Finanziamenti, ultimi in Europa

Finanziamenti, ultimi in Europa Finanziamenti, ultimi in Europa Dallo Stato 25 miliardi all'anno, dai privati 50 sare che si possa essere competitivi. A livello privato la principale organizzazione che si occupa di finanziare le ricerche sui tumori è l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Aire), che spende ogni anno circa 50 miliardi di lire. Va sottolineato che i soldi raccolti dall'Aire attraverso contributi di enti e singoli privati valgono in pratica molto di più di quelli pubblici, infatti si sa quando arrivano e perciò permettono di programmare le spese di ricerca e di investimento. Ad esempio gli strumenti scientifici costano sempre di più quando vengono pagati con fondi pubblici perché i tempi di pagamento sono sempre aleatori. Accanto all'Aire esistono altri organismi come la Lega per la Lotta contro i Tumori e una serie di fondazioni che finanziano aspetti particolari della ricerca sul cancro. Molto importante è poter reclutare giovani ricercatori nel campo dei tumori. Per questo sono necessarie borse di studio: anche in questo caso il finanziamento pubblico è assente, mentre l'unica sorgente quantitativamente significativa è l'Aire, che mette a disposizione dei giovani ogni anno oltre 300 borse di studio per laboratori nazionali ed internazionali. Purtroppo lo Stato non solo non incoraggia le borse di studio, ma le tassa in modo impietoso. Con le attuali leggi finanziarie un giovane che abbia a disposizione una modesta borsa di studio di 1 milione di lire al mese dovrà pagare 190.000 lire come ritenuta d'acconto, 56.000 lire per la tassa della salute e 150.000 lire come tassa previdenziale, ritrovandosi così nemmeno 600.000 lire al mese nette. Per fortuna che governo, Confindustria e sindacato hanno firmato sei mesi fa un solenne impegno per potenziare la ricerca nel nostro Paese! Qualcuno potrebbe chiedersi perché l'Italia debba spendere per fare ricerche anziché attendere che Paesi come gli Stati Uniti o il Giappone scoprano i rimedi per il cancro. A parte il fatto che tutti i Paesi industrializzati hanno il dovere morale di contribuire a risolvere questo grave problema, se non si partecipa alla ricerca è difficile cogliere i vantaggi che possono venire dai progressi fatti dagli altri. L'applicazione dei farmaci antitumorali diventa sempre più complessa e chi non è nel settore rischia di non sapere ciò che serve veramente al paziente rispetto a ciò che serve al mercato. Poiché lo Stato è così avaro nel destinare fondi alla ricerca, è necessario incoraggiare i contributi privati attraverso un'adeguata detassazione, così come avviene - in varia misura - in tutti i Paesi del mondo. Quanto dovremo attendere ancora per allinearci? E' ora che ricercatori, pazienti e pubblico facciano sentire la loro voce. Silvio Garattini Direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche «Mario Negri» Milano LA RICERCA DI BASE e o Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro [Raccolta fondi per anno e totale progressivo in milioni di lire] nno raccolto fondi totale progressivo 1 1986 1.902* 1 1987 1.863 3.765 1988 2.486 6.251 1989 4.683 10.934 Hi 1990 6.272 17.206 H Hi Hi H CANALI DI RACCOLTA DEI FONDI 1991 6.661 23.867 36.161 1992 12.294 I j [dati in percentuale] ■s — f z Z ce s o< o <tt M Sb<-» • < <2 =■ CO CO CO 3 CO O- 3 a. TRA STORIA E ANEDDOTI tire con il progetto». A questo punto la vicenda prende un passo più rapido: nell'86 viene costituita la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro, subito dopo viene trovato il terreno per costruire l'istituto, 270 mila metri quadrati nel Comune di Candido appartenenti alla Fiat, che li cede a un prezzo di favore. C'è però un ostacolo, costituito dal fatto che si tratta di terreni limitrofi al parco di Stupinigi e quindi vincolati a verde; in Consiglio regionale c'è un vivace confronto sull'opportunità di consentire o meno di costruire; scendono in campo anche i sindacati confederali che organizzano un dibattito al Teatro Nuovo durante il quale Gavosto tiene una lunga relazione. Alla fine, in considerazione delle finalità scientifiche e sociali dei progetto, prevalgono i favorevoli alla scelta di Candiolo. Nell'89 il terreno è acquisito, la Fiat Engineering prepara il progetto; l'anno scorso è infine arrivata la licenza edilizia e sono cominciati i lavori. Il primo lotto sarà pronto nella prima metà del '95 e comincerà subito a funzionare. Il lavoro per costruire l'Istituto è andato avanti in parallelo con quello per costituire l'equipe dei medici e dei ricercatori. «A Torino - sottolinea Gavosto erano già maturati sia nell'ambito dell'Università sia negli ospedali numerosi laboratori e molti validi ricercatori; essi, però, lavoravano ognuno per proprio conto, senza un coordinamento, tanto che una decina di anni fa si era avvertita l'opportunità di raccoglierli nel Gruppo di cooperazione in cancerologia. Grazie alla Fondazione lo scambio di idee si è infittito con seminari di studiosi italiani e stranieri, e questo ha contribuito a far emergere una buona leva di giovani studiosi. Tre anni fa il comitato tecnico scientifico della Fondazione, composto da Gavosto, Cappa, Paolo Comoglio e Giuseppe Della Porta, ha cominciato a concretizzare il programma scientifico dell'Istituto, basato su uno schema inedito per l'Italia ma già ben collaudato all'estero: unire nella stessa struttura l'attività clinica e la ricerca fondamentale, in modo che da un lato i ricercatori non siano più isolati e dall'altro che i clinici restino sempre a contatto con le acquisizioni della scienza. L'abbozzo del programma è stato inviato ai più importanti istituti di ricerca sul cancro e ai più illustri ricercatori, tra i quali numerosi Nobel, che hanno inviato osservazioni, critiche, suggerimenti. Oggi gli ostacoli maggiori sembrano ormai superati; resta da definire la forma di gestione dell'Istituto, che deve conciliare una parte pubblica (riguardante l'attività clinica basata su circa 180 letti) e una privata; resta anche da costituire concretamente il team di medici e ricercatori. Ma si può dire che l'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Torino comincia a vedere la dirittura d'arrivo. Vittorio Ravizza

Persone citate: Cappa, Gavosto, Giuseppe Della Porta, Mario Negri, Paolo Comoglio, Silvio Garattini, Vittorio Ravizza

Luoghi citati: Candiolo, Comune Di Candido, Europa, Giappone, Italia, Milano, Stati Uniti, Torino