Occhetto ateo cattolici spaccati

Paola Gaiotti: «Sono cose private» Il mago degli spot: pubblicità vincente IL TALLONE DB ACHILLE Occhetto ateo, cattolici spaccati Baget-Bozzo: vuole usare la religione Ri ROMA UTELLI nel nome del Padre, Occhetto nel nome del niente. Anime laiche. Il primo però si è «segnato» davanti al pontefice benedicente, mentre il secondo ha affidato ad una intervista al Corriere della sera il suo ateismo. Sì, il segretario del pds non crede, per nulla, da quando aveva 15 anni. Non saranno dichiarazioni pericolose per uno che corteggia il voto cattolico esule dallo scudo crociato? Forse. E allora queste cose, chiede il segretario al suo interlocutore, «in campagna elettorale è meglio non farle sapere», ma il cronista - guarda caso - proprio su quelle si è accanito. Ma che voleva dire Occhetto con quell'invito? Tre le possibili interpretazioni: 1) cerco i voti cattolici e allora è meglio che non mi impelaghi in questa disputa; 2) l'ateismo «militante» non è più di moda e quindi va escluso dall'armamentario elettorale; 3) sono fatti miei e non vedo come possano interessare gli elettori. Messa ai voti, l'ipotesi numero tre (sono fatti miei) è quella che ha riscosso più successo tra chi è al tempo stesso devoto al fronte progressista e a Santa Romana Chiesa. «Il fatto che il segretario del mio partito sia ateo non mi sconcerta affatto - dice Giulia Rodano, erede di una antica tradizione familiare di collaborazione tra cristiani e sinistra -. Ciò che invece conta è quanto^ Occhetto ha detto sul- l'importanza dei cattolici in politica, il resto mi sembra trascurabile». Paola Gaiotti De Biase, ex eurodeputata de passata al pds fin dalla fondazione, è su analoghe posizioni: «Non possiamo attribuire ad una battuta da conversazione - come a me appare quella di Occhetto - il valore di un proclama. Comunque concordo con lui: del suo ateismo non conviene parlare in campagna elettorale semplicemente perché è una questione che non ha rilevanza politica. Punto e basta». «A me dispiace pensare che in Occhetto ci sia questa chiusura totale nei confronti della fede dice lo storico cattolico Pietro Scoppola anche lui conquistato dal verbo progressista - perché la considero un impoverimento per l'uomo. Ciò detto non vedo perché dovrei mettere in discussione una fattiva collaborazione con lui rispetto ai concreti e limitati obiettivi della politica, ci mancherebbe». «Io lavoro con Occhetto tutti i giorni - dice il suo segretario, il cattolico Massimo De Angelis - e la differenza di valori non ci impedisce di avere comuni obiettivi nella vita pubblica». Posto dunque che i cattolici vicini alla Quercia non hanno subito sconquassi emotivi di fronte a questo segretario senza Dio, resta da chiarire se - nell'Italia sotto elezioni - dirsi ateo per un politico sia un limite o una carta da spendere. «Perché non vuol parlare delle sue scelte religiose? - si chiede il politologo Gianni Baget-Bozzo -. Secondo me perché pensa ad un uso politico del fatto religioso (vuole il voto dei cattolici), vuole cioè fare della religione lo stesso uso che prima ne faceva la de». «Di ateismo è meglio non parlare, sono d'accordo - dice Paolo Flores D'Arcais, autore di "Etica senza fede" - nel senso che in politica contano solo i programmi, in questo senso la politica deve essere tutta laica, quindi l'ateismo non c'entra così come non c'entra la religione. Invece Occhetto ha voluto parlare di ateismo, sennò non si lasciava scappare quella battuta». «Altro che non parlare di ateismo, io ci avrei fatto sopra tutta la campagna pubblicitaria - dice il mago del settore Oliviero Toscani -, sarebbe stato un gesto di grande libertà, in Italia si può essere anche atei, pensi un po'. Una provocazione? Certamente. E allora?». Raffaello Masci Paola Gaiotti: «Sono cose private» Il mago degli spot: pubblicità vincente Il segretario dei pds Achille Occhetto

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