Al Regio un'antica coreografia francese rinnovata dal Royal Birmingham Ballet di Sergio Trombetta

ARRIVA «LA FILLE MAL GARDEE» ARRIVA «LA FILLE MAL GARDEE» Al Regio un'antica coreografia francese rinnovata dal Royal Birmingham Ballet Ri IVOLUZIONARIO o aristocratico? Il fatto che «La fille mal gardée», il balletto di Jean Dauberval, abbia debuttato al Grand Thèàtre di Bordeaux il primo luglio del 1789, cioè tredici giorni prima della presa della Bastiglia, che cosa vuol dire? La storia della giovane contadina Lise, innamorata del povero Colas, che la madre Simone vuol dare invece in sposa al ricco e stupido Alain, deve essere interpretata come l'irrompere in scena della borghesia e quindi della Rivoluzione francese? 0 forse bisogna considerarla ima «paysannerie», di quelle che la nobiltà ancien regime adorava ad imitazione di Maria Antonietta che a Versailles si era fatta costruire un intero villaggio contadino? Gli storici potranno discuterne a lungo, sicuro è comunque il fatto che è uno dei più antichi balletti rimasti in repertorio questa «Fille mal gardée» che il Royal Birmingham Ballet presenta al Teatro Regio dal 14 al 23 gennaio, nella bella coreografia del grande Frederick Ashton. Straordinari i protagonisti: l'affascinante e brava Sandra Madgwick e il portentoso Irek Muchamedov. Della coreografia originaria e delle musiche anonime che nel 1789 accompagnavano «La fille» non ci è arrivato praticamente nulla. E' viva invece la tradizione, perché da Bordeaux, quello che allora si chiamava «Le ballet de la paille ou il n'est qu'un pas Sandra Madgwick in un passo della «Fille mal gardée». A fianca Muchamedov in «Spartacus». In basso, iMomix per «Passiona all'Alfieri du mal au bien», ha viaggiato molto. Nell'800 è stato presentato in quasi tutti i teatri d'Europa sulla musica che Louis-Ferdinand Hérold elaborò per il debutto all'Opera di Parigi nel 1828. A questa si è aggiunta quella di Peter Ludwig Hertl utilizzata anche da Marius Petipa quando con il titolo «L'inutile precauzione» allestì la sua versione della «Fille» nel 1885 a Pietroburgo per Virgina Zucchi. «Mal custodita» questa figlia, perché i tentativi della madre Simone di combinare un vantag- gioso matrimonio cozzano inutilmente con il desiderio di Lise che dall'inizio alla fine del balletto flirta, danza, scambia baci, promesse d'amore con il povero ma bello Colas. E vano sarà rinchiudere la figlia nella sua stanza all'ultimo atto mentre Simone stila il contratto di matrimonio col padre di Alain. Perché in quella stanza si è rifugiato Colas e la scoperta dei due amanti abbracciati manderà definitivamente a monte gli indesiderati sponsali: festa finale, passo a due, e vissero insieme felici e contenti. La «Fille» è un balletto sul quale il tempo e le diverse tradizioni hanno lasciato tracce vistose, pesanti incrostazioni. Fra le tante versioni note (mirabili e insieme criticabili per esempio quelle di Joseph Lazzini e di Heinz Spoerli) la coreografia che sir Frederick Ashton ha realizzato nel 1960 per il Royal Ballet ha il pregio di svilupparsi secondo una linea stilistica coerente, mai abbandonata dall'inizio alla fine, pur pagando tutti i dovuti debiti alla tradizione. Ashton infatti ha scelto un elegantissimo stile romantico, situabile nella prima metà dell'800, ma venato di ironia e condito di molti divertimenti contadini: dall'albero di maggio, alla danza degli zoccoli, alla trovata della chioccia con i pulcini, un divertente impagabile quartetto di animali aanzanti. E' una registrazione quasi storica quella con Leslie Collier e Michael Coleman protagonisti della «Fille mal gardée», versione Ashton, con il Royal Ballet prodotto e distribuito dalla inglese Castle (intorno alle 50 mila). Ottima occasione di avvicinarsi a questo balletto nella versione danzata al Teatro Regio e magari confrontarlo con un'altra coreografia disponibile in video, quella realizzata da Heinz Spoerli per il Basler Ballet (Philips sulle 40 mila). Irek Muchamedov, il portentoso danzatore russo prima e dopo la cura: il suo stile eroico e acrobatico quando stava al Bolshoj è ben visibile in «L'Età dell'oro» (The Golden Age, Prod. Castle, lire 52 mila) ballettone politico di Shostakovic relizzato da Grigorovic; la «cura inglese» risulta evidente da un bel video in cui danza il ruolo di Vershini in «Winter Dreams» di Kenneth MacMillan (Teldec, sulle 40 mila), [se. tr.] Sergio Trombetta '''Siti,

Luoghi citati: Bordeaux, Europa, Parigi, Pietroburgo