Salto il duello tra Sama e Pomicino di Susanna Marzolla

Di Pietro: uno dei due mente, mettiamoli a confronto. Ma il presidente Tarantola si oppone Di Pietro: uno dei due mente, mettiamoli a confronto. Ma il presidente Tarantola si oppone Salto il duello tra Sama e Pomicino L'ex ministro nega di aver ricevuto 500-700 milioni nel '92 «Ho già ammesso tutto, perché adesso dovrei dire il falso?» MILANO. «Signor presidente chiedo il confronto, e dato che Sama è qui...». Antonio Di Pietro ci prova: sulla sedia dei testimoni l'ex ministro Paolo Cirino Pomicino che ribadisce la sua versione, in corridoio Carlo Sama che aveva detto il contrario; metterli a confronto è presto fatto. E poi, giacché «Sama è qui», chiedergli magari ancora «qualcosina», e dare il via all'ennesimo coup de théàtre al processo Cusani. Stavolta però la manovra, che era riuscita quando era di scena Martelli, viene stoppata dalla corte. Delusione generale, qualcuno tra il pubblico mugugna: il presidente Giuseppe Tarantola ha «rovinato» lo spettacolo. La premessa di quanto accaduto sta nell'interrogatorio di Carlo Sama del 21 dicembre. Sentito per la seconda volta, aveva «ricostruito» i contributi dati ai partiti per le elezioni del '92, argomento su cui, prima di allora, aveva mostrato parecchie amnesie. Nel riaffiorare dei ricordi compaiono anche «500-700 milioni in contanti dati a Cirino Pomicino per il tramite di Luigi Bisignani». Pomicino però di questo contributo non aveva mai parlato, aveva ammesso soltanto cinque miliardi, in Cct, versati in tre tranche nel '91. Contrasto palese, su cui neanche Bisignani aveva detto una parola definitiva: lui, infatti, ha spiegato di essere stato solo un postino, di non aver mai aperto le buste «urgenti e riservate» che ha consegnato a Pomicino. Anche se «non ha escluso» che alcune di queste consegne possano essersi verificate nel '92. Per Di Pietro l'unica soluzione era quindi il confronto: la corte però, che lo aveva già ritenuto «superfluo» in dicembre, ha ribadito ieri la sua opinione. Il motivo è molto semplice: «Si tratta di due indagati di reato connesso», spiega Tarantola nella sua ordinanza. Ergo, nessuno dei due è obbligato a dire la verità: possono non rispondere, possono mentire. «Il contrasto - dice ancora il tribunale - può essere risolto soltanto attraverso un giudizio di attendibilità», e per questo bastano le rispettive dichiarazioni. Il nuovo interrogatorio di Po¬ micino viene preceduto da una serie di personaggi che, tra tanti miliardi, hanno avuto le «briciole». Chi più, chi meno consistenti. C'è Michele Viscardi, de, ex presidente della commissione industria della Camera, che ha avuto 80 milioni. Pensava - dice - che fosse un contributo della famiglia Ferruzzi: «Sa, una famiglia potente e ricca come quella...». C'è Filippo Fiandrotti, psi, ex vice di Viscardi, che di milioni ne ha avuti 15. Dice che erano «l'anticipo di una prestazione professionale, come avvocato». Poi arriva Pomicino. Lui i soldi li ha già ammessi ma a quel conto non vuole aggiungere neppure una lira. «E siccome - dice - quando ho spiegato che era un contributo in previsione delle elezioni tutti si sono messi a ridere, ho portato ritagli di stampa per dimostrare che nel '91 si parlava chiaramente di elezioni anticipate». Tarantola: Ma lei ha preso soldi anche per le elezioni del '92? Pomicino: assolutamente no. E, visto che ho ammesso gli altri, se fosse vero non avrei alcuna difficoltà ad ammettere anche questi. Di Pietro a questo punto scatta: chiedo un confronto con Sama. Pomicino: il confronto dovrebbe essere tra Sama e Sama, visto che lui stesso aveva prima negato questo contributo. Di Pietro: se è per questo Sama mi aveva detto anche «tangenti Enimont, e che sono?» E lei, scusi, non ha dichiarato più volte ai giornali che non aveva preso neppure una lira? Pomicino: Questo non è vero. Di Pietro: uno dei due mente, questo è il punto. E dato che Sama è qui... Interviene l'avvocato Salvatore Catalano, legale di Pomicino: non avevamo dubbi che lei lo avesse portato. Comunque, se è necessario, non ci opponiamo al confronto. Invece per la corte non è affatto necessario; almeno per il momento. Lo spettacolo è rimandato. Il processo riprenderà domani. Susanna Marzolla Di scena i personaggi dei contributi minori A sinistra Carlo Sama Qui sopra Sergio Cusani

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