Craxi la P2 si alleò con pci e dc cantra di noi di Francesco Grignetti

L'ex segretario ha deposto al processo di Roma: non a caso venne ucciso Tobagi, giornalista «scomodo» L'ex segretario ha deposto al processo di Roma: non a caso venne ucciso Tobagi, giornalista «scomodo» Craxi: la P2 si alleò con pei e de cantra di noi «Poi Martelli incontrò il Venerabile» LE TRAME DI GELL5 WROMA ALTER Tobagi era un giornalista che si è ribellato al clima di quegli anni. Venne assassinato nel 1980. E venne assassinato, guarda caso, a poca distanza da quel Corriere della sera che, guarda caso, era controllato dalla P2...». Così Craxi, al processo sulla P2. E' una ricostruzione controcorrente, la sua, dove la loggia di Gelli diventa sostenitrice del governo di unità nazionale, usa i soldi di Calvi per invischiare i partiti, trama contro Pertini e la leadership craxiana. Già che c'è, poi, l'ex leader socialista coglie l'occasione per riaprire la polemica su Tobagi. E così anche l'omicidio di un giornalista socialista, ad opera di terroristi di sinistra, fa irruzione nel calderone piduista di misteri, soldi e politica. «Ma non la criminalizzo - dice con sarcasmo Craxi -, c'erano dentro tanti galantuomini a cominciare dal generale Dalla Chiesa, che mi chiese un intervento quando si svelarono le liste dei piduista a Enrico Manca». E in serata i figli del generale protesteranno: «Tutte calunnie». Si parla di P2, dunque. «Ricostruendo i fatti - dice Craxi - mi è parso di capire che il consolidamento di questa loggia irregolare avviene nel periodo dell'unità nazionale. In quel periodo i capi dei servizi di sicurezza, che certo non cospiravano contro il governo, entrarono nella P2. Il Corriere della Sera, controllato dalla P2, appoggiava l'unità nazionale. Insomma, con quell'organizzazione c'era un clima di collaborazione da parte della de e del pei. In parte anche del psi». Ecco il fulcro del ragionamento craxiano: la P2 andava d'accordo con Andreotti e con i comunisti, Minucci era alleato di Tassan Din, Pecchioli si vedeva regolarmente con il generale Santovito (capo dei servizi segreti e piduista), Calvi finanziava generosamente Paese sera e si incontrava con Berlinguer. La P2 ce l'aveva con me, invece, perché io osteggiavo l'unità nazionale. Nel 1979 tentò addirittura di ribaltare le maggioranze interne al psi attraverso i soldi dell'Eni-Petromin (una maxi-tangente da 120 miliardi). Ci si provò Signorile, a mettermi in minoranza. Ma io resistetti. E allora Gelli cambiò atteggiamento. Più precisamente: «Dovette realizzare che Bettino Craxi non era caduto. Che anzi si avviava a divenire una delle personalità centrali del Paese». Da quel momento molte cose cambiano. Nell'aprile 1980 Gelli e Martelli si incontrano per concordare un atteggiamento più morbido del Corriere della Sera verso il psi. Nello stesso periodo, Calvi e Craxi si incontrano per parlare di soldi. «Calvi disse che poteva trovare un circuito internazionale che desse un finanziamento. Così nacque l'operazione Conto Protezione. Mi rivolsi a una persona amica, Silvano Larini, e gli chiesi se poteva trovare un conto su cui far transitare dei fondi. Gli dissi, probabilmente, se ricordo bene, di dar conto di questo a Martelli». Già, Claudio Martelli, all'epoca giovane delfino del segretario. Un giorno dell'estate 1980, a metà di una passeggiata nel centro di Milano, Martelli si appuntò su un foglietto gli estremi del conto corrente di Larini in Svizzera... C'era anche lui, ieri, a testimoniare davanti ai giudici. Incalzato dal presidente Sergio Sorichilli e dal pm Elisabetta Cesqui, Martelli ha raccontato qualcosa in più del eli- ma interno al psi: «Dietro Eni-Petromin, noi sospettavamo lo zampino della P2 e un finanziamento illecito alla corrente di minoranza. Ci fu una denuncia di Rino Formica. E ci fu un aspro contrasto interno: uno schieramento confutava all'altro di essere troppo vicino al pei e alla logica della solidarietà nazionale». Fuori dall'aula, uscendo, Martelli è stato anche più chiaro: «Gli dicemmo a brutto muso, a Signorile, che era subalterno ad Andreotti e quindi a Gelli. In seguito, Craxi scriverà un famoso articolo sull'Acanti.', dal titolo "Belzebù e Belfagor". Ma ci era già tutto chiaro». Tutto chiaro: la P2 cospirava e i craxiani si difendevano. «In questo Paese - spiega lo stesso Craxi ci sono gruppi di pressione che si impicciano di tutto. Il clan della P2 si impicciava di cose interne al psi. E siccome il nostro problema era il debito con il Banco Ambrosiano, ritengo che l'offerta di Calvi fosse un pretesto per stabilire rapporti di amicizia». Francesco Grignetti Bettino Craxi, ex segretario del partito socialista Claudio Martelli, ex vicesegretario del psi ed ex ministro della Giustizia

Luoghi citati: La Loggia, Milano, Roma, Svizzera