Il legno Si fa con l'erba

Piante ecologiche per alleggerire l'import della pasta per carta Piante ecologiche per alleggerire l'import della pasta per carta Il legno? Si fa con l'erba Esperimenti su kenaf, sorgo e miscanto ROMA. Un deficit da materia prima agricola che spesso viene dimenticato è quello della pasta da legno per la carta. Già la Cee non ne produce abbastanza, anzi ogni anno gliene mancano circa 9 milioni di tonnellate. Se si guarda all'Italia, poi, la situazione è ancor più drammatica: su circa 2 milioni e mezzo di pasta consumata ogni anno, oltre l'80 per cento è acquistato nei Paesi extracomunitari. Da ciò consegue che il passivo della bilancia commerciale raggiunge per questa voce la somma di 4 mila miliardi di lire annue, al secondo posto dopo i prodotti petroliferi. Ma il rimedio a questa carenza ci sarebbe. Una sensibile riduzione del deficit annuale di pasta legnosa, dato il misero stato delle nostre foreste, può venire dalla coltivazione di piante erbacee ad elevata produzione di biomassa. E le piante che fanno al caso nostro ci sono. Secondo uno studio di Biotec (biotecnologie) è economicamente valida, nella rotazione agraria delle colture da fibra, una serie di piante tra cui spicca il kenaf (hibiscus cannabinus), oltreché il sorgo da fibra, la canna comune e la canapa. Sono piante che presentano due vantaggi: contribuiscono alla salvaguardia e al miglioramento degli agrosistemi compressi da una produzione intensiva e nello stesso tempo garantiscono un buon reddito al produttore. Per la canapa c'è un ostacolo: lo Stato italiano non la ritiene idonea per motivi sanitari, mentre la sua coltivazione è ammessa negli altri Paesi europei. Le associazioni agricole chiedono, a questo proposito, nuove norme: nazionali per superare questo divieto e comunitarie, affinché l'aiuto compensativo ad ettaro per le colture da fibra si aggiunga all'elenco dei prodotti già compresi nella legislazione della Cee. Oltre alla canapa c'è tra le altre piante il kenaf, oggetto tra l'altro d'un progetto di ricerche internazionali, il Geie Eurckenaf. Per questa pianta c'è il problema di ottenere esemplari con diametri più piccoli, poiché la parte più pregiata del kenaf è la corteccia. Altri problemi da risolvere: la razionale meccanizzazione della semina (le macchine esistenti non vanno troppo bene), e una infestante, la cuscuta, - che se invade in modo massiccio la coltura ne riduce fortemente la taglia e quindi la resa. Ma non si può dimenticare, tra queste piante, l'ultima arrivata, sconosciuta ai più: il miscanto. Ben adatto ai climi temperati, il miscanto è resistente anche alle basse temperature. Dai primi esperimenti, iniziati da Biotec nel 1991 in Emilia Romagna, sono emersi risultati soddisfacenti. Infatti le produzioni di biomassa sono risultate rilevanti, superando le trenta tonnellate per ettaro. Ora la sperimentazione prosegue Vedremo quindi che cosa diranno gli studiosi, ma comunque una cosa è già certa: come afferma il professor Giovanni Bovio, docente di assestamento forestale dell'Università di Torino, «oggi il prodotto legno non è più il principale obiettivo della gestione delle foreste con la quale si devono poi considerare altre funzioni, come la protezione idrogeologica, il paesaggio, la ricreazione ecc. Quindi produrre legno anche al di fuori del bosco è indispensabile». Gianni Stornello

Persone citate: Gianni Stornello, Giovanni Bovio

Luoghi citati: Emilia Romagna, Italia, Roma