La Cee spara a zero sul vino
Nelle piazze la protesta dei viticoltori Alla distillazione oltre 20 milioni di ettolitri italiani sui 32 prodotti in tutta Europa La Cee spara a zero sul vino Le associazioni agricole: è una decisione vessatoria che rischia di abbattere iprezzi e scatenare speculazioni ROMA. Questa distillazione non s'ha da fare. Contro la proposta Cee di avviare alla distillazione obbligatoria più di 20 milioni di ettolitri di vino da tavola italiano sui complessivi 32 milioni prodotti in Europa sono scesi in piazza i viticoltori dell'Emilia Romagna, poi quelli della Toscana hanno protestato in occasione di un vertice sui problemi vinicoli comunitari svoltosi a Firenze. La miccia della protesta ha continuato a bruciare nelle Marche e da lì in Abruzzo, dove Pescara è stata bloccata da una dimostrazione degli agricoltori, mentre Puglia e Veneto si preparano affilando le armi della contestazione. «L'ipotesi della commissione di Bruxelles è inaccettabile», commenta la Confagricoltura. Due i motivi: il primo è che, in Italia, l'ultima vendemmia ha fatto segnare un calo produttivo del 15 per cento, il che rende il volume di distillazione obbligatoria espressa dai voleri Cee tecnicamente inapplicabile, poiché costringerebbe a distillare anche una parte delle normali scorte di approvvigionamento. L'altro è il prezzo, assolutamente irrilevante, che verrebbe pagato per una quantitativo di vino da tavola pari alla maggior parte della produzione di un grandissimo numero di aziende. Tutta l'Italia del vino ha fatto sentire la sua voce alla Cee per chiedere che venissero riesaminati il bilancio previsionale e l'ammontare delle eccedenze stimate in sede comunità- ria. «Il mercato vinicolo va risanato - dicono le organizzazioni senza compromettere le condizioni di lavoro degli agricoltori, specie nelle aree più vocate, dove i costi di produzione sono più alti e l'attività vitivinicola rischia di diventare antieconomica». Il presidente della Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Avolio, ha scritto al commissario Cee, Steichen, ed ai commissari italiani chiedendo di non infierire: «La situazione delicata nella quale si trova l'Italia - dice Avolio - impone una più attenta riflessione su questo punto, per evitare che la decisione assuma il caratte¬ re di un'azione vessatoria per un settore già ad alto rischio di sopravvivenza». Nella lettera Avolio ricorda che l'obiettivo della normativa in materia è quello di tonificare, non deprimere, il corso dei prezzi per garantire un reddito giusto alle imprese agricole. Tanto più che lo squilibrio reale tra domanda e offerta è, al massimo, pari a 10 milioni di ettolitri, «livello sul quale dovrà attestarsi la decisione finale». Questa decisione dovrebbe arrivare mercoledì e, in vista della scelta, la Coldiretti avverte Bruxelles che «ipotizzare in Italia una distillazione di vino nell'ordine dei 20 milioni di ettolitri vorrebbe dire condizionare negativamente la commercializzazione del prodotto e favorire movimenti speculativi a tutto svantaggio degli agricoltori». Il ministro Diana ha intanto chiesto, con l'appoggio di Francia, Spagna, Grecia, Portogallo e Lussemburgo una modifica dell'attuale organizzazione di mercato per il settore, anche alla luce della sostanziale differenza di impostazione tra i Paesi mediterranei e quelli del Nord Europa sul problema dell'arricchimento del vino. Vanni Cornerò Nelle piazze la protesta dei viticoltori IL D9KTAT NELL'ALAMBICCO [QUANTITÀ1 DI VINO DA TAVOLA SOGGETTO ALLA DISTILLAZIONE OBBLIGATORIA IN MILIONI DI ETTOLITRI] 3 93/94 [PROPOSTA CEE] fin» Il ministro Diana ha chiesto che Bruxelles modifichi subito l'organizzazione del settore
Persone citate: Avolio, Giuseppe Avolio, Steichen, Vanni Cornerò
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