Oziosi per forza; padri separati, figli proibiti

Oziosi per forza; padri separati, figli proibiti LETTERE AL GIORNALE IL LUNEDI' DI O.d.B. Oziosi per forza; padri separati, figli proibiti La cacciata agli angoli Signor Oreste del Buono, ricevere, oggi, un riscontro per una ragione personale, anche se valida, può essere davvero un rebus. Ma, dopo l'invio di circa settecento domande di lavoro per mia figlia, presso i vari enti dell'economia torinese, e senza alcun esito, penso che perderebbe la pazienza persino il più santo degli uomini, perché ricorrerebbe in qualsiasi direzione pur di ottenere l'attenzione altrui, epigrafica o meno che sia. La cacciata agli angoli, l'emarginazione, il silenzio, l'indifferenza adottati nei confronti dei giovani, che non riescono a inserirsi nel mondo delle produzioni è una realtà avvilente piena di interrogativi in questi tempi del tracollo mazionale, delle crisi progressive. Non so, all'occorrenza, quali siano le sanatorie articolate dai responsabili per venire incontro al diritto sacrosanto dell'occupazione dei nostri figli e quale sia, inoltre, il bandolo per sbrogliare la matassa del cosiddetto bighellonismo ad oltranza e spiacevoli annessi di supporto, noto che non si può procrastinare di continuo l'inizio di un'attività qualsia- si che riguardi direttamente. Gradirei avere a fronte di questo esposto un suo parere. Grazie. Franco Zoja, Torino Gentile signor Zoja, la sua lettera mi tocca molto, anche perché scritta in modo burocratico, come se si trattasse di una pratica d'ufficio. Ma io non posso darle altro che la mia comprensione e il mio augurio che la situazione cambi. Tuttavia, non è un fenomeno ascrivibile solo a colpe, a cattiva amministrazione, a peccati nazionali. Pure lei saprà che, anche se non è in grado di lenire il suo dolore, la crisi riguarda gran parte del mondo e che da tempo avvengono riunioni internazionali per elaborare una linea comune di condotta. Quando la Costituzione dice che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro esprime, purtroppo, un'utopia, non un_ legge. Disoccupati c'erano in periodo fascista e disoccupati ci sono in questo periodo. Oggi, abbiamo appena la possibilità di gridare la nostra protesta. [o. d. b.] Ne muoio ogni sera Gentile sig. Del Buono, non sa quanto mi si sia aperto il cuore nel vedere che La Stampa si interessa, finalmente e ammirevolmente, della realtà dei padri separati in difficoltà o, ancor più, di quelli che come me non volevano separarsi o intendevano superare ogni superabilissimo problema (si viene uniti nel bene e nel male) pur di restare accanto ai figli. E questo, mentre siamo ora nell'«anno della famiglia», mentre il Papa parla di «germe delle divisioni» e il presidente Scalfaro di «fiducia nella giustizia». Ma quale fiducia e in quale giustizia? E' da sette mesi che lotto, lotto al punto di esseme già stremato, contro mia moglie e una legge assurda che le consente di usufruirne a livello di hobby alla moda. Sono stato cacciato da casa, mia per metà e sotto mutuo, perché ho osato civilmente protestare, per anni, per l'ossessiva ingerenza dei suoceri nella mia famiglia. Non l'hanno sopportato più (anziché diminuire le loro soffocanti visite) e, d'accordo con la figlia amma¬ liata dai loro soldi e riassorbita nel loro ventre (e orientata ad altri amori, come molti mi suggeriscono?: non lo so! lo sospetto soltanto), hanno deciso di disfarsi di me sapendo di poterlo fare con estrema «facilità legislativa» e fregandosene dei nostri bambini, 11 e 2 anni. Motivazione ufficiale, sono «pericoloso, possessivo e collerico con i bambini», suffragata da un certificato fatto, senza convocarmi, da uno psicologo cui portarono il bambino grande dopo che questi ebbe a scuola una crisi di pianto. E la ebbe perché assistè per mesi a loro, madre e suoceri, che per provocarmi non mi parlavano, sorridevano, neanche mi guardavano, rendendomi durissimo ogni attimo. Ora sono al terzo alloggio cambiato, coi soldi del mio stipendio succhiati da questa situazione, coi bambini che vedo due volte alla settimana in maniera straziante, con la mia sfiancante replica all'onta gettatami addosso con inaudita ferocia, che porto avanti con il mio avvocato che, però, mi dice sempre che con questa legge ci sarà ben poco da ottenere. Infatti, sinora, non sto ottenendo niente, nemmeno che i bambini che mi adorano (e sono allucinati, pic- I coli schiavi della madre-padrona) dormano qualche volta da me. Come devo fare? Come dovremmo fare noi padri in tali situazioni? Come lottare contro una legge selvaggia che privilegia sfacciatamente le donne, permettendo loro di approfittarsi, da onnipotenti, di quegli inammissibili privilegi? Perché, infine, non poter dare anch'io la buonanotte ai miei bambini raccontando loro una favola? Me lo chiedo ogni sera, ne muoio ogni sera Aiutateci! Gianni Basi, S. Casciano, Siena Gentile, signor Basi, la chiusa della sua lettera è straziante, ma io non conosco le ragioni degli altri, e non posso, quindi, giudicare. Rispetto il suo dolore, ma qualcosa che lei aggiunge nel poscritto mi fa un poco dubitare. Lei dice che i capricci delle mogli non possono, non debbono essere una condanna per i mariti e aggiunge che, senza i soldi dei suoi suoceri, le cose sarebbero andate altrimenti, sua moglie, insomma, sarebbe rimasta. E' questo che lei intende come «superare ogni superabilissimo pro¬ blema»? La convivenza per motivi economici è un inferno. Sono piuttosto preoccupato per i suoi figli perché vedo che sono stati coinvolti da tutti voi quattro nel vostro litigio. E questo è terribile perché può ipotecare il futuro dei bambini. Le auguro, comunque, gentile signor Basi, che la legge, se è ingiusta, possa essere rettificata. [o. d. b.] Preghiera impossibile Gentile signor Del Buono, le chiedo un favore grande grande per me, e che per lei può essere piccolo piccolo, lo le ho già scritto altre volte e lei con squisita cortesia mi ha pubblicato, ma oggi sono a pregarla di pubblicare una breve poesia ottimista concepita da mia moglie di cui ho scoperto da poco la vocazione lirica. Non occuperebbe troppo spazio, qualche riga appena di speranza e allegria nel mare grigio delle lamentele e degli sconforti, dei rancori e delle rinunce, magari piacerebbe ai lettori, se non come è piaciuta a me, abbastanza, lo non ho detto niente a mia moglie. Mi aiuta a farle una sorpresa per il suo compleanno di quest'altra domenica? Lettera firmata, Torino Gentile signore, mi dispiace sinceramente, ma corro il rischio di apparire crudele. Se cominciassi a pubblicare poesie, qui ne saremmo sommersi, ne arrivano già tante. Quindi, sono costretto a dirle di no come prescrivono le norme di questa rubrica. Faccia per me i migliori auguri a sua moglie, ma, dalla sua lettera ispirata, io credo che il poeta di famiglia sia lei. [o. d. b.]

Persone citate: Casciano, Del Buono, Franco Zoja, Oreste Del Buono, Scalfaro, Zoja

Luoghi citati: Siena, Torino