Fiat ora partono «lettere» e scioperi

Interno Polemiche e tensioni dopo la rottura. Agnelli: «Insanabile? Lo sapremo nei prossimi giorni» Fiat, ora partono «lettere» e scioperi Da domani 6300 in cassa ROMA DAL NOSTRO INVIATO Facce scure e tante polemiche: contro la Fiat, che ha detto ufficialmente basta al negoziato sugli esuberi, ma anche all'interno del sindacato. Il day-after della rottura si consuma così, tra gli annunci dei prossimi scioperi, le analisi preoccupate, e la ricerca di quello che ancora si può fare per rimettere a posto la trattativa spezzata. La rottura. Tre i punti sui cui è naufragata la possibile intesa. Il futuro della Sevel Campania, dove è prevista la creazione di un centro di riciclaggio di vecchie auto: la Fiat si impegnava a partecipare ad un consorzio di promozione per reindustrializzare l'area; i sindacati chiedevano invece un impegno diretto dell'azienda. Le dimensioni e la produzione dell'Alfa di Arese: per la Fiat, dopo il '96, lo stabilimento deve produrre due vetture complete (la spider e il coupé) impiegando 4 mila persone; i sindacati chiedevano che ad Arese venisse prodotta anche un'altra vettura garantendo così un'occupazione di almeno 7000 persone. Nell'area torinese la Fiat sospenderà temporaneamente nei prossimi due anni da 5 a 8 mila persone. I sindacati chiedevano un uso «massiccio» dei contratti di solidarietà, che l'azienda non era disposta a concedere. I provvedimenti. La settimana che si apre domani si profila tesa. Da lunedì 1800 impiegati, tecnici e quadri si vedranno consegnare la lettera che annuncia la cassa integrazione a zero ore. E nella stessa giornata partiranno i telegrammi che comunicano uguale provvedimento per 2000 operai dell'Alfa di Arese e per 2500 di Rivalta e Torino. Per ora si tratta dell'applicazione dell'accordo del giugno 1993 che prevede la cassa integrazione straordinaria per stato di crisi. Ma le situazioni sono diverse. I 1800 impiegati fanno infatti parte dei 3800 dichiarati in esubero «strutturale» dall'azienda, la loro sorte è l'uscita definitiva, come per i 1000 dipendenti della Sevel Campania; le 2000 persone di Arese sono invece ufficialmente considerate in «eccedenza temporanea» fino a metà '96, quando però l'azienda in¬ tende tagliare definitivamente circa 5000 posti di lavoro nello stabilimento. I lavoratori dell'area torinese, infine, rientrano negli esuberi «temporanei», che potranno sabre a 8000 nel corso del prossimo anno, ma che poi dovrebbero tornare in fabbrica a partire dal 1996. I sindacati. Firn, Fiom, Uilm e Fismic hanno indetto uno sciopero di otto ore, articolato in tutto il gruppo nei giorni di martedì e mercoledì, contro le «scelte unilaterali» dell'azienda. «La Fiat - dicono deve assumersi le sue responsabilità nei confronti dei lavoratori, sapendo che il suo atteggiamento negativo può avere gravi ripercussioni nel Paese». Per mercoledì è prevista una manifestazione dei metal¬ meccanici lombardi, anche esterni al gruppo Fiat, a Milano. Già domani comunque è probabile che in alcuni stabilimenti si tengano assemblee e iniziative spontanee di protesta. A Torino, ad esempio, sono state indette due ore di sciopero nelle fabbriche del gruppo. Le polemiche. Sindacalisti confederali e di categoria si sono trovati quasi tutti ieri a un convegno sull'orario di lavoro. Ma come si può immaginare l'argomento clou è stato la vertenza fallita. «E una sconfitta, quando non si raggiunge un accordo è comunque una sconfìtta», dice il segretario generale della Fiom Fausto Vigevani. E sulle responsabilità di questa sconfìtta Vigevani ha idee precise: «Quando la Fiat ha presentato il documento sulla cassa integrazione ha dimostrato che né Ciampi, né il governo gb avrebbero fatto cambiare idea». Anche Pier Paolo Baretta, segretario della Firn, commenta che la rottura «è gravissima nel rapporto con i lavoratori e nelle relazioni sindacali, ma è ridicola sul piano pratico». «La Fiat - prevede - dovrà tornare al tavolo della trattativa. Per ora ha solo spostato in avanti il negoziato, facendo danni». Ma Baretta vuole levarsi qualche sassolino dalla scarpa. Per lui, che ha tentato la mediazione fino all'ultimo, la rottura dipende anche dal fatto che la Fiom ha avuto una posizione troppo dura: «Siamo di fronte a una grossissima manfri- na da parte di tutti». E se il messaggio non fosse chiaro ecco il segretario generale aggiunto della Cisl, Raffaele Morese: «Nel sindacato c'è chi ha turato a salvarsi l'anima e invece l'ha venduta al diavolo». Scusi Morese, ce l'ha con Trentin? «Ce l'ho con chi a fronte di problemi così gravi propone un rinvio di sei mesi. Non tutti hanno cercato una soluzione. Adesso tra i sindacati confederab bisogna fare una discussione a fondo». Tutto questo, comunque, sostiene Morese, non attenua le colpe della Fiat, «che non può solo annunciare di avere degb esuberi scaricando il problema sugb altri, siano i sindacati o il governo». Trentin, dal canto suo, usa toni duri: «E' preoccupante ve¬ dere come una grande impresa itaUana che si comporta come se potesse usare delle persone alla stregua di un prodotto che si usa e si getta quando non è più utile». Guarda invece già alla ripresa di un accordo Roberto Di Maulo, segretario della Uilm: «E' stata solo una battuta di arresto nel negoziato». Agnelli. Da parte della Fiat, dopo le dichiarazioni «a caldo» dei dirigenti che hanno seguito la trattativa non sono venuti altri commenti. A Torino il presidente del gruppo Giovanni Agnelh ha speso pochissime parole: «Sapremo nei prossimi giorni - ha detto - se la rottura di venerdì notte è irreparabile». Francesco Manacorda QUESTI OLI ESUBERI LA CASSA INTEGRAZIONE SCATTERÀ' GRADUALMENTE: Da martedì per i primi 1800 impiegati nelle diverse strutture e da mercoledì per 2500 operai ai Mirafiori e Rivalta e per 2000 di Arese (meccaniche e carrozzerie). IMPIEGATI: Sono in esubero oltre 3800 [ 156 alla Sevel Campania; 800 negli enti centrali; 2930 negli altri stabilimenti]. SEVEL CAMPANIA: cesserà a marzo la produzione. Il Ducato verrà fatto in Val di Sangro. Esuberi: 1056. ARESE: Dal 1996 la nuova 164 sarà prodotta a Rivalta. Nello stabilimento lombardo resteranno le versioni coupé e spider. Rimarranno anche la meccanica e la progettazione. STABILIMENTI TORINESI: A Mirafiori e Rivalta tra il '94 e il '95 sono circa 8000 gli esuberi congiunturali. Il loro rientro è legato all'andamento del mercato e all'avvio dei nuovi modelli. Il ministro Gino Giugni