Claudia e le altre sfilano sul viale del tramonto di Antonella Amapane

a Parigi trema il regno delle top model, mentre sfuma il sogno del nuovo mito Brandi a Parigi trema il regno delle top model, mentre sfuma il sogno del nuovo mito Brandi Claudia e le altre sfilano sul viale del tramonto PARIGI DAL NOSTRO INVIATO «Sì, a marzo mi piacerebbe sfilare per Dior, sarebbe un'esperienza nuova», dice Isabella Rossellini, testimonial di Lancóme, esibendo un taglio di capelli alla maschietta e le rughette di una bella quarantenne. L'ospite d'onore di DiorFerrè, assicura che non avrà nessun ruolo nel film di Altman dedicato alla moda, ma intanto il suo imminente arrivo in passerella rallegra gli animi dei fans. Un po' di ricambio urge. Le top, ovviamente, non la pensano così. Per loro queste sono giornate nere, scandite da spregi. Prima, il viso coperto al defilé di Chanel. Poi, l'arrivo della «venere nera» Brandi. Infine, Cardin le depenna dal suo cast dove trionfano graziose, ma sconosciute giovinette. Il regno dei volti noti e strapagati vacilla? Le quotazioni delle prime donne traballano? Così pare. E gli isterismi non si contano. Ieri, le veterane della pedana hanno tirato un sospiro di sollievo quando girava voce che Brandi è stata allontanata a causa del permesso di lavoro scaduto. Il successo dell'italoamericana è durato meno di 48 ore. Ferrè e Valentino, comunque, informano che non l'avrebbero voluta: «Troppe curve». Nel frattempo, però, Claudia Schiffer, dopo il défilé di Chanel, è partita col fidanzato per Bali. Una fuga dettata dalla gelosia? I ben informati sostengono di sì. Sta di fatto che Claudietta lunedì notte si è presa la rivincita con un mega special trasmesso dal canale francese TF1. Quasi mezz'ora dedicata a lei in compagnia di Karl Lagerld, quindi ritratta accanto alla famiglia, E, per finire, immortalata, quest'estate, in bar¬ ca insieme con il tennista Yannick Noah. Le top latitano. Cindy Crawford è assente. Di Christy Turlington nemmeno l'ombra. La povera Naomi sembra sia stata ricoverata d'urgenza per un distacco della retina. Avvolta in sete e shantung di stampo dandy, da Ferrè per Dior, c'è Giorgiana: una diciannovenne di colore bella da togliere il fiato. «Come sono vecchia», scherza la Bruni dietro le quinte del défilé. Giovanissima è anche Jeane Mckaan che, sempre per Dior, indossa toilette da sera con code di crinoline sparate e gonfie sui glutei, da cui partono ricchi strascichi. Ogni dettaglio è dilatato, enfatizzato: dai bottoni, ai polsini, fino ai revers. Proprio come usava in Francia neh'800 fra les Incroiables. I gilet in pizzo si allungano sulle brevi gonnelle. Le giacche a bolero ospitano maniche gonfie, gli abiti corti sono frack trompe l'oeil. Un mare di gente preme per vedere da vicino gli abiti. Ma la sala del Caroussel è dispersiva, impedisce di cogliere i dettagli. Peccato. Cardin per evitare quest'inconveniente ha scelto la strada opposta. Pochi e selezionatissimi invitati nella residenza del suo albergo Maxime's. «E' come una donna che non ha amanti e prende la pillola», così ha commentato Karl Lagerfeld la decisione di Cardin, mentre quest'ultimo assicura che - contrariamente all'anno scorso - non ha nessuna intenzione di vendere la maison. E fa bene visto che le sue proposte, prive di fronzoli, ma ricche di trafori dal taglio magistrale, hanno riscosso l'approvazione di tutti i presenti. Buone notizie pure per Christian Lacroix. Domenica sera lo stilista, travolto dagli applausi, ha conquistato le platee con un mix di stili, dove i body d'oro, futuristi, si sposavano a blazer Direttorio, pantaloni paesani e elmetti alla Bismark. I festeggiamenti per il sarto di Arles sono proseguiti fino alle cinque del mattino al primo piano del teatro degli Champs-Elysées. Lì, Lacroix, sarte, modelle e amici hanno ballato valzer e can can tra fiumi di champagne. Meno trionfalismo e scarsi applausi sono toccati a Eric Mortensen, da un paio di stagioni stilista per la collezione Jean-Louis Scherrer. Mortensen - di fatto e di nome - probabilmente si rivolge a una clientela prettamente araba. Danarosa, ma di scarso buon gusto. Forse piacciono a certe principesse saudite i pigiama palazzo da harem, in voile rosa shocking tempestati di pietre e passamanerie assortite. Mentre certi abiti sera, stampati a fiori, ricordano le fantasie preferite da Doris Day negli Anni Cinquanta. Il suo è un guardaroba da Barbie, carico di rose applicate su vestiti candidi, realizzati con molta tecnica, ma decisamente superati. Antonella Amapane Allontanata la «Venere nera»: non ha il permesso di lavoro Trionfano le collezioni di Cardin A destra un modello di Ferrè per Dior presentato a Parigi, in basso un abito della collezione Scherer realizzato dallo stilista Eric Mortensen

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