E l'austerità entra nell'urna

E l'austerità entra nell'urna E l'austerità entra nell'urna Un «tetto» di 92 milioni per ogni candidato ROMA. Pei' eleggere il nuovo Parlamento, il primo della seconda Repubblica, gli italiani dovranno recarsi alle urne il 27 marzo (domenica delle Palme per i cattolici, Pasqua per gli ebrei e giorno in cui alle tre del mattino scatterà nel Paese l'ora legale). Molte saranno, però, le novità per elettori e candidati. Ecco le principali innovazioni, previste da ben cinque leggi: si voterà solo la domenica (e non più anche il lunedì, come è sinora sempre avvenuto); si passerà dal sistema proporzionale a quello maggioritario; saranno radicalmente modificati i collegi elettorali di tutta Italia; ad ogni elettore saranno consegnate tre schede (due per la Camera e una per il Senato); dal 12 marzo saranno vietati i sondaggi elettorali; ci sarà un «tetto» di spesa di 92 milioni per la campagna elettorale di ogni candidato che potrà, però, beneficiare di sconti postali (70 lire a lettera) e dell'Iva al 4%. Sistema maggioritario. Il 75% dei nuovi parlamentari sarà eletto in collegi uninomina¬ li maggioritari (475 seggi per Montecitorio e 239 per Palazzo Madama): vincerà il candidato che avrà raccolto il maggior numero di voti. Non è previsto il secondo turno di ballottaggio, come è avvenuto per l'elezione dei sindaci. Il restante 25% dei parlamentari sarà eletto con il sistema proporzionale (con meccanismi diversi tra le due Camere). Per quanto riguarda Montecitorio potranno partecipare all'attribuzione dei seggi con il sistema proporzionale esclusivamente le forze politiche che avranno superato la «soglia» del 4% dei voti a livello nazionale. Ciò, però, - come ha di recente affermato la Corte Costituzionale - penalizza ingiustamente le minoranze etniche e linguistiche dell'Alto Adige. A Palazzo Madama la quota proporzionale sarà, invece, assegnata ai candidati non eletti. Collegi elettorali. Con due decreti legislativi di 330 pagine, pubblicati il 27 dicembre sulla Gazzetta Ufficiale, è stata completamente ridisegnata la map¬ pa dei collegi uninominali in cui è stata suddivisa l'Italia. Per la Camera ogni collegio non supera i 120 mila abitanti. Vi sono città, come Milano e Torino divise per vie e piazze, mentre altre, come Roma, per quartieri. Il caso più frequente è, comunque, quello di collegi che raggruppano più Comuni. In pratica, per essere eletto deputato con il nuovo sistema elettorale, escludendo i minorenni, gli astenuti e coloro che votano scheda bianca o nulla, un candidato deve ottenere il maggior numero di voti su circa 80 mila voti validi espressi nell'intero collegio. Come si vota. Agli elettori saranno consegnate tre schede. La prima servirà per votare il candidato alla Camera nel collegio uninominale maggioritario (si voterà il candidato). I nomi dei candidati saranno scritti direttamente sulla scheda insieme ai simboli dei partiti (al massimo cinque) che li sostengono. Con la seconda scheda si potrà attribuire la quota proporzionale, sempre alla Camera (si voterà la lista, composta, a seconda delle circoscrizioni, al massimo, da quattro candidati e i seggi saranno attribuiti nell'ordine di presentazione). La terza scheda servirà per il Senato. Collegamenti. I candidati nei collegi uninominali per la Camera dovranno «collegarsi» con una o più liste (fino ad un massimo di cinque) presenti nella competizione per la quota proporzionale e dovranno dichiarare, all'inizio della campagna elettorale a quale forza politica, o coalizione, sono collegati. Parità dei sessi. Per garantire una rappresentanza femminile in Parlamento le liste per la quota proporzionale della Camera (seconda scheda) dovranno essere formate alternativamente da uomini e donne. Sostituzione di un parlamentare. Se un senatore o un deputato eletto in un collegio muore o si dimette durante la legislatura i cittadini devono tornare alle urne. Pierluigi Franz

Persone citate: Palme, Pierluigi Franz

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma, Torino