Fiat da oggi le prime lettere

Parte la cassa integrazione per 1800 impiegati e 4500 operai. Mercoledì un corteo a Milano Parte la cassa integrazione per 1800 impiegati e 4500 operai. Mercoledì un corteo a Milano Fiat, da oggi le prime lettere 7/ sindacato risponde con assemblee e scioperi TORINO. Via alle prime lettere per la cassa integrazione a zero ore alla Fiat. Le comunicazioni, che partono oggi, annunceranno il provvedimento a 1800 impiegati, per i quali la cassa scatterà da domani. Mercoledì toccherà a 2500 dipendenti di Mirafiori e Rivalta e a 2000 di Arese. Tra martedì e mercoledì, come hanno già deciso le organizzazioni di categoria dei metalmeccanici (Firn, Fiom, Uilm e Fismic), si terrà uno scioperio articolato di otto ore negli stabilimenti del gruppo a difesa dell'occupazione e per protestare contro l'azione unilaterale della Fiat. La situazione diventa quindi più «calda», anche se una ripresa delle trattative non appare impossibile e viene auspicata da più parti. Del resto la stessa Fiat per bocca del direttore delle relazioni esterne Cesare Annibaldi sostiene che pur non potendo «rinviare il varo di decisioni urgenti e indipensabili», è «nell'interesse di tutti riannodare i fili di questa trattativa». Sul gruppo sostengono i vertici di Corso Marconi - pesa una situazione di mercato grave, che non consentiva temporeggiamenti, ma allo stesso tempo con questi tagli la Fiat non intende ridurre la sua capacità produttiva e vuole proseguire con il suo piano di investimenti. Oggi intanto ci sarà uno sciopero di due ore, dalle 9,30 alle 11,30 a Torino, negli stabilimenti Fiat, dove si terranno le assemblee. E a mezzogiorno si riuni¬ ranno le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil assieme ai rappresentanti dei metalmeccanici per decidere le prossime iniziative. La decisione più probabile è quella di indire una manifestazione a Torino per mercoledì, forse con la mobilitazione di tutti gli operai dell'industria. Una manifestazione che unirà alla vertenza Fiat anche altre questioni critiche dell'area piemontese, chiedendo garanzie per il lavoro alla Regione e iniziative della task force per l'occupazione guidata da Gianfranco Borghini. Nello stesso giorno si terrà anche una manifestazione a Milano, per il lavoro e contro lo smantellamento di Arese. Ancora da decidere, invece, le mobilitazioni in Campania, dove oggi si riuniranno in assemblea i lavoratori della Sevel Campania di Pomigliano d'Arco, lo stabilimento destinato a chiudere a fine marzo. Ma al di là delle iniziative dei sindacati, in qualche fabbrica si muovono anche i lavoratori che non si riconoscono nelle confederazioni. E' il caso dell'Alfa di Arese dove già oggi i Cobas terranno un'assemblea con sciopero. Vogliono decidere, afferma un comunicato, «le forme di lotta e la delegazione che dovrà condurre le trattative, una volta riconquistato il tavolo». Secondo i Cobas «non è accettabile attendere mercoledì - quando già saranno spedite le lettere di sospensione per duemila operai e 350 impiegati - per dare una prima rispo- sta di lotta all'atto unilaterale della Fiat». «I lavoratori dell'Alfa Romeo - è detto ancora nel comunicato - hanno più volte respinto il piano industriale della Fiat che i segretari nazionali di Fim-Fiom-Uilm hanno dichiarato di avere accettato, seppure a fatica. Questi sindacalisti non ci rappresentano, la delegazione va composta da lavoratori eletti nelle assemblee su preciso mandato». Per sabato prossimo il Cobas Alfa Romeo di Arese ed il sindacato dei lavoratori autorganizzati della Fiat di Pomigliano e di Cassino hanno annunciato una manifestazione dei lavoratori del gruppo a Roma, davanti a Palazzo Chigi. In campo scendono anche i colletti bianchi. L'Anqui, l'associazione che riunisce 10 mila quadri del gruppo Fiat, chiede «una pronta ripresa delle trattative per dare soluzione concreta ai problemi occupazionali» e richiama al governo e al ministro del Lavoro la necessità di ricorrere ad «ammortizzatori sociali straordinari, compresi i prepensionamenti, che tengano conto della gravissima situazione in cui vengono a trovarsi quadri e lavoratori ad elevata professionalità». Oggi intanto scatta anche la cassa integrazione straordinaria settimanale, già prevista nell'ambito della normale applicazione dell'accordo del giugno scorso. Non lavoreranno fino al 23 gennaio 16.240 lavoratori (sono esclusi gli stabilimenti di Termini Imerese, Pomigliano, Cassino e Melfi), in modo da ridurre la produzione mensile di 5200 automobili, [f. man.] Scendono in campo anche i quadri «Bisogna riprendere la trattativa» Cesare Annibaldi A sinistra un'assemblea all'Alfa di Arese

Persone citate: Cesare Annibaldi, Gianfranco Borghini