Crimea, vento di secessione

Crimea, vento di secessione Crimea, vento di secessione La Regione autonoma ucraina vota il Presidente (e il futuro) KIEV. Uscire dall'Ucraina per diventare uno Stato indipendente; rimanervi ma diventando di fatto una zona di condominio fra Ucraina e Russia; secessione dall'Ucraina per entrare nella Federazione russa con uno statuto speciale: la Crimea, regione autonoma dell'Ucraina, vota oggi il suo Presidente. Quattro dei sei candidati chiedono la secessione. La campagna elettorale è stata punteggiata di violenze, con gravi attentati contro i politici. La Crimea ha 2,5 milioni di abitanti, sette su dieci sono russi. Come in Bosnia vi vivono tre gruppi etnici rivali, due cristiani (russi e ucraini) e uno musulmano: i tartari, deportati in massa in Asia Centrale durante la guerra per ordine di Stalin con l'accusa di scarsa fedeltà all'Urss. Dalla metà degli Anni 80, circa 250.000 tartari sono tornati in patria, dove costituiscono la parte più povera della popolazione. Candidato favorito è Nikolai Bagrov: ex notabile del partito comunista, è presidente del Parlamento locale. Non propone la secessione dall'Ucraina (e per questo a Kiev si guarda a lui come al male minore) ma un'ampia autonomia che rafforzerebbe i legami con la Russia. [Ansa]

Persone citate: Nikolai Bagrov, Stalin