Sarà accolta in una comunità di Maria Teresa Martinengo

La giovane Down rimasta accanto al padre morto era segregata in casa da anni La giovane Down rimasta accanto al padre morto era segregata in casa da anni Sarà accolta in una comunità L'assessore comunale all'Assistenza: «Ilposto c'è» Sta meglio la giovane down ricoverata nel repartino psichiatrico delle Molinette dopo aver vegliato per alcuni giorni il cadavere dell'anziano padre senza mangiare e bere. La vicenda è stata scoperta nella notte tra venerdì e sabato quando la ragazza ha avuto la forza di richiamare l'attenzione di un vicino. Alberto Solano, 78 anni, e la figlia trentenne vivevano in completa solitudine in un alloggetto di via Nizza 241. «Il caso non ci è mai stato segnalato» dice Gianna Porta, funzionario dell'assessorato comunale all'Assistenza. «Con ogni probabilità era sepolta in casa da anni». Per il momento la giovane handicappata resta nel repartino psichiatrico delle Molinette, dove è tenuta sotto osservazione dall'equipe del dottor Annibale Crosignani. Ieri, dicono i medici, si è ripresa dallo stress. «Ha mangiato molto volentieri caffèlatte e marmellata - ha detto la dottoressa di turno - sembra in buone condizioni nonostante abbia trascorso alcuni giorni senza bere e nutrirsi. E' stata sottopo- sta a una serie di analisi e appena possibile lascerà questo reparto per una sistemazione adatta». Ieri l'assessore all'Assistenza Angela Migliasso ha spiegato che la comunità di pronto intervento del Comune, in via Sidoli, aveva dato immediata disponibilità ad accogliere la giovane. «La questura ha telefonato alle 5 del mattino e gli educatori hanno detto che il posto c'era. Sono stati i medici del pronto soccorso delle Molinette a decidere che, viste le condizioni fisiche e psichiche della ragazza, in preda a una crisi di nervi, era necessario ricoverarla in ospedale. Per l'emergenza un posto c'è sempre e infatti, appena si sarà rimessa, verrà trasferita nella nostra comunità». Per l'assessore, il dramma è che «sia rimasta per anni segregata in casa. Una situazione impossibile oggi: dopo la scuola dell'obbligo gli handicappati vengono segnalati per essere inseriti nei corsi prelavorativi, nei centri diurni. Vent'anni fa le cose erano diverse. Anche oggi, comunque, cerchiamo di migliorare l'esistente». Quali progetti per gli handicappati psichici? «Nei prossimi mesi dovremmo aprire almeno due nuove comunità alloggio e due centri diurni. Speriamo anche di poter rivedere al più presto con la Regione i parametri che ci impongono di tenere chiuse 4 strutture. Il numero ideale di posti per comunità è di 7-8 più un paio per l'emergenza, una configurazione possibile anche con risorse scarse. Ma per realizzarla, oggi, dovremmo disporre di locali di 500 metri quadrati». Tra breve partirà anche un progetto di collaborazione tra Istruzione e Assistenza per l'utilizzo dei laboratori di quartiere come risorsa aggiuntiva per i 270 ragazzi che frequentano i Centri socio-terapeutici. «Un'iniziativa che razionalizza risorse e spesa» dice l'assessore. Maria Teresa Martinengo Da sinistra il dottor Annibale Crosignani e l'assessore alla Assistenza Angela Migliasse

Persone citate: Alberto Solano, Angela Migliasso, Annibale Crosignani, Gianna Porta