Ai seggi soltanto di sera

Ciampi illustra ai presidenti delle Camere un decreto legge per non penalizzare gli ebrei PASQUA EBRAICA Ai seggi soltanto di sera ROMA. «Quel giorno ci sarà una solenne adunanza in onore del Signore Iddio Tuo e in quel giorno non farai alcun lavoro». In questo versetto, l'ottavo del capitolo 16 del Deuteronomio, c'è la ragione per cui gli ebrei non avrebbero potuto partecipare alle elezioni se queste si fossero svolte soltanto domenica 27 marzo. «La Pasqua non sarebbe violata se l'elettore ebreo potesse raggiungere l'urna a piedi - spiega da Tel Aviv il rabbino Mordechai Eichler, direttore di Hamahane Haharedi, il giornale degli ebrei più ortodossi -. Inoltre non ci sarebbe violazione se, come avviene in Israele, l'elettore potesse limitarsi a chiudere in una busta un biglietto scegliendolo fra quelli con i nomi dei politici prescelti che ha a disposizione nell'urna. Senza scrivere nulla». Anche lunedì 28 gli ebrei dovranno rispettare dei limiti. Non potranno votare, infatti, prima delle 19,45.[r. i.] Da sinistra: il presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi e il rabbino capo di Roma Elio Toaff

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Elio Toaff, Mordechai Eichler

Luoghi citati: Israele, Roma, Tel Aviv