la sinistra ha paura di comandare di Massimo Gramellini

Una lunga giornata di dubbi e tormenti alla ricerca di una scappatoia sulla data Ma a sera dice: «Diffido del pessimismo è antiumano» la sinistra ha paura di comandare Pintor sul Manifesto: attenti, si finisce comeAnnibale LA SINDROME DI NAPOLEONE OROMA CCHETTO non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. E sì, succede: se fra gli abitanti del Centro c'è chi è già rassegnato a perdere le elezioni, a Sinistra sono in molti ad avere paura di vincerle. La penna rosso antico di Luigi Pintor psicanalizza il paziente progressista sulla prima pagina del manifesto: attenti compagni, perché qui si rischia di far la fine di Annibale, che dopo il trionfo di Canne anziché prendere Roma, cioè il governo, deviò per Capua, con tutte le conseguenze che sappiamo. Il parallelo storico è intrigante anche se, come vedremo, abbastanza contestato nel corso dei secoli: da Polibio fino ad Adornato. Sotto accusa è la classica tremarella che coglie il protagonista di una grande impresa ad un passo dal raggiungimento dell'obiettivo a lungo desiderato. Momento difficilissimo, spesso fatale. E' il tennista che arriva al match-point contro un avversario che lo ha sempre battuto. Il peso delle nuo- ve responsabilità che peserebbero su di lui in caso di vittoria gli atrofizza il braccio e spesso il cervello. Condannandolo quasi sempre a perdere ancora. Il perdente di sinistra ha il suo eroe politico in Pietro Ingrao, che indossa le sue molte sconfitte con orgoglio e dignità, e quello cinematografico in Nanni Moretti versione pallanuoto, che nelle sequenze culminanti di «Palombella Rossa» sbaglia proprio il tiro della vittoria. Per il passato, da scartare papa Celestino V, che il gran rifiuto lo fece per «viltade», un sentimento che con la paura di vincere ha ben poco in comune. Pintor propone Annibale, ma già Polibio sosteneva che la storia degli ozi di Capua era, appunto, una storia: il grande generale non marciò su Roma perché sapeva di non averla ancora domata del tutto. Il professor Luciano Canfora concorda con Polibio e propone un modello più attendibile: Napoleone. «Entrò a Mosca ma poi perse la guerra. Allo stesso modo, la Sinistra ha paura perché sa che è più facile vincere le elezioni che governare, dopo». Lo scenario sociale del 1994 non evoca ancora gli spettri della Beresina, ma c'è comunque poco da stare allegri. Dice Canfora: «Se la Sinistra vince, chi emarginerà? I deboli sono molti e le risorse poche. Dificile tenere uniti sulle scelte di governo i filo-liberali di Ad e il rifondazionista Bertinotti. Ecco, quindi, spuntare la sindrome di Napoleo¬ ne». Conclusione: la Sinistra può entrare a Mosca, ma la città è in fiamme e saranno proprio i progressisti a doversi accollare il compito di spegnerle. «Non è la prima volta che succede - ricorda Canfora -. I laboristi in Inghilterra, e gli stessi comunisti in Italia fra il '44 e il '47, sono stati chiamati al governo negli anni del disastro». Si spiegherebbe così, la paura. In un'intervista Occhetto è arrivato a dire «Il governo mi spaventa». Ma davvero? «Più che paura, mi sembra che ci sia troppa voglia di vincere, passando sopra a tutto il resto». Ferdinando Adornato aveva coniato per la Sinistra la parola «sconfittismo». Adesso anche per lui i tempi sono cambiati: «Non si tratta solo di vincere la partita delle elezioni, ma di mettere insieme una squadra che tenga per tutto il campionato. Come diceva Heribero Herrera, vecchio allenatore juventino, qui ci vuole l'amalgama». «Paura di governare? A me sembra che molti nel pds ne abbiano una voglia matta», scherza Giacomo Mancini, grande vecchio della sinistra italiana, appena eletto sindaco di Cosenza del fronte progressista. «C'è la paura di comandare da soli, certo. Ma non è altro che la solita attrazione fatale all'accordo consociativo con i cattolici. Altro che Annibale. Questi leader della Sinistra sono tutti nipotini di Berlinguer». Massimo Gramellini Da sinistra Napoleone Bonaparte e il condottiero cartaginese Annibale

Luoghi citati: Capua, Cosenza, Inghilterra, Italia, Mosca, Roma