«Processate Pacciani è il mostro»

Cronache Alla notizia, l'agricoltore piange e lancia un appello al «vero» assassino: manda un segnale «Processate Pacdani, è il mostro» Firenze, il gip lo rinvia a giudizio FIRENZE DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Antonio e Barbara, Pasquale e Stefania, Giovanni e Carmela, Stefano e Susanna, Paolo e Antonella, Horst e Jens, Claudio e Pia, Jane e Nadine: sedici giovani vite cancellate dalla furia omicida di un maniaco, di un mostro. Del mostro. Ora i giudici dovranno dire se Pietro Pacciani, 69 anni, agricoltore in pensione, un passato pieno di nefandezze, è quel terribile assassino. Il giudice per le indagini preliminari Valerio Lombardo ieri ha emesso l'ordinanza di rinvio a giudizio nei suoi confronti. Il processo a Pacciani, il primo processo per i delitti del mostro di Firenze, comincerà, davanti alla Corte d'assise, il 19 aprile nell'aula bunker di Santa Verdiana. Il giudizio è certo, non invece la sede. Sul processo pende la richiesta di «rimessione ad altro giudice» presentata dalla difesa. A Firenze ci sarebbe un clima talmente ostile nei confronti dell'imputato da poter condizionare il lavoro dei giudici. Sarà la Corte di Cassazione a decidere se l'istanza è fondata e il processo dovrà trasferirsi in un'altra città. Le 19 pagine che costituiscono il decreto di rinvio a giudizio sono un concentrato di indizi, alcuni pesantissimi, nei confronti dell'agricoltore di Mercatale che al termine della lettura è scoppiato in un misto di lacrime e bestemmie. Poi ha rivolto un appello al mostro chiedendogli di «mandare un segnale» che lo scagioni. Il gip ha presentato una puntigliosa ricostruzione di ogni elemento emerso da indagini, perquisizioni, interrogatori, testimonianze. Le fondamenta del castello accusatorio pazientemente costruito dal procuratore della Repubblica Piero Luigi Vigna e dal suo sostituto Paolo Canessa sono innanzitutto i ritrovamenti. Il proiettile Winchester serie h (come quelli sempre usati dal mostro per i suoi duplici omicidi) che era incastrato in un palo di cemento dell'orto di Pacciani. Lo straccio nel quale era avvolta l'asta guidamolla di una pistola Beretta calibro 22 (l'arma che ha «firmato» tutti gli omicidi) inviata da un anonimo ai carabinieri. Quello straccio era parte di una federa i cui resti sono stati trovati nel garage di Pacciani. Il blocco da disegno Skizzen Brunnen trovato in casa di Pacciani che, secondo le perizie, sarebbe appartenuto a uno dei due turisti tedeschi uccisi dal mostro, in un camper, a Giogoli nell'83. Il portasapone con la scritta «Deis» conservato da Pacciani in una trouse da bagno: anche questo, secondo alcune testimonianze, sarebbe appartenuto al ragazzo tedesco. Ci sono poi le testimonianze, i precedenti e il profilo dell'imputato. Emerge la figura di un Pacciani abile nell'uso delle armi (durante il servizio militare fu addirittura premiato); capace di muoversi di notte per campi e boschi essendo un cercatore di funghi e avendo praticato il bracconaggio; conoscitore dei luoghi dove il mostro ha colpito per avervi abitato o lavorato nel passato; ossessionato dal seno femminile spesso mutilato dal mostro alle proprie vittime; guardone e interessato alle riviste porno, ma disgustato dai ragazzi che si appartano per amoreggiare, definiti «sudici» (arrivò perfino a distruggere una siepe, visibile da casa sua, dietro alla quale si fermavano le coppiette in auto). Resta da ricordare che Pacciani ha già trascorso molti anni in carcere: prima per aver ucciso (1951) un uomo sorpreso a insidiargli la fidanzata, poi per aver violentato le due figlie. Indizi pesanti, coincidenze singolari, casualità difficili da accettare come tali. Basteranno a convincere i giudici che Pietro Pacciani, la cui figura rozza è così distante da quella che del mostro si è creata nell'immaginario collettivo, è l'autore della lunga serie di omicidi? Basteranno a cancellare ogni dubbio sulla sua colpevolezza? Francesco Matteini udizio Pietro Pacciani, 69 anni, sarà processato in aprile come autore ddelitti attribuiti al «mostro» Nel suo orto è stato trovato un proiettile Winchester serie H: identico a quelli esplosi dal- l'arma del «mostro». Nel garage è spuntata, avvolta in una federa, un'asta guidamolla di una Beretta, l'arma degli otto omicidi. In casa aveva un blocco da disegno e un portasapone che appartenevano a una delle vitti- me, un tedesco. Abilità nell'uso delle armi. Profonda conoscenza dei luoghi in cui ha colpito l'assassino delle coppiette, più volte bat- tuti anche di notte, in cerca di funghi. Ossessione per il seno sinistro (spesso muti- lato dal mostro alle vittime). In un appunto scritto alla procura, ha commesso lo stesso errore ortografico del mostro, quando mandò una lettera con un brandello del seno di una delle vittime: ha dimenticato una b in repubblica. Ili Il suo fisico non corrisponde a quello tracciato per il mostro: alto e aitante, capace di correre e lottare. Nell'85, anno dell'ultimo delitto, Pacciani aveva 60 anni e un infarto superato con difficoltà. Il suo profilo psicologico non corrisponde con quello tracciato dai criminologi. Lui sostiene di aver trovato l'album da disegno dei tedeschi in una discarica. I vigili avevano multato i due stranieri, poi uccisi dal mostro, per aver abbandonato in giro rifiuti. Lui viveva in casa con moglis e figlie, che hanno subito violenze di ogni tipo: possibile che non si siano accorte di niente o che lo vogliano coprire? o Kg, Pietro Pacciani, 69 anni, sarà processato in aprile come autore dei delitti attribuiti al «mostro»

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