Viene presentato il 19 il libro in omaggio al maestro scomparso di A. B.

FELLINI: L'ARTE DELLA VISIONE FELLINI: L'ARTE DELLA VISIONE Viene presentato il 19 il libro in omaggio al maestro scomparso ERCOLEDI' 19 gennaio il Massimo ha in programma una serata che ne comprende in realtà quattro. Con l'inaugurazione della rassegna dedicata ad Alberto Sordi e alla proiezione della copia restaurata de «Lo sceicco bianco», viene infatti presentato il libro di Goffredo Fofi e Gianni Volpi «Federico Fellini: L'arte della visione». Il tutto ha il significato complessivo di un affettuoso saluto al grande Federico. Pubblicato dall'Aiace (con un contributo dell'ex-Ministero dello Spettacolo), il volume era stato concepito come un omaggio al maestro riminese in occasione dell'Oscar alla carriera. La morte inattesa di Fellini gli conferisce una duplice, involontaria specificità: essere il primo libro uscito dopo la sua morte e contenere l'ultima ampia intervista sulla sua carriera. L'intervista è interessante perché condotta senza la deferenza che talvolta impone l'ammirazione incondizionata. Immuni dal sospetto di condiscendenza nei confronti del Maestro (che Fofi definì a suo tempo «venditore di sogni impotenti»), i due critici si confrontano con Fellini in una conversazione sulla dimensione culturale del suo cinema: l'influenza di Jung CAPEK e il cinema»: è il titolo della rassegna che il Museo del Cinema dedica, in collaborazione con il Centro Studi del Teatro Stabile ed il Norodni Filmovy Archiv di Praga, all'autore di «L'affare Makropulos» portato in scena il mese scorso da Luca Ronconi. La pace, la solidarietà sociale e i valori esistenziali dell'uomo attraverso la riscoperta del mondo naturale sono i temi dominanti dell'opera del più celebre scrittore cecoslovacco tra le due guerre mondiali. Quattro le pellicole tratte da lavori di Karel Capek in cartellone dal 19 al 21 gennaio al Massimo Tre. Il ciclo s'inaugura il 19 alle 18,15 con la presentazione del giornalista Martin Svehlik e il film «Morbo bianco» che, girato nel 1937, associa le responsabilità di un dittatore alla massa in preda ad un fanatismo guerrafondaio. Lo strapotere delle macchine (Capek è l'inventore del termine «robot» usato nel 1920 nel dramma «Rur») e la cieca smania di potere politico vengono affrontati in «Kratakit». «Il primo soccorso» e «Dalle storie di Capek» gli altri titoli previsti. La disumanizzazione del mondo caratterizza inoltre «Metropolis», il celeberrimo lavoro di Fritz Lang inserito in rassegna per evidenti affinità con l'opera di Capek. Le pellicole sono proposte in versione originale con sottotitoli in francese e in inglese. Biglietti a 7 mila. e Kafka, l'ammirazione per «Pinocchio», l'amicizia con Pasolini, gli incontri mancati con Sciascia e Calvino, i progetti irrealizzati su Venezia e Napoli. Bellissime le riflessioni su Rossellini: «il modo in cui Rossellini faceva il cinema è stata la prima grande lezione». Altri pregi del libro, una filmografia commentata dallo stesso autore (e controllata sui titoli di testa e di coda di ciascun film, per rimediare a non pochi errori e lacune) e una ricostruzione biografica che fa piazza pulita delle «troppe leggende fiorite attorno alla sua vita». [a. b.]

Luoghi citati: Napoli, Praga, Venezia