E già polemica «Metropoli di carta»

Accuse al governatore: com'è possibile che ponti e viadotti abbiano ceduto di schianto? Accuse al governatore: com'è possibile che ponti e viadotti abbiano ceduto di schianto? E' già polemica: «Metropoli di carta» Clinton: non vi lascerò soli NEW YORK NOSTRO SERVIZIO La dichiarazione dello stato d'emergenza è venuta quasi subito, a metà mattinata, e la reazione della Casa Bianca è stata prontissima. Il grido che tutti gli uomini di Bill Clinton lanciavano era: «Questa volta non siamo impreparati, non sarà come con il ciclone Andrew», cioè quello che nell'agosto 1992 si abbatté duramente sulla Florida e la Louisiana, ammazzò decine di persone, ne lasciò migliaia senza tetto e contribuì alla sconfitta elettorale di George Bush per la prova di inefficienza e di «insensibilità», si disse allora, che la Casa Bianca aveva fornito. Le strutture della Fema (Federai Emergency Management Agency) stavano già girando a pieno ritmo un'ora dopo la scossa di Los Angeles, e questo nonostante ieri mattina, dicevano con orgoglio i responsabili, Washington fosse spazzata da un'ondata di maltempo. «Il Presidente ha riservato sin dall'inizio molta attenzione ai problemi delle strutture d'emergenza, e adesso ne cogliamo i frutti», diceva Richard Krimm, nuovo direttore del servizio «pronta risposta» venuto con Clinton dall'Arkansas, dove faceva lo stesso lavoro. Al tempo del ciclone Andrew il candidato Clinton si unì al coro che criticava Bush, ed è presumibile che non abbia voluto trovarsi nelle stesse condizioni del suo predecessore. Ieri mattina, prontamente ripresosi dal viaggio in Europa ma forse già scosso dal problema Whitewater, la società immobiliare di cui era socio, il Presidente è subito uscito con una dichiarazione pubblica: «Faremo tutto ciò che potremo. Siamo in contatto con il governatore Pete Wilson e siamo pronti ad aiutare in ogni modo possibile». A mezza bocca si diceva che l'aiuto non sarebbe stato finanzjario, o comunque che lo sarebbe stato solo in misura ridotta per via dei problemi di bilancio. Ma la prontezza dei soccorsi sì, quella l'amministrazione ha voluto sfoggiarla. E non appena la procedura per dichiarare la California zona disastrata è stata compiuta tutto il meccanismo è scattato. Federico Pena e Henry Cisneros, titolari dei Trasporti e dell'Edilizia popolare, sono partiti per Los Angeles a coordinare gli interventi. Prima di loro erano già partite quattro squadre con speciali attrezzature e cani addestrati a individuare le persone rimaste eventualmente intrappolate fra le macerie, ed anche quattro équipes mediche. Era previsto anche l'invio di generatori di corrente per supplire alla mancanza di corrente elettrica, di sistemi di comunicazione per far fronte ai danneggiamenti subiti dalle linee telefoniche e di impianti di depurazione delle acque perché molte condutture sono saltate e l'acqua non è potabile. La dichiarazione dello stato d'emergenza significa anche che poi, per la ricostruzione, quelli che hanno subito danni potranno ottenere dei prestiti a tassi agevolati. Un discorso estremamente pratico che contrasta un po' con la drammaticità del momento, in cui si vorrebbe che l'elemento principale fosse la solidarietà, ma già fra qualche giorno questo aspetto della questione diventerà fondamentale, dicevano sempre gli uomini di Clinton. Ma parlando di norme, il punto obbligato è quello della prevenzione. In California c'è la falda di Sant'Andrea, è da tempo ormai immemorabile considerata la zona sismica per antonomasia e quindi le norme da seguire nelle costruzioni dovrebbero essere adeguate. Perché, chiedevano ieri quelli che riuscivano ad avvicinare il governatore Wilson, ogni volta che c'è una scossa i danni sono così cata- strofici? Un po' infastidito, Wilson ha risposto che comunque le norme esistenti in California sono le più severe di tutti gli Stati Uniti, che se il terremoto fosse avvenuto in qualsiasi altro Stato i danni sarebbero stati infinitamente più gravi, che lo stesso terremoto cu San Francisco di tre anni fa costituisce una prova inconfutabile di ciò e che in realtà a subire i danni maggiori sono sostanzialmente gli edifici vecchi, precedenti al varo delle norme. Queste affermazioni fanno un po' a cazzotti con la realtà: a crollare è stata anche la modernissima Santa Monica Freeway e una cosa simile avvenne proprio a San Francisco. Ma nessuno ha voluto «infierire» sul Governatore. Franco Pantarelli La Casa Bianca si muove subito Partono quattro équipes mediche e i cani per cercare sopravvissuti sotto le macerie Scalta lo stato d'emergenza ma non tocca i Mondiali di calcio NE VADA; FAGLIA DI < SANT'ANDREA •PALMDALE 'FAGLIA DI GARLOCK Atuj MOVIMENTO d DELLA ZOLLA DEL NORD AMERICA OCEANO PACIFICO LOS -ANGELES" CALIFORNIA | LOS ANGELES ENDI. CASE ALAZZI OLLATI WOOD lì .SAN DIEGO MOVIMENTO DELLA ZOLLA DEL PACIFICO L MESSICO SAN FERNANDO VAUEY jSSgB | LOS ANGELES INCENDI. CASE E PALAZZI CROLLATI INCENDI. CASE E PALAZZI CROLLATI HOLLYWOOD