Annega dopo lo schianto in moto di Lodovico Poletto

Noie, diciannovenne finisce contro un albero e viene catapultato nel canale Noie, diciannovenne finisce contro un albero e viene catapultato nel canale Annega dopo lo schianto in moto Un amico si tuffa nell'acqua gelida Ma non riesce a ripescare il giovane Si è schiantato in moto contro un albero. L'urto lo ha sbalzato dal sellino e fatto precipitare in un canale. Ruben Mitola, 19 anni, elettrauto di Noie, è morto annegato in una roggia profonda poco più di un metro d'acqua. Un amico che lo seguiva su un'altra motocicletta, Fabio Murano, anch'egli diciannovenne, ha tentato l'impossibile per salvarlo. Si è tuffato con il casco ancora in testa e lo ha cercato al buio per alcuni minuti. «Era incastrato sotto un ponticello racconta -. Non riuscivo a tirarlo fuori; era buio pesto. E' stato un automobilista di passaggio ad illuminare la scena con i fari e ad aiutarmi a ripescare il corpo». Ruben era ancora vivo: è morto durante l'inutile corsa all'ospedale. Teatro della disgrazia, accaduta nella notte tra sabato e domenica, la vecchia strada che collega Noie con la frazione Borche: un nastro d'asfalto tra boschi e campi pieno di buche e salti. Ruben e Fabio tornavano a Robassomero dove avevano trascorso la serata al ristorante Belvedere, in compagnia di una decina di amici. «Era stata la mia cena d'addio prima della partenza per il servizio militare» racconta Fabio Murano. Che aggiunge: «Quella strada l'abbiamo fatta centinaia di volte. Ruben la conosceva benissimo; non riesco a capire come sia accaduto». Secondo i carabinieri il giovane è stato tradito dalla velocità, eccessiva e da una buca. La moto è sbandata, lui non è riuscito a controllarla ed è finito contro un albero. Una fatalità, avrebbe potuto succedere a chiunque. Ma Massimiliano Buono, un altro ragazzo del gruppo, si sente in colpa. Fabrizio e Ruben stavano tornando al ristorante a prendere lui ed un altro amico. «Se soltanto ci avessero dato retta - singhiozza Massimiliano - se ci avessero lasciati tornare a casa in autostop non sarebbe successo nulla. Ma no, gli altri si sono impuntati. Dovevamo rivederci in piazza a Noie». Quelli in moto si sono offerti di fare due giri: «Aspettateci; uno di noi torna a prendervi tra meno di mezz'ora». All'andata tutto è filato liscio. I quindici chilometri che separano Noie da Robassomero li hanno percorsi senza problemi. Sulla strada del ritorno, l'imprevedibile: «Abbiampo saputo ciò che era accaduto da gente di passaggio - dicono gli altri ragazzi del gruppo -. Siamo subito corsi in ospedale. C'erano già i genitori di Ruben che parlavano con i medici. Poi un'infermiera è venuto a dirci che era morto». Qualcuno è corso a casa di Simona, una ragazza del gruppo, da qualche settimana fidanzata della vittima. Qualcun altro è andato a Borche, sul luogo dell'incidente. Ieri gli amici di Ruben hanno fatto ima colletta e hanno portato un grande mazzo di fiori bianchi sul luogo della sciagura, diventata meta di un pellegrinaggio continuo per tutta la giornata. «Ruben era un ragazzo estremamente prudente; non beveva, non fumava nemmeno. La sua unica passione erano le moto, ma non faceva pazzie» racconta la sorella Amalia. Colpevoli in questa storia non ne vede: «Una fatalità, un'assurda serie di coincidenze». Ma Massimiliano Buono non riesce a tranquillizzarsi: «C'era anche un ragazzo in macchina, avrebbe potuto tornare indietro lui». Non si tranquillizza nemmeno Fabio Murano che domani parte per militare. «Volevo partecipare almeno al funerale di Ruben - racconta -. Ho chiesto il permesso ai carabinieri ma mi hanno detto che non è possibile. Che peccato. Ruben era amico mio da tanti anni: per me è più importante lui del servizio di leva». Lodovico Poletto Il corpo estratto alla luce dei fari di un'automobile Inutile la corsa all'ospedale ponte di Noie Canavese da dove Ruben è precipitato nella roggia Ieri gli amici hanno deposto un mazzo di fiori La vittima Ruben Mitola Fabio Murano (a sin.)

Persone citate: Fabio Murano, Massimiliano Buono, Ruben Mitola, Ruben Mitola Fabio Murano

Luoghi citati: Robassomero