Parigi l'ultimo tango della top model

Lo stilista, per Chanel, ha decretato la fine dell'era delle indossatrici Lo stilista, per Chanel, ha decretato la fine dell'era delle indossatrici Parigi, Pullimo tango della top model Lagerfeld ha fatto sfilare corpi senza volto PARIGI DAL NOSTRO INVIATO E la top non c'è più. Scomparsa, annullata, mortificata. Un corpo senza volto. A decretare la sua fine è stato Karl Lagerfeld ieri, durante la sfilata di Chanel che ha inaugurato la kermesse dell'alta moda nei nuovi bellissimi spazi della mega struttura sotterranea del Carrousel du Louvre. Lo stilista, maestro nel trasmettere messaggi cifrati, ha mandato in pedana - per gran parte del défilé - indossatrici col viso totalmente coperto da caschi di piume, simili a quelli usati nella scherma. Tantissime le teste impacchettate in spesse strutture di tulle nero e griglie di velo, così fitte che impedivano alle ragazze di vedere dove mettevano i piedi. Fra un incespicamento e l'altro - parecchie modelle hanno rischiato di cadere - si tentava di individuare Linda, Carla, Claudia, Naomi... Una gag certo, ma anche un'indicazione che significa: «Occhio ai vestiti e non a chi li indossa». Lagerfeld non concede spiegazioni. Quel che conta è l'effetto finale, provocatorio. Così il pubblico è obbligato a notare i dettagli delle giacchette in pelle rossa che coprono a mala pena le microgonne, in voile trasparente. L'occhio vaga posandosi sui piccoli tailleur in tweed spruzzati di colori tenui. Lo sguardo indugia goloso sugli abiti lingerie: un nulla di velo che costringe a eliminare la bianche- ria intima. Altro che reggiseni al titanio di importazione giapponese, venduti come noccioline in questi giorni ai grandi magazzini francesi! Qui un cache sex è già troppo. Molti bei vestiti, ma anche qualche forzatura, come le toilette dai ricami aborigeni, carichi di perline colorate sui fianchi, che sfociano in lunghe gonne di tulle bianco. Torte «Saint Honoré» e panieri di zucchero filato, a questo fanno pensare certi cappelli a cui si accompagnano i micro vestiti in pizzo dal taglio a uovo. La vita è segnata da cinture toglifiato, per enfatizzare panieri increspati. Ira Furstemberg, in prima fila, approva con generosi applausi. Successo anche per Gianni Versace che ha proposto uno scenario totalmente diverso. Il più coraggioso dei nostri stilisti - abilissimo neh" intraprendere ricerche sempre più sofisticate - getta un occhio al futuro ispirandosi al passato. «Sono partito dai disegni del futurista Thayath, il solo artista che, negli Anni Venti, lavorò per la moda, in particolare da Madeleine Vionnet», racconta Versace dando gli ultimi ritocchi agli abiti (Atelier» che ricordano le tute da lavoro a salopette e sono fermate da bretelle su cui brillano viti e bulloni. Il sarto calabrese per Vogue America ha preparato in questi mesi una sorta di diario su questi abiti. Verrà pubblicato in marzo con tutte le fasi del suo processo creativo. «I souvenir di quando ero bambino, degli abiti realizzati da mia madre in sartoria sono un altro spunto che si traduce nei modelli da sera, composti da sette pezzi sbiechi, praticamente cuciti addosso», fa notare Versace indicando abiti che paiono cascate di acqua dai bagliori ametista e argento. Strepitosi gli esemplari di seta laccata e metallizzata con un procedimento che finisce pure sulla maglia di ferro, leggerissima, e ricopre lattiginosi collant. Con questi materiali è realizzato l'abito da sposa indossato da una Carla Bruni che, in privato, smentisce le prossime nozze: «L'amore non ha bisogno di essere legalizzato», dice. In passerella hanno raccolto non pochi consensi anche gli abitini Fortuny, con 12 tipi diversi di plissettature. Tagliati a t-shirt, dalla foggia essenziale, costeranno circa tre milioni l'uno. Una cifra ragionevole nell'alta moda. «Sono diventato casto, puro, i tempi cambiano», risponde il sarto calabrese a chi lo crede ancora fermo a alla provocazione dello stile sado-maso. «Bravo», lo apostrofa Roman Polansky, seduto accanto alla sua bella mogliettina, a Rupert Everett e alla nipote di Francisco Franco, Carmen Rossi. Intanto le musiche del film «Philadelphia» - dedicato all'Aids - concludono il défilé. L'Aids è un argomento fresco di giornata pure in casa Saint Laurent. Si fa un gran parlare dei «preservativi firmati». Quelli che il giorno di San Valentino verranno inviati dalla maison a 200 mila persone. L'obiettivo è promuovere l'uso del condom. Ma il trionfo, ieri, non ha baciato soltanto i «grandi». Il giovane romano Maurizio Galante ha dimostrato tutto il suo prezioso talento nei capi di sapore casalingo. Notevoli le lavorazioni certosine di certe maniche incrostate di corallo, scialli a origami e cappe a sfoglia. Antonella Ama pane E Gianni Versace guarda al futuro ispirandosi ai ricordi del suo passato Sopra Claudiaabito della lineE Giannal futuroai ricorddel suo pSopra umodellodestra MPozzi S Cld Shff d fi Sopra Claudia Schiffer, di fianco un abito della linea Atelier di Versace Sopra un modello, a destra Moana Pozzi

Luoghi citati: Parigi