Londra, Nuova Zelanda, Sydney