Mussolini: mio nonno non Io avrebbe fatto di Fulvio MiloneMaria Corbi

Mussolini: mio nonno non Io avrebbe folto Mussolini: mio nonno non Io avrebbe folto «SONO AMICA degli mmi» NAPOLI 0, lo «schiaffo» agli ebrei non l'ha proprio digerito. Così dice l'onorevole Alessandra Mussolini, che ha preso carta e penna e ha buttato giù una dichiarazione di fuoco, definendo la decisione di votare il 27 marzo «un atto di discriminazione nei confronti della comunità israelitica italiana, che d'ora in poi sarà ancor più minoranza». Ma come, proprio lei, la nipote del Duce che nel '38 varò le leggi razziali, proprio lei che non ha mai rinnegato le sue origini e la storia della sua famiglia, oggi si erge a paladina degli ebrei? «Quella è un'altra faccenda - spiega Alessandra -. Se proprio lo vuole sapere, parlando in famiglia in questi ultimi anni, ho potuto convincermi che durante il regime fascista non ci sono slati gravi episodi di razzismo». Le leggi create da suo nonno cos'altro furono? «Certo, quelle furono un errore, un drammatico errore determinato dalla presenza di Hitler che di lì a poco avrebbe stretto il patto di alleanza con l'Italia. Vede? Non ho alcun timore di pensare con la mia testa: è un tratto caratteristico dei Mussolini». La sua sortita al fianco della comunità ebraica è in sintonia con il nuovo corso inaugurato dal segretario Fini. Ordini di scuderia? «Io dico e faccio solo ciò che sento. In epoca non sospetta ho condannato pubblicamente il fenomeno degli skinheads in Germania. E oggi dico che la decisione del Presidente della Repubblica di mandare gli italiani alle urne il 27 marzo, proprio mentre gli ebrei celebrano la loro Pasqua e non possono svolgere alcuna attività se non di carattere religioso, condanna inesorabilmente quella comunità all'emarginazione. Per quanto mi riguarda, contesto la scelta di Scalfaro e la osteggerò in ogni modo». Il presidente del consiglio Ciampi ha detto che non si poteva fare diversamente. Ha chiesto scusa al rabbino capo. «Il governo e il presidente non hanno certo fatto un bel servizio alla Seconda Repubblica, quella che sta per nascere con le prossime elezioni. Vogliamo uno Stato più giusto, fondato sulla tolleranza e l'unità. Invece cosa accade? Si intende negare il voto a trentamila italiani che hanno il sacrosanto diritto di recarsi alle urne come tutti i loro connazionali. E' un atto immorale, di intolleranza bella e buona, che va ad aggiungersi alla decisione di non far votare i residenti all'estero». Chissà come la prenderebbe Mussolini se fosse vivo. «Ridagli con il nonno. Il mio motto è: coraggio e indipendenza, proprio come la pensava lui. Eppoi sono sicura che se fosse tra noi non mi darebbe torto...». Sarebbe a dire? «Ha capito bene: non si sarebbe comportato diversamente da me. Certo non sarebbe sulla stessa linea di Scalfaro». Come crede che la comunità ebraica accoglierà le sue parole? «E come dovrebbe prenderle? Spero bene. Guardi che io e le ideologie razziste non siamo mai andati d'accordo. Ho molti amici fra gli ebrei. Sono anche stata in Israele, per motivi di lavoro». Che genere di lavoro? «Ero un'attrice. Ho girato un film, interpretavo la parte della soldatessa. Sapevano come mi chiamavo e posso assicurarle che non c'è stato alcun problema. Mi hanno anche presentato Simon Peres». Fulvio Milone Maria Corbi

Persone citate: Alessandra Mussolini, Ciampi, Duce, Hitler, Mussolini, Scalfaro, Simon Peres

Luoghi citati: Germania, Israele, Italia, Napoli