Vecchio Moser sconfitto e ringiovanito di Gian Paolo Ormezzano

Fallisce il record dell'ora per 430 metri, ma non si arrende: «Martedì ce la farò» Fallisce il record dell'ora per 430 metri, ma non si arrende: «Martedì ce la farò» Vecchio Moser, sconfitto e ringiovanito FRANCESCO Moser, che il 19 giugno compirà 43 anni, è diventato ieri secondo ai mondo, da terzo che era, nella quantità di chilometri pedalati in un'ora di bicicletta: 51 più 840 metri, nel velodromo di Città del Messico, contro i 51,596 dello scozzese Obree, che il 17 luglio 1993 gli aveva tolto il primato mondiale (51,151 ) di nove anni e mezzo prima, e i 52,270 dell'inglese Boardman, che il 23 luglio aveva migliorato Obree. Da ieri, alle 18,43 italiane, quando è finito il suo tentativo, una persona combatte ancora contro il primato: lui, che ha amamciato di voler ritentare martedì. Da adesso gli italiani sportofili e particolarmente quelli ciclofili debbono combattere una battaglia dentro se stessi e contro tutti, indipendentemente da quello che potrà accadere fra tre giorni. La battaglia è quella dell'intelligenza. Costa una certa fatica, in questo certame di cifre e di confronti impietosi, essere intelligenti. Eppure così grave è il rischio che qualcuno, in qualche posto ed in qualche momento, dica che Moser in fondo ha fallito, che bisogna gettare nella lotta non solo tutti i sentimenti, ma anche tutte le considerazioni tecniche, scientifiche, etiche. Moser ieri ha compiuto nel relativo della sua età, ma anche nell'assoluto della pc ">ce, una grandissima impre... na siccome si era deciso che battesse pure Boardman, ecco che l'empietà, la bestemmia della delusione possono avere un certo successo nei cuori e nei cervelli. Colpa anche di Moser che annunciato il primato come un tentativo contro il se stesso di dieci anni prima, 23 gennaio 1984 - si era lasciato andare, se¬ dotto dalla risposta della nuova bicicletta e dalla straordinaria aerodinamicità della posizione a uovo, inventata da Obree, a un forte ottimismo. La colpa sua è una delle più splendide. Ne spartisce le responsabilità ma soprattutto gli onori lo scienziato Francesco Conconi, che ha preparato Moser, lontano sei anni dall'agonismo. Un forte incremento è venuto dalla Enervit che ha nutrito Moser, il quale ha presentato un fisico da venticinquenne asciutto, benché orpellato da capelli bianchi e rughe da pensatore. Se Moser si fosse limitato ad annunciarsi, anzi a riannunciarsi contro se stesso, adesso celebreremmo il miracolo. Ma, se Moser si fosse limitato a ciò, non sarebbe Moser. E se Moser non fosse Moser neanche dieci anni fa avrebbe fatto il record dell'ora, in un ciclismo e per un ciclismo da anni terrorizzato dai 49,431 di Merckx 1972. Insomma, il contrario di un giro vizioso: un giro virtuoso, virtuosissimo. Lo stupore ammirato e ragionato deve essere per il personaggio straordinario, adesso persino sanamente ribaldo nel volersi ripresentare in pista, fra molte perplessità di molti. Moser è miliardario, ha una bella famiglia che ama, ha due industrie da mandare avanti (vino e bici), ha persino un incarico politico nel suo Trentino. Ed è «vecchio». Una serie di circostanze avevano contribuito nei giorni scorsi a far apparire non facile, no, però non tremenda la lotta contro il record assoluto: certi dati irrorati dal computer sul nostro tifo, sul nostro amore sportivo per Francesco, e anche quei 50 chilometri e 206 metri pedalati, alla Obree, ieri l'altro da un certo Sanna «maisentitonominareprima». Per questo ora bisogna lavorare di intelligenza: cosa molto più difficile che lavorare di sentimenti, come nello sport siamo sin troppo bene allenati a fare. Gian Paolo Ormezzano SERVIZI NELLO SPORT

Luoghi citati: Città Del Messico, Trentino