Referendum sulla pace con Assad di Aldo Baquis

Difficile missione per gli inviati di Clinton che garantiscono la buona volontà di Damasco Difficile missione per gli inviati di Clinton che garantiscono la buona volontà di Damasco Referendum sulla pace con Assad Robin: solo così lasceremo il Golan TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO All'indomani del vertice di Ginevra fra il presidente americano Bill Clinton e il siriano Hafez Assad, per Israele il momento delle decisioni difficili si avvicina. Lo ha indirettamente confermato ieri, in un infuocato dibattito alla Knesset (il Parlamento), il viceministro della difesa Mordechai Gur quando ha annunciato per la prima volta che il governo si impegna a indire un referendum prima di decidere una significativa rinuncia a porzioni delle alture del Golan. Si tratta di una notevole concessione alle continue pressioni dei coloni e dell'opposizione di destra che anche ieri, per bocca dell'ex premier Yitzhak Shamir, ha invocato lo scioglimento anticipato della legislatura. Per indire il referendum, la Knesset dovrà approvare una apposita legge, dato che questo tipo di consultazione non è previsto dalle leggi fondamentali israeliane. Dagli emissari di Clinton (Denis Ross, coordinatore dei negoziati israelo-arabi, e Martin Indyck), i dirigenti israeliani hanno appreso ieri che per Hafez Assad la pace con Israele è una scelta strategica. Durante il colloquio di Ginevra, il presidente siriano ha dato ai suoi interlocutori l'impressione di ritenere che occorra stringere i tempi verso un accordo di pace, possi¬ bilmente entro la fine del 1994. Il prezzo di un accordo con Israele, ha chiarito, è sempre lo stesso: un ritiro totale dalle strategiche alture occupate nel 1967. In cambio - questa è la novità principale, secondo diplomatici Usa - il presidente siriano «comincia a comprendere che deve dare un accordo di pace e una normalizzazione dei rapporti con lo Stato di Israele». In lunghi colloqui con il premier Yitzhak Rabin, con il ministro degli Esteri Shimon Peres e con il capo dello Stato Ezer Weizman, gli emissari di Clinton hanno ricordato che di recente Assad ha annullato una seduta della Lega araba a Damasco (in cui do¬ veva essere discusso il boicottaggio economico a Israele) e non ha criticato il Marocco per aver ricevuto Rabin in visita ufficiale. «Assad non è Anwar Sadat - hanno avvertito - e non è disposto a compiere "missioni di pace" in Israele», anche se ritiene di poter raggiungere un'intesa con Rabin. «La strada verso un accordo con la Siria è ancora lunga - ha commentato Gur -. Ma possiamo dire che da ieri è un po' più agevole». A Gerusalemme, le prime reazioni sono state improntate a un cauto ottimismo, anche perché Assad non sembra aver fugato tutti i dubbi circa la eventuale normalizzazione delle relazioni con Israele. «Ci riserviamo di chiedere maggiori dettagli la settimana prossima a Washington, alla ripresa dei negoziati bilaterali», ha detto Peres. In Israele preoccupa in particolare l'insistenza di Assad a ricercare un «accordo globale» di pace, che soddisfi tutti i partner arabi: Rabin ritiene invece più utile insistere su negoziati bilaterali e paralleli. «Senza una soluzione chiara e dettagliata, che prenda in considerazione le nostre esigenze di sicurezza - ha concluso Gur alla Knesset non firmeremo comunque un accordo con la Siria. Sulla nostra sicurezza non possiamo fare compromessi». Aldo Baquis Il premier israeliano Rabin ha deciso di organizzare un referendum per avere via libera per la cessione delle alture strategiche del Golan alla Siria in cambio della pace Ma la destra incalza e chiede