La mia bambina si chiama Trattore

La mia bambina si chiama Trattore Quell'incontro La mia bambina si chiama Trattore A prego di scusarmi se le sembrerò un po' nazionalista». E' molto divertente, questa battagliera azerbai giana, che capisce benissimo come il nazionalismo sia tabù ma al tempo stesso non sa resistere alla tentazione. Ci troviamo davanti a una mappa in rilievo dell'Asia centrale e lei vuole mostrarmi quanto fosse grande l'Azerbaigian (sarebbe questo il nazionalismo di cui parla). Le rispondo che la sua ambizione di mostrarmi il Grande Ieri è oggigiorno un atteggiamento assai diffuso. In qualunque Stato si vada, invariabilmente la gente si vanterà delle prodezze espansionistiche dei propri antenati. Evidentemente si tratta di una consapevolezza necessaria, anzi forse sempre più necessaria. Le dico che secondo me dipende dalla legge di compensazione. Anticamente nel mondo si stava larghi e se un popolo provava l'improvviso bisogno di espandersi poteva spingersi anche molto lontano. Prendiamo l'imponente allargarsi dell'impero romano. Il magnifico dilagare dei mongoli. La diffusione dei turchi. Come si fa a non ammirare le conquiste spagnole? Persino Venezia, così piccola, eppure che successi espansionistici. Oggi espandersi è difficile e rischioso, di solito chi si allarga finisce con il restringersi, così i popoli devono compensare l'istinto di espansione con il senso della profondità: devono cioè attingere nel profondo della storia per provare la propria forza e il proprio significato. Ecco la situazione di tutte le piccole nazioni cui è cara la pace. Per fortuna, a guardare la storia dell'umanità, si vede come ogni nazione abbia prima o poi attraversato le sue fasi di allargamento e di espansione, o perlomeno un qualche sfogo patriottico che oggi permette al genere umano il mantenimento di un certo, molto relativo, equilibrio psichico. (...) Di questa azerbaigiana non so neanche come si chiami. Qui i nomi delle ragazze significano sempre qualcosa, i genitori vi annettono molta importanza. Gulnara significa fiore; Margis, narciso; Bahar, primavera; Ajdyn, chiara. Sevil è il nome che si dà alla ragazza amata da qualcuno. Dopo la rivoluzione, racconta Valeri, si cominciarono a battezzare le bambine con nomi che celebravano le nuove scoperte tecnologiche appena arrivavano nelle campagne. Esistono quindi ragazze di nome Trattore, Limonata, Chauffeur. Un padre, sperando evidentemente in una riduzione fiscale, impose alla figlia il nome di Finotdel, che è l'abbreviazione delle parole «divisione finanziaria» (Finansovy Otdel). (...) Ryszard Kapuscinski

Persone citate: Ryszard Kapuscinski

Luoghi citati: Azerbaigian, Venezia